Primi scavi archeologici a Podestagno
    

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Primi scavi archeologici a Podestagno

Alessandra Menardi

01/02/2014
Sabato 25 gennaio si è svolto il convegno di presentazione dei risultati degli scavi archeologici effettuati nel settembre 2013 sulla rocca di Podestagno, a nord di Cortina alla confluenza tra il torrente Felizon e il Boite nel Parco delle Dolomiti d'Ampezzo.

L'intervento è stato promosso dalle Regole d'Ampezzo ed effettuato in accordo con la Soprintendenza Archeologica per il Veneto e la Direzione Regionale per i Beni Culturali.

Si è trattato della prima campagna di scavi archeologici mai fatta sulle rovine del castello; fino ad oggi tutta la storia della rocca e del castello si basava su fonti d'archivio.

La finalità dell'intervento era analizzare lo stato delle rovine e raccogliere elementi per la ricostruzione della lunga storia del sito, in particolare sull'origine della fortificazione - origine ancora oggi in ipotesi - e sulla frequentazione della valle in epoca antica.

Nel corso della campagna sono state aperte delle trincee di scavo, che hanno dato la possibilità di confermare l'esistenza delle strutture e la pianta del castello da noi conosciuta e disegnata dall'ing. L. Breid nel 1755.

È emersa traccia del muro che separava la cappella del castello dalla stanza "stube del sergente".
In cima alla rupe è stato ritrovato e portato alla luce ciò che resta della cisterna filtrante l'acqua del pozzo centrale. Il tipo di questa cisterna è detto "alla veneziana": un taglio rettangolare nella roccia, foderato di argilla e ricoperto di sabbia depurata con al centro i resti del pozzo circolare.

Gran parte del riempimento in sabbia è stato probabilmente asportato durante la Prima Guerra Mondiale come testimoniano i numerosi manufatti del periodo bellico ritrovati all'interno.

Le stesse murature del castello furono quasi cancellate dall'asportazione avvenuta agli inizi del secolo scorso. I saggi effettuati sulle murature hanno evidenziato grossi ciottoli fluviali legati da malta. Le murature restanti documentano comunque diverse tecniche costruttive. Maggiori dati, riferiscono gli archeologi, si potranno sicuramente avere in seguito ai risultati delle analisi sulle malte raccolte.

L'indagine archeologica è stata condotta anche sul fossato, evidenziandone solo una piccola parte con elementi non anteriori al XV secolo. Una ricerca più in profondità potrebbe presentare resti di epoca anteriore.

Nel fossato sono state recuperate maioliche invetriate del tipo attestato su stufe in ceramica diffuse già nel basso medioevo.

Il reperto più antico che ha portato alla luce questa campagna di scavo è un frammento di ceramica "nera" che riporta al vasellame in uso tra il I secolo a. C. e il I secolo d. C. :
la scoperta attesterebbe una presenza umana a Podestagno molto anteriore rispetto a quanto ritenuto fino ad oggi.

I ritrovamenti e le datazioni storiche confermano un origine patriarcale del castello (XII-XIV sec.). La struttura a mastio anulare parziale sulla rocca, la cisterna, nonché il tipo di fossato tagliato nel monte richiamano la tipologia di alcuni castelli patriarcali friulani.

Sia la Soprintendenza che gli archeologi auspicano ancora una o due stagioni di scavo sulla rocca di Podestagno, certi che il sito possa fornire molto di più, soprattutto nella zona a nord tra la rocca e la strada d'Alemagna.

A volte solo la ricerca archeologica può sciogliere i dubbi o le fantasie di un luogo.