La storia del curling a Cortina d'Ampezzo
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

La storia del curling a Cortina d'Ampezzo

Marco Dibona

01/03/2014
All'inizio si giocava a curling sulle piste per il pattinaggio dello stadio Olimpico, soprattutto sulla pista esterna. Poi si riservò un corridoio, delimitato da una ringhiera, verso il bar dello stadio, all'estremità della piastra ghiacciata. Era già un passo avanti: uno spazio fisso, dove potersi allenare, senza interferire con il pattinaggio del pubblico. L'esigenza di allenamenti più costanti portò ad una struttura coperta, per proteggere i giocatori e il ghiaccio dalle intemperie.

Era il 1997: grazie a Franco Zumofen, allora consigliere della Federazione sport ghiaccio, con delega al curling, si recuperò una pista refrigerata artificialmente, di proprietà della Fisg, che era ad Auronzo. Fu portata all'Olimpico, con una copertura, un telo di plastica, di una serra. «Fermava la pioggia e la neve, che non rovinassero il ghiaccio, ma non proteggeva noi giocatori dal freddo. Ricordo allenamenti con temperature 20 gradi sotto lo zero: tiravamo alcune stones, poi dovevamo ripararci nello spogliatoio dello stadio, per riscaldarci, prima di uscire di nuovo» - rammenta Alessandro Zisa, presidente della associazione fra i club del curling di Cortina dal 1999 al 2005.

 «E prima, per una decina di anni, fui segretario dello storico presidente Ivo Lorenzi. La pista dell'Olimpico, coperta dalla serra, restò in funzione poco più di due anni, dal gennaio 1997 al giugno 1999. Quel tunnel ci garantiva gli allenamenti, malgrado il maltempo, ma era inadatto, il campo non era uniforme, comunque si formava la brina, il ghiaccio risentiva di umidità, pioggia, freddo. Poi venne la vera svolta, nel 1999».

Sia Zisa, sia Antonio Menardi, che gli subentrò alla guida dell'Associazione curling, ricordano che furono i buoni risultati sportivi ottenuti in quegli anni, oltre alla previsione di organizzare in Italia i Giochi olimpici invernali 2006 a Torino, a indurre la Wcf, la Federazione mondiale del curling, a concedere in uso a Cortina una pista artificiale.

«L'accordo prevedeva che le istituzioni locali si impegnassero almeno alla pari della Wcf, che fornì l'impianto di refrigerazione e le stones - rammenta Zisa - e il Comune mise a disposizione il vecchio capannone della stazione; la società comunale Gis eseguì lavori di sistemazione della struttura e la prese in carico; la Federghiaccio italiana, con Franco Zumofen, fu un tramite per accedere a contributi e materiali; la nostra associazione eseguì diversi lavori, acquistò apparecchiature e arredi, sistemò la struttura e la gestì. Abbiamo iniziato nel dicembre 1999, sino al crollo del febbraio 2014 ».

Adriano Lorenzi, appassionato giocatore di curling e amministratore pubblico, spiega: «Il nostro fu una sorta di blitz, per portare a Cortina la pista artificiale che era ad Auronzo. Lo potemmo fare grazie al sindaco Paolo Franceschi, che condivise il progetto. Dopo il tunnel di plastica all'Olimpico, si pensò alla stazione, grazie alla collaborazione di enti e persone, dalla Wcf, grazie ai contatti di Ivo Lorenzi, alla Fisg, con Franco Zumofen, al mio interessamento, assessore comunale allo sport, fra il 1994 e il 1999».

In quegli anni, dal 1994 al 2007, presidente della Gis comunale era Luigi Alverà, oggi consigliere federale Fisg: «Tutta l'operazione fu collegata alla copertura dello stadio Olimpico; prima c'era l'ipotesi di costruire un centro per il curling, con bar annesso, a Fiames. L'idea tramontò con il sindaco Paolo Franceschi, che ipotizzò un campo da curling, a tre piste, all'interno della cavea dell'impianto per l'hockey e il pattinaggio. Nel frattempo, dopo il tunnel di plastica, si guardò alla stazione, per un salto di qualità. Quel nuovo centro nacque grazie alla collaborazione e all'unità di intenti di tante persone. Oltre ad essere un efficiente impianto sportivo, divenne un luogo di aggregazione e di attività turistica, non soltanto per Cortina, ma anche per le aree più vicine. E'qui, ad esempio, che è iniziata l'attività degli appassionati di Villabassa, che oggi hanno un loro club».