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«CORTINA INCONTRA»: ANCHE IL 2009 ANNO DI SUCCESSO, MA IL RAPPORTO CON LA COMUNITA' NON SEMPRE E' DISTESO

Luca Dell'Osta

01/09/2009

«Vorrei che questo articolo fosse la fine delle polemiche, su di me e su Cortina InConTra». E ancora:

«Se Voci di Cortina volesse lanciare una pubblica iniziativa in modo tale che io possa incontrare liberamente tutti quelli che ritengono che io sia brutto e cattivo, sarei veramente contento».

È così, Enrico Cisnetto: ha parlato «a ruota libera», e si raccomanda di usare le sue affermazioni «cum grano salis»: sta lontano dalla polemica - potrebbe farne, ma non lo si riesce a sbottonare - e invece parla della sua creatura, Cortina InConTra, con l'affetto che si deve a un'iniziativa che anche quest'anno ha portato al PalaInfiniti 70 mila presenze e centinaia di ospiti, in 114 incontri e in oltre un mese di programmazione.

«Non ho ancora i dati definitivi», sostiene Cisnetto, «ma possiamo dire che l'evento dell'estate 2009 è stato comunque straordinario».

Può dare una valutazione generale di quest'anno, raffrontandolo con quelli passati?

Quest'anno siamo riusciti a fare Cortina InConTra, e ciò è stato già un grande successo: con la crisi economica la situazione del mercato che si era creata era tale per cui noi ci siamo trovati a Pasqua in una situazione di grave difficoltà.

Era così grave, la situazione?

Era una situazione molto difficile, e c'era il serio rischio di non riuscire ad avere le risorse necessarie per fare la manifestazione.

Avete pensato di ridurre gli eventi per contenere le spese?

L'ipotesi di fare una manifestazione light, riducendo il numero delle giornate o facendo un solo appuntamento al giorno, da parte nostra sarebbe stato un ritornare indietro dopo una carrellata di successi che hanno sempre visto crescere sia qualitativamente sia quantitativamente la manifestazione.

Quindi, abbiamo pensato che era meglio trovare i soldi.

E alla fine ci siete riusciti…

Esatto, e questo ci ha dato una garanzia di successo in partenza: noi eravamo comunque contenti di esserci.

Poi, in corso d'opera, possiamo dire che il livello qualitativo del cartellone si è mantenuto altissimo.

Certo non spetta a me giudicarlo, ma se devo stare alle reazioni che abbiamo avuto… beh, devo dire che è stato di alta qualità, come e più degli anni scorsi.

Eppure Cortina non era poi così piena di turisti.

Anch'io ho avuto questa sensazione, che Cortina non sia stata pienissima, tolta la settimana dal 15 al 22 agosto. Probabilmente abbiamo agito su un bacino d'utenza più stretto rispetto agli altri anni.

È aumentato però enormemente il numero delle persone che ci ha detto di essere venuta a Cortina apposta per la manifestazione: questo ci ha fatto molto piacere.

Lei viene in vacanza a Cortina da più di 20 anni. Ha notato un cambiamento nel tipo di turismo da quando c'è Cortina In ConTra?

Sicuramente c'è stato un cambio del turismo in linea generale, che riguarda Cortina e tutti i posti di villeggiatura: più week-end e meno periodi lunghi - insomma, c'è un cambiamento sociologico nel modo di andare in vacanza e ciò riguarda tutti.

Relativamente a Cortina, la mia sensazione è che ci sia stato, nel corso del tempo, un abbassamento significativo del livello qualitativo delle presenze.

Un esempio?

Secondo me, si è pensato di poter avere a Cortina l'una cosa e il suo contrario: il turismo dei campeggi come quello delle ricche seconde case. Il caso di maggior successo dal punto di vista turistico in Italia è la Romagna: lì hanno fatto una scelta molto precisa scegliendo un determinato target, e su quello hanno investito.

