Il testo del Comunicato Stampa con il quale l'Amministrazione Comunale commenta la decisione:
La Cassazione non ha accolto il ricorso del Sindaco Andrea Franceschi sull’illegittimità del provvedimento cautelare che da 160 giorni gli vieta di varcare i confini di Cortina ed esercitare il suo mandato elettorale. La decisione, resa nota nella serata di giovedì 22 ottobre, ha spento le speranze di quanti, colleghi in Giunta e cittadini, vedevano nell’esilio imposto al Sindaco una misura non commisurata né alla qualità dell’uomo che avevano scelto per la seconda volta come primo cittadino nel maggio 2012 né ai presunti reati per i quali la Procura di Belluno avvierà il processo nel febbraio 2014.
Il Sindaco, infatti, è accusato di tentata turbativa d’asta e abuso d’ufficio per aver suggerito ad una funzionaria – che poi, non riconfermata nell’incarico, lo denunciò ai magistrati – di ridurre il costo per il Comune di un bando e di allargarne i parametri d’ammissione al fine di permettere anche ad aziende, estranee al contesto locale, di partecipare. E’ altresì indagato per minacce a pubblico ufficiale, sulla base di un messaggio di testo, raccolto in sei mesi di intercettazioni telefoniche, nel quale intimava all’allora comandante dei vigili di togliere gli autovelox per dedicarsi alla “caccia” agli abusi edilizi.
Con queste accuse, che esplicitamente fugano il sospetto di guadagni o vantaggi illeciti, Franceschi fu prima costretto a 21 giorni di arresti domiciliari e, successivamente, destinato a 160 giorni di esilio. Un esilio che la decisione dei Giudici di Cassazione protrae, potenzialmente, per altri due anni e mezzo.
“Si tratta” ha commentato il Vicesindaco Enrico Pompanin, anch’egli coinvolto nella stessa vicenda giudiziaria e in attesa di udienza preliminare “di una prova crudelissima inferta alla Comunità di Cortina e di un trattamento immeritato riservato ad un amministratore corretto e infaticabile, la cui unica colpa è stata quella di voler influire positivamente sul futuro del territorio che le persone di Cortina avevano scelto di affidargli per la seconda volta nel maggio 2012”.
“E’ una prova dolorosa per tutti i membri della Giunta, che sanno come sono andate le cose, ma anche per tutti i cittadini che hanno visto un pezzo dello Stato relegare al confino un amministratore giovane, incensurato e onesto, sulla base di una delazione malevola”.
“In questa sconfitta, che è la sconfitta di una parte della Repubblica - quella votata dai cittadini che ti chiamano per nome - da parte di un'altra - quella che non risponde mai e a nessuno del suo agire – noi, membri della Giunta, prendiamo l’unica decisione che umanamente e moralmente riteniamo accettabile: Andiamo avanti e teniamo duro; la conquista del Mondiale di Sci del 2019 è una vittoria che deve essere assolutamente centrata. Non ci saranno pressioni che ci faranno deflettere da questo obiettivo strategico dal quale dipende una parte significativa dello sviluppo e della fortuna di Cortina per i trent’anni a venire. Qualsiasi altra soluzione, compreso l’anno di immobilismo conseguente al commissariamento, comporterebbe un vuoto di potere fatale di cui noi mai ci renderemo responsabili. Chi coglierà questa triste giornata per dare sfogo ai suoi malumori personali o al tornaconto politico per promuovere qualcosa di diverso da un’unità di intenti verso il traguardo del giugno 2014 a Barcellona lo farà a discapito non solo delle Cortina di oggi, ma, anche a soprattutto, a quella che tutti coloro che amano la Regina delle Dolomiti sperano di vedere sorgere domani”.