Nella foto scattata da Giacinto Ghedina nel 1924, in occasione delle nozze d'oro di Giovanni Maria Menardi (1848-1930), c'è lo spaccato di Cortina d'Ampezzo, negli anni in cui, appena terminata la Grande Guerra, il paese riprendeva a crescere. Vi compaiono otto bambini e ventitrè personaggi.
Di tre vogliamo parlarne.
Partiamo dal festeggiato Giovanni Maria che sta al centro, con la lunga barba bianca.
Aveva allora 76 anni ed era sposato, appunto, da mezzo secolo con Teresa Costantini (1850-1931) che sta alla sua sinistra. Una coppia fortunata con ben dieci figli. Il quinto Abele, morto per la Patria in guerra, nel 1916; il penultimo Sisto è il primo in piedi a sinistra e tiene in braccio un bimbo di nome Sisto Pio. Giovanni Maria resterà nella storia per essere stato al servizio del Comune, prima in qualità di impiegato diurnista (cioè con contratto giornaliero) e poi quale segretario comunale fino alla guerra e anche più. A parte la professionalità e la devozione senza un giorno di assenza, il cui ricordo è tuttora vivo, i ricercatori degli archivi comunali lo conoscono perché la sua grafia perfetta e leggibile consente lo studio ordinato dei documenti. E questo è il frutto evidente di una frequentazione scolastica modello oltre che di un carattere ordinato e preciso. Anche chi scrive gli manda tuttora un (tacito) grazie!
Ci spostiamo poi ai due sposi, che stanno subito accanto a sinistra, e che sono il fratello Giuseppe (1854-1938) del Grand Hotel Tre Croci, con la terza moglie Anna Knapp (1855-1937), elegante con lo scialle di seta e le collane al collo. Giuseppe resta uno dei giganti del turismo ampezzano a cavallo dell'Ottocento. La sua lunga vita è stata ricca di battaglie e successi. Partita dall'apprendistato nell'hotel Greif di Bolzano, dove aveva conosciuto la prima moglie Maria Teresa Bunleider (1863-1894), è arrivata al lussuoso albergo sul passo Tre Croci. Forse quello più dotato: centrale elettrica privata (la seconda in Ampezzo), campi da tennis, cappella privata, ufficio doganale per il disbrigo delle pratiche degli ospiti stranieri, linea telefonica privata in collegamento con la dependance di Cortina e, addirittura, una messaggeria privata, con autovetture, in collegamento con Dobbiaco.
Su quella è arrivato ospite dell'hotel il celebre musicista Gustav Mahler! I lutti familiari con la perdita, fra l'altro, delle prime due mogli, non avevano piegato la vecchia quercia che ci sorride con i baffoni bianchi e la severa giacca abbottonata a tre bottoni. Dalla seconda moglie Maria Carolina Knapp (1871-1904) aveva avuto sette figli, curati amorosamente dalla terza moglie, che vediamo nella foto.
Una parola infine sull'ultimo personaggio - ma tutti meriterebbero di più! - il signore che compare in alto, nel vano della porta, l'unico senza cappello. E' il dottor Angelo Majoni (1870-1932). Era il terzo figlio di Francesco detto Boto, un grande artigiano che aveva imparato la carpenteria all'arsenale di Venezia. L'ultimo figlio, Francesco Antonio, era morto per la Patria, nel 1917, durante la Grande Guerra.
Con l'aiuto dello zio Giambattista (1836-1908), alto dirigente della Luogotenenza, Angelo aveva frequentato l'università di Innsbruck, laureandosi in medicina e specializzandosi in ginecologia, internista e chirurgia, professione poi esercitata in Ampezzo prima come direttore dell'ospedale comunale poi come libero professionista. La sua intelligenza acuta, unita ad un cultura mostruosa, la frequentazione degli archivi di Cortina e non solo, la conoscenza di tre lingue hanno onorato la società ampezzana per oltre mezzo secolo. Il monumento che lo ricorderà per sempre è il dizionario Cortina d'Ampezzo nella sua parlata, edito a Forlì nel 1929, ristampato a cura della Cooperativa di Consumo di Cortina, nel 1981.
A Cortina lo ricordano una strada lungo il torrente Boite e la Casa di riposo a lui intitolata.