Io credo che anche Cortina debba fare una scelta di… target! Se il golf, che dopo tanti anni sta partendo, è un segnale, mi sembra che sia un segnale verso una clientela qualificata e ricca.

Però poi le scelte devono essere tutte conseguenti: se si va in una direzione, quella deve essere e là bisogna andare a colpire.

Non si può avere contemporaneamente il tour operator che porta col pullman le signore che comprano le pentole durante il viaggio e i grandi nomi delle famiglie dell'imprenditoria italiana.

Tornando a Cortina InConTra, quanta fatica fa ad organizzarla?

È una fatica immane, ma non voglio sottolineare questo punto perché sennò sembra che io voglia fare l'eroe. Io faccio l'imprenditore privato, e come ogni imprenditore, la fatica c'è.

La mia non è un'associazione di volontariato.

È una società privata che fa un'iniziativa privata prendendo soldi dagli sponsor. Ma bisogna far capire a tutti che queste aziende non destinano i soldi a «Cortina» in generale e poi è furbo chi arriva per primo a prenderseli. Loro destinano i soldi a «Cortina InConTra» perché Cortina InConTra è fatta da Cisnetto, ha un certo tipo di caratteristiche, porta quel tipo di persone, ha quella fama e quel marchio, e cioè si è guadagnata le cose sul campo. Non è che esista un budget-Cortina, nelle aziende!

Un' accusa rivoltale dal viceSindaco in una intervista proprio su Voci, lo scorso maggio, era quella di aver monopolizzato gli sponsor e di non aver lasciato niente al Comune.

Guardi, questo non è vero. Anzi, molti sponsor ci chiedono di fare, a Cortina, convegni o cose del genere, ma fuori dal periodo di afflusso turistico. Io però ho il terrore di portare qui a Cortina persone, a fine settembre, che poi trovano gli alberghi, i negozi e i ristoranti chiusi. È venuto il momento in cui l'amministrazione, qualunque essa sia (non scendo nel merito politico, perché non sono un residente, non voto, e quindi è giusto che ciascuno sia autore del proprio destino), metta attorno a un tavolo tutte le realtà di questo paese. Credo di esserci anch'io tra i titolati a sedersi, per mettere maggiormente in sinergia le cose che ci sono e soprattutto per fare quelle che non ci sono. Io credo che questo tentativo possa e debba essere fatto. A me dispiace che nessuno mi abbia detto che i Mondiali di bob erano in difficoltà, perché magari avrei potuto tentare di dare una mano: facendo questo mestiere io ho i contatti, che possono rivelarsi utili…

Siete stati definiti «colonizzatori». Condivide?

Certamente no. Non riesco neanche a capire il senso di una definizione di questo genere: chi la fa, anzi, ha poco sale in zucca. Colonizzatori di che cosa? Io non ho portato via niente a nessuno. Ho creato ex novo una manifestazione, e spendo ogni anno 1,5-2 milioni di euro sul territorio per alberghi, macchine, personale, tipografie e quant'altro, più tutto l'indotto che non siamo in grado di calcolare. In più c'è un effetto mediatico che va dalle ore di diretta su sky e su internet alle radio e alla rassegna stampa che ormai va a peso… tutto questo ha un valore promozionale straordinario. Gratis.

La definizione «colonizzatore» non mi va proprio a genio; se è semplicemente per dire che non sono nato a Cortina, questo lo ammetto: non sono nato a Cortina.

Magari era qui che volevamo arrivare.

È forse una colpa non essere nati a Cortina?

Guardandomi intorno, sarei ipocrita se dicessi di no, e cinico se dicessi di sì. Preferisco essere cinico.

