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Ufficio Tavolare: in pensione il “conservatore”

Stefano Lorenzi

01/02/2014
Da fine dicembre scorso l’Ufficio Tavolare di Cortina è senza il suo “conservatore”, figura in carico al Comune che si occupa di verificare che le modifiche alle proprietà fondiarie siano corrette e possano essere iscritte nel Libro Fondiario. Tale mansione era svolta dalla dottoressa Paola Iapichino, che ha terminato il suo rapporto di lavoro con il comune di Cortina per raggiunta età pensionabile.

Il vicesindaco Enrico Pompanin spiega che, nonostante vari tentativi per prorogare il contratto di collaborazione di un paio d’anni – istanza sostenuta anche dal Tribunale di Belluno – il Ministero di Grazia e Giustizia non ha dato risposta nel merito: il Tavolare, sebbene ufficio comunale, dipende in parte dal Ministero e dal Tribunale, visto lo stretto legame che la legge impone per l’iscrizione di ogni atto. A differenza del Catasto, l’iscrizione delle modifiche alle proprietà fondiarie (edifici e terreni) possono essere effettuate solo con l’approvazione specifica del giudice. Per questo motivo, ciò che viene scritto nel Tavolare ha anche carattere probatorio, cioè è sufficiente a dimostrare proprietà e diritti in capo a determinati soggetti.

L’Amministrazione ha quindi valutato la possibilità di richiedere un tecnico dalla provincia di Bolzano per 6-8 mesi che svolga le funzioni di conservatore, per dare tempo al Comune di formare al suo interno una figura professionale idonea a questo ruolo. Il blocco delle assunzioni e l’impossibilità di sostituire i pensionamenti (se non in misura ridottissima di un assunto ogni cinque pensionati), impedisce al Comune di indire nuovi concorsi pubblici per sostituire la persona mancante.

Per il momento, quindi, nessun conservatore almeno fino a metà febbraio, con la conseguente immobilità delle pratiche depositate in questo ultimo mese. La responsabilità dell’ufficio è stata assegnata alla segretaria generale dottoressa Luisa Musso, che lavora a Cortina 30 ore a settimana e che già è responsabile – per il Comune – di segreteria, tributi e ufficio patrimonio.

In assenza di un conservatore, quindi, tutti gli atti tavolari (compravendite, successioni, contratti, ipoteche, affitti, ecc.) sono fermi e attendono di essere esaminati. Teoricamente, il lavoro potrebbe essere svolto direttamente dal giudice tavolare (Tribunale di Belluno), ma di fatto le pratiche aspettano l’arrivo del nuovo conservatore.

Il problema si aggiunge alla già lunga trascrizione dei vari atti, cronicamente in arretrato di 6-12 mesi: benché la trascrizione dei vari atti notarili, degli accatastamenti e dei frazionamenti sui libroni che compongono l’archivio tavolare segua criteri cronologici (i.e. gli atti depositati prima vengono trascritti per primi), a volte la trascrizione di alcuni atti più complessi è più lenta perché soggetta a maggiori verifiche.

Ritorna quindi la riflessione sulla necessità, sempre più urgente, di informatizzare tutto l’Ufficio Tavolare, progetto peraltro sostenuto dall’attuale Amministrazione in fase elettorale.Il Vicesindaco spiega che un tentativo, in tal senso, è stato fatto nel 2011 con la richiesta dei primi finanziamenti sui cosiddetti “Fondi Brancher” (vedi Voci di Cortina n° 86, luglio 2011), dove il Comune ha presentato un progetto per 4.960.000,00 euro da realizzarsi in cinque anni. Purtroppo, poi, lo stesso non è stato finanziato e non è quindi mai partito.

Pompanin spiega, comunque, che già da quest’anno qualcosa si potrà fare, per esempio con l’inserimento a computer del registro dei proprietari, oggi composto da uno schedario metallico battuto a macchina e aggiornato a mano.

Gli sviluppi nell’organizzazione dell’ufficio saranno comunque valutati assieme al nuovo conservatore in arrivo, che lavora già con l’esperienza della vicina provincia di Bolzano, dove da anni è già tutto in rete.
Un’ipotesi ventilata in passato – conclude il Vicesindaco – era anche l’affidamento in gestione dell’intero Tavolare alla provincia di Bolzano stessa, idea che però incontrò il parere contrario del Comune, in quanto la scelta avrebbe completamente estromesso il Comune stesso dalla gestione dei dati territoriali.