"Da centinaia d'anni le Comunità di Montagna preservano il loro territorio e le proprietà comuni di pascoli e boschi. Da domani questo patrimonio di civiltà e cultura potrebbe essere spazzato via. Il nuovo piano casa licenziato dalla Commissione regionale e pronto ad essere votato nella giornata di Giovedì non solo esclude totalmente i Comuni, imprendendo loro di tutelare il territorio, ma prevede addirittura di aumentare le volumetrie dei ruderi traslocandole su terreni agricoli. Tutto questo non deve succedere. A nome di tutti i miei concittadini - e sento di poter affermare anche dei miei colleghi Sindaci - io mi rivolgo ai consiglieri regionali perché superino le logiche di partito e corrente e votino secondo coscienza: non permettete che le nostre aree più belle siano invase dal cemento, non cedete il patrimonio dei nostri figli e di tutto il Veneto per il guadagno immediato e esiguo che deriverebbe al mercato delle costruzioni. Dopo l'abbuffata di capannoni e piani regolatori incentrati solo sulla produzione, il Veneto ha capito che il suo avvenire è racchiuso nella bellezza e nel turismo. Votare questo Piano Casa sarebbe tornare indietro di quarant'anni. A Cortina equivarrebbe a cancellare anni di sforzi sovrumani per impedire che speculazioni e interessi coprissero e rovinassero per sempre una tra le vallate più belle al mondo. Escludere Sindaci e, quindi, cittadini, dal destino di casa loro è contro la logica e il buon senso e va contro anni di cultura federalista. Come può una legge andare bene per il mare come per la montagna, per le aree industriali e le terre agricole? Venezia non può essere una nuova Roma che usa i territori a suo piacimento senza nessuna considerazioni per le persone che le abitano è sanno quanto delicati possano essere gli equilibri tra natura ed edilizia e quanto facilmente questi equilibri possano rompersi con un danno irrimediabile e incalcolabile per il futuro".
Enrico Pompanin
Vicesindaco di Cortina d'Ampezzo