Finalmente abbiamo in mano la prova provata che, se si vuole, si può.
Sappada, che ha tenuto il proprio referendum con la richiesta di passaggio in Friuli Venezia Giulia sei mesi dopo di noi, è ora vicina alla meta: la prima commissione di palazzo Madama ha chiesto al presidente del Senato di deliberare sul caso in via definitiva.
Evidentemente qualcuno in Ampezzo nel frattempo ha consapevolmente e colpevolmente dormito; i nostri amministratori, per ben sette anni, non hanno avuto nessuna considerazione del voto popolare, elemosinandolo solo quando erano coinvolti in prima persona con i propri interessi.
Grande meraviglia ha suscitato il basso profilo tenuto lungo tutti questi lunghi anni dalla presidenza dei ladini d'Ampezzo, che non ha mai adeguatamente caldeggiato il rispetto delle regole a sostegno dell'opinione chiaramente espressa dal voto popolare: l'impressione è stata quella che ci fossero indicazioni (forse dall'alto?) da seguire, che suggerivano uno dei più classici, prudenti, italici "indietro tutta"… Risultato finale: Sappada si aggrega a una potente regione autonoma e noi, come sempre, stiamo a guardare e a litigare.
Questa volta, almeno questa volta, possiamo chiedere i danni?
Enrico Ghezze