A partire dal 1° gennaio 2014, brutta sorpresa per i turisti dell'Alto Adige. Ogni notte trascorsa nella Provincia "speciale" costerà un obolo per contribuire al marketing turistico.
Le quote sono di 1,30 euro per le strutture a 4 e 5 stelle, 1 euro per le 3 stelle e 0,70 euro per tutte le altre (2 stelle, campeggi, camere e appartamenti). Le risorse verranno impiegate per la costruzione e il mantenimento delle infrastrutture e dei servizi, oltre all'organizzazione di manifestazioni sportive e culturali. Almeno il 10 per cento dell'imposta comunale di soggiorno sarà attribuita ai consorzi turistici, da finalizzare al marketing di destinazione, mentre la quota restante è destinata alle associazioni turistiche.
Fino ad oggi, il finanziamento delle organizzazioni turistiche è avvenuto su base "volontaria", ma la tendenza è al calo. Dei circa 18 milioni di euro versati come contributi volontari, gli hotel partecipano per la quota del 78,3% (ricavando il 63,7% del valore aggiunto generato dal turismo), mentre il 3,6% viene dai commercianti (con il 12,3% del valore aggiunto) e l'1,6% dagli artigiani.
Il complessivo sistema di finanziamento della promozione turistica è attualmente ripartito come segue:
• Contributi volontari: 18 milioni euro
• Provincia autonoma: 20 milioni euro
• Comuni: 5 milioni euro
• TOTALE: 43 milioni euro La Provincia ritiene sia troppo rischioso affidarsi ancora ad un sistema di contribuzione volontaria. Per questo ha proposto un modello con 3 pilastri:
• Contributo dell'ospite (pagato dal cliente con la tassa soggiorno): 23 milioni euro
• Provincia e Comuni: 23 milioni euro
• Contributo marketing (pagato dalle aziende): 21 milioni euro TOTALE: 67 milioni euro Il contributo marketing delle aziende dovrebbe incrementarsi del versamento di quelle imprese che fino ad oggi hanno tratto profitto dal turismo senza pagare nulla.
La tassa di soggiorno in Alto Adige interessa anche il mercato turistico locale, comunque in concorrenza e attento a come si muovono i nostri vicini, "pionieri" del marketing.
Da parte dell'Amministrazione comunale si è sempre negata l'introduzione della tassa.
Da parte di Cortina Turismo, invece, la tassa di soggiorno per finanziare il marketing è indispensabile, con argomentazioni molto simili a quelle della Provincia autonoma, prima fra tutte la certezza dei finanziamenti.
Per la ricettività di Cortina d'Ampezzo, calcolando in tutto (alberghiero ed extralberghiero) 1.022.991 presenze (anno 2013), ad una media di 1 euro a testa si arriva ad un introito di 1.000.000 euro, cifra pari a quello che il Comune si è impegnato a versare annualmente al Consorzio, su 1.400.000 euro di ricavi (anno 2012).
La decisione dell'Alto Adige, riapre il tema "tassa di soggiorno" anche a Cortina.
Il risultato è che vengono a mancare gli affitti di durata mensile, a favore delle settimane o delle stagioni complete (per sfruttare al meglio i week end); vengono richiesti solo appartamenti ben tenuti. I prezzi sono in ogni caso calati del 30% rispetto a 5 anni fa. Dalla modalità di affitto diretto proprietario cliente di una volta, in molti casi si passa alla gestione tramite agenzia, perché c'è meno richiesta e si cercano altri canali di contatto.