«Sul referendum per il passaggio dei comuni ladini di Fodom, Col e Ampezzo è calato un assordante silenzio». Dopo la lettera delle Unioni ladine dei tre comuni a Napolitano ed alle più alte cariche dello Stato, nella quale chiedevano l'impegno delle istituzioni al rispetto della volontà popolare espressa con il referendum del 27 e 28 ottobre 2007, ora anche gli Schützen delle compagnie di Fodom-Col e di Ampezzo esprimono tutta la loro preoccupazione per lo stallo nel prosieguo dell'iter referendario.
«Siamo molto preoccupati per quanto sta accadendo o forse meglio dire per quanto non sta accadendo a livello locale ed istituzionale dopo ben sei anni dal referendum, con il quale le popolazioni dei nostri tre comuni hanno detto chiaramente di voler ritornare con il Sudtirolo» dicono gli Hauptmann (comandanti) delle compagnie Fodom-Col e di Cortina Artur Filippin e Ugo Costantini.
Due delegazioni delle compagnie si sono ritrovate nei giorni scorsi proprio per discutere della questione. Nella riunione è stato fatto il punto della situazione in merito al prosieguo dell'iter referendario ed ai possibili sviluppi anche alla luce della continua mutevolezza dello scenario politico italiano. Ma le conclusioni alle quali si è giunti non sono di certo rassicuranti.
«Assistiamo ad un imbarazzante immobilismo a tutti i livelli istituzionali - dicono Costantini e Filippin. «A cominciare da quello locale, che dovrebbe essere quello più attivo. Invece leggiamo di continue beghe tra i rappresentanti dei tre comuni nella cosiddetta «Commissione Istituzionale» composta da due membri per ogni amministrazione, che dovrebbe occuparsi di seguire, spingere e sostenere l'iter del referendum nei vari passaggi previsti dalla Costituzione. Beghe e battibecchi che, oltre a non creare un clima ideale di collaborazione, hanno portato ad un vero e proprio stallo dei lavori. Dopo la nomina ufficiale, non abbiamo visto un solo risultato o traguardo ottenuto. Tutto è fermo, ingessato, a quanto ci è parso di capire, da veti incrociati delle parti, ripicche, beghe personali e politiche tra alcuni componenti del gruppo. Leggiamo sulla stampa di lettere concordate e mai spedite a Bolzano per sostenere la nostra causa. Non sappiamo nemmeno quante volte la Commissione stessa si sia riunito e cosa sia stato deciso.
Eppure si tratta di una Commissione formata da consiglieri comunali, eletti dalla stessa popolazione che ha votato sì, con oltre il 70% dei consensi, al ritorno con il Sudtirolo. E per questo ha diritto alla trasparenza ed all'informazione».
Molto è cambiato nello scenario politico nazionale, provinciale ed anche locale dal 2007. Sono cambiate le amministrazioni dei tre Comuni, della Regione, la Provincia di Belluno di fatto non esiste più. Anche a Bolzano e Trento si è assistito ad un cambiamento storico con l'uscita di scena di Durnwalder ed il passaggio del testimone tra Dellai e Rossi. Il marasma che si vive in questo momento nel Parlamento non ha eguali forse nella storia repubblicana, così come l'incertezza sul futuro dei Governi che nascono senza un consenso popolare.
Ma nonostante ciò gli Schützen chiedono ai rappresentanti del «Comitato» di «non perdere di vista l'obiettivo primario: che è quello di riportare Fodom, Colle e Cortina in Sudtirolo». Per questo chiedono ai rappresentanti di «lasciar da parte le beghe personali o i contrasti politici e di lavorare insieme per arrivare al traguardo indicato dalla popolazione. In tal senso li invitiamo a prendere con sollecitudine contatto con i nuovi vertici delle Province di Bolzano e di Trento e con tutti i parlamentari sensibili alla nostra causa per dare informazione puntuale alla popolazione e completare finalmente l'iter del nostro referendum».
Schützenkompanie Buchenstein
Anpezo Hayden