Sa, vorrei spiegare una cosa a queste persone per le quali io e tanti altri non dovremmo mettere piede a Cortina: quando sento parlare dei villeggianti come «questi qua», penso di essere in presenza di una concezione razzistica che si commenta da sola. Se Cortina è diventata ricca e famosa è perché sono venuti «questi qua» in vacanza. Certo, sono venuti per le montagne, che però appartengono al Signore se uno ci crede, oppure all'Unesco se uno non ci crede. Voglio dire, nel secolo della globalizzazione ancora qualcuno sostiene che a Cortina possono fare attività economiche solo le persone che sono nate qui?

Vogliamo concludere?

Noi possiamo fare molto di più e molto meglio di quanto abbiamo fatto fino ad oggi. Questi sono solo i primi otto anni di un'esperienza che può proseguire ancora e che può dare a Cortina molto di più. Mi dispiace solo che questa cosa faccia fatica a realizzarsi, e vorrei che ci fosse qualcuno di buona volontà, e se fosse un giornale sarebbe l'ideale, per la creazione di un clima di maggior rispetto e collaborazione, perché ce ne sarebbe da guadagnare. Per tutti.

(BOX)

 

ENRICO CISNETTO E ANDREA FRANCESCHI A CONFRONTO

Che rapporti avete con Cortina InConTra/Comune? A.F.: Manteniamo il rapporto che abbiamo con tutti gli organizzatori di eventi a Cortina. Loro sono qui per svolgere un'attività professionale, che ha evidentemente e legittimamente uno scopo di lucro, e il rapporto è comunque buono e corretto.

E.C.: Il Comune fornisce lo spazio. Poi abbiamo sempre avuto bisogno di trovare margini di collaborazione, ed è su questo che avremmo voluto un maggiore impegno. Non in termini economici, sia chiaro. Il Comune si è sempre lamentato, dal 2002, che la manifestazione pareva non essere di Cortina. A maggior ragione io ho poi sempre detto: partecipate, siate presenti; è con la presenza che si confermano la collaborazione e il fatto che questa manifestazione appartiene a Cortina e non a qualcosa di esterno. Poi, c'è il contenitore (il Pala). Il Comune ce lo dà, e noi ci mettiamo i contenuti, perché siamo capaci di farlo. Se domani una persona diventa assessore alla cultura senza essersene mai occupata, deve capire che ci sono dei professionisti che seguono queste cose e che portano a casa risultati proprio perché sono professionisti.

Questione del nuovo Pala: che fine ha fatto? A.F.: Noi abbiamo dato l'ok all'operazione (lo sponsor avrebbe pagato una struttura che da subito avrebbe regalato al Comune, con il vincolo di luglio, agosto e le settimane di Natale per svolgervi Cortina InConTra. Poi il Comune avrebbe potuto farvi ciò che voleva). Ma c'è stata la crisi…

E.C.: Ragionevolmente non è colpa di nessuno, nel senso che quando noi siamo arrivati a fare quell'accordo, eravamo in agosto.

Da settembre il mondo è cambiato, e le aziende non erano più nella condizione di mettere mano al portafoglio. Dico anche che sarebbe logico, da parte di un Comune come Cortina, pensare a un investimento di questo genere. Si potrebbe perseguire quell'obiettivo di allungare il periodo turistico grazie e soprattutto al turismo congressuale. L'Alexander Hall, è bene che ce lo diciamo una volta per tutte, non è funzionale. Se lo fosse stato ci saremmo andati subito - mica siamo cretini! - però non lo è, e quindi…

Torniamo un secondo al discorso della colonizzazione.

E.C.: Per colonizzare ci vuole qualcuno che porti via qualcosa a qualcuno. Io non ho portato via niente. Ho colmato un vuoto, lo ripeto.

A.F.: Intanto bisogna dire che i Cisnetto sono organizzatori di eventi molto professionali e bravi. Se devo sottolineare un limite? La loro organizzazione non è riuscita a integrarsi perfettamente con il tessuto sociale del paese. Si è venuta a creare una contrapposizione tra questa manifestazione e altre già presenti sul territorio, ma io credo che sia una questione più di approccio che di sostanza, e che si possa creare uno spirito più collaborativo con il paese.