Pur vigente già dal 2003, il Prg di Cortina continua a far parlare di sé nelle aule dei tribunali. E non sempre con esiti favorevoli per il Comune. D'altronde la materia scotta e coinvolge molti interessi. È scontato che la programmazione del Comune, centrata sugli interessi del territorio nella sua globalità, possa scontrarsi con gli interessi dei singoli cittadini.
In un mercato immobiliare dai valori stratosferici, com'è il caso di Cortina, è altrettanto scontato che i privati si affidino a qualsiasi strumento pur di non veder sfumare il valore dei propri immobili.
Se la recente sentenza del Consiglio di Stato sui ricorsi Ancilli/ Tagliapietra/Mavian/Stona aveva sorriso al Comune, non altrettanto è successo con la causa Gastone Olbi per la quale l'appello del Comune al Consiglio di Stato è stato dichiarato irricevibile. Si tratta di vizi di procedura in entrambi i casi.
Nella prima causa non erano state coinvolte le Regole, i cui diritti venivano lesi dalla sentenza del Tar impugnata, cosìcchè il Comune ha potuto spuntarla. Nel più recente caso, invece, l'errore è da imputarsi al Comune che si è visto rigettare il ricorso per averlo presentato fuori termine. Il fatto ha inevitabilmente innescato vivaci critiche da parte dell'Amministrazione comunale nei confronti del proprio legale, sfociate nel ritiro di tutti gli incarichi affidati all'avvocato Sergio Dal Pra di Padova, oltre una trentina.
Dopo aver vinto al Tar, gli eredi del signor Olbi, grazie al ritardo con il quale è stato presentato il ricorso in appello, vincono il lungo braccio di ferro con l'Amministrazione cortinese e riaprono le prospettive sulla destinazione dei propri terreni, edificabili negli anni '70 e trasformati in «verde urbano ad interesse paesaggistico» con l'ultimo Prg.
Il Comune, che ricordiamo non si era costituito in giudizio in primo grado, ha avuto oltre un anno di tempo per presentare appello, fino alla data del 24 luglio 2007.
Gli incartamenti, però, sono stati depositati solo il 27, motivo sufficiente per decretarne l'irrecivibilità da parte del Consiglio di Stato e determinare il «licenziamento» dell'avvocato da parte del Sindaco.
La vicenda ha visto il susseguirsi di diverse «sviste» a cui è difficile pensare come semplici coincidenze.
A questo proposito l'assessore Verocai denuncia: «Tutta la vicenda ha dell'incredibile, perchè di fatto il Comune di Cortina non si è mai difeso di fronte a questo tentativo di speculazione edilizia. Al Tar perchè la Giunta Giacobbi decide di non difendersi, cosa questa gravissima ed incomprensibile. Al Consiglio di Stato perchè il legale ha sbagliato i termini del ricorso. Il fatto che nella stessa causa siano successe così tante anomalie è assolutamente inquietante». Il Sindaco Franceschi si è dichiarato deciso ad agire in tutte le sedi per evitare che si possano verificare nuove speculazioni edilizie.
Per il momento, questo è quanto dispone il Tar a favore degli eredi Olbi: «Pertanto, per effetto della presente sentenza, il Consiglio comunale dovrà rideterminarsi motivatamente sull'assetto di piano dell'area di proprietà del ricorrente, definendone
- ove del caso - un'eventuale destinazione edificatoria, ovvero confermando il vincolo «a verde urbano ad interesse paesaggistico» ma con la determinazione, in tale evenienza, di un congruo indennizzo in ordine alla sostanziale ablazione dello ius aedificandi subíto dal privato».