Il Consiglio comunale del 18 agosto parte con la ormai consueta scaramuccia fra il consigliere di minoranza Gianpietro Ghedina e il Segretario comunale Agostino Battaglia a motivo del mancato rispetto delle norme di regolamento e di legge. Ricordiamo che già l'approvazione del bilancio comunale 2008 è saltata nella precedente riunione consiliare perché non era stato dato il tempo 'di legge' alle minoranze per consultare i documenti; il 17 luglio il Segretario scrive alle minoranze che i documenti sono a disposizione e che «l'argomento sarà analizzato nella competente commissione consiliare». Ghedina puntualizza che nessuna commissione è stata convocata a seguito della comunicazione e - per farla breve - Battaglia replica che lo schema della lettera era quello dell'anno precedente e che la commissione non è stata convocata perché l'argomento era comunque già stato trattato in una commissione (quella di giugno con le minoranze assenti e riconvocata 'informalmente' la settimana successiva con la riproposizione della materia di esame), rispettando la sostanza della questione.
Ghedina conferma la scarsa tutela dei diritti dei consiglieri comunali, il Segretario replica al - come lo chiama - «dottore della legittimità che se ritiene illegittimi gli atti, sa a chi rivolgersi, avendolo fatto altre volte.» Chiude il Sindaco ricordando che il «garante della legittimità è il Segretario Comunale» e che «se lui dice che si può andare avanti, andiamo avanti!».
APPROVATO IL BILANCIO COMUNALE DEL 2008: un bilancio in pareggio senza gli incassi dei Piruea da investire in opere pubbliche
Approda all'esame del Consiglio il bilancio 2008. Il Sindaco snocciola le cifre principali e rimarca gli aspetti più rilevanti del bilancio.
Lo scostamento più importante rispetto alle voci di previsione è quello del mancato incasso dei Piruea, i quali avrebbero dovuto coprire i costi delle opere pubbliche.
Ha di nuovo ricordato che non è intenzione del Comune rivedere i criteri per il calcolo dell'introito che il privato deve versare nelle casse comunali se vuole il cambio di destinazione ed ha ammonito che tutt'al più, in fase di Pat (nuovo Piano regolatore, ndr), gli edifici da riconvertire ritorneranno alla destinazione originaria (se erano alberghi, ad esempio, torneranno alberghi). E' poi ritornato sul famoso «buco» di bilancio, di cui molto si è scritto e polemizzato nel dicembre 2008. «Il buco non c'era» ha ribadito Franceschi.
«All'inizio di settembre alcuni debitori del Comune non ci davano i soldi che ci dovevano» e «per questo motivo si era pensato di vendere lo spazio dell'ex Q8» (la famosa asta di fine anno andata poi deserta, ndr); poi in extremis «i nostri debitori hanno pagato come era dovuto» e così il bilancio ha rispettato il Patto di Stabilità.
La valutazione politico-amministrativa è riassunta dal Sindaco ricordando la corretta impostazione del bilancio, sottolineando la situazione di crisi generale nella quale è stato gestito l'esercizio 2008 e precisando che, seppure il bilancio della Giunta precedente fosse in regola, la complessa situazione debitoria del Comune (compresi i debiti Gis) pari a 27 milioni di euro ha legato le mani all'Amministrazione.
Ciò nonostante al Sindaco sta a cuore ribadire che è stata mantenuta la «schiena dritta», evitando i soldi facili con i Piruea, in origine troppo vantaggiosi per i privati.
Il Segretario Battaglia ha successivamente voluto «tranquillizzare » sulla solidità dei conti, enumerando diversi dati e indici.
Secondo i suoi calcoli, il cittadino di Cortina avrebbe ricevuto servizi per 1.500.000 di euro in più rispetto alle tasse pagate. Sempre secondo gli indicatori richiamati nell'analisi in aula, la gestione comunale avrebbe una migliore efficienza rispetto agli anni passati.
Il famigerato Patto di Stabilità è stato rispettato - secondo le dichiarazioni del Segretario - per il contributo di 300.000 euro elargito dalla Regione alla fine dell'anno per la costruzione della Palestra di roccia. «Di solito arrivano a opere fatte», qui, invece, «è stata una sorpresa». Di solito queste entrate sono vincolate alla spesa specifica, per cui nel caso in esame non si sarebbe potuto destinarla a una copertura generica; viene però chiarito dal revisore dei conti Pais Becher che dopo il 30 novembre non si possono fare variazioni di bilancio e che il vincolo ad un'entrata di data successiva va definito per forza l'anno seguente.
Ovviamente le opposizioni non sono d'accordo con la visione della maggioranza; o almeno di quasi tutta la maggioranza, considerato che il consigliere Pietro Ghedina «Broco» - membro del gruppo del Sindaco - si è espresso in maniera severa rispetto sia («perché non la ridiamo alla dottoressa Cappellaro», ex capo della Ragioneria comunale) sia rispetto alle promesse non mantenute (rimandiamo al box con la dichiarazione), astenendosi dalla votazione del consuntivo.
Il consigliere di minoranza Gianpietro Ghedina ha criticato diversi aspetti del bilancio comunale e ha spesso chiamato in causa il Collegio sindacale per spiegazioni, elencando una serie di presunte anomalie tecniche di cui chiede un controllo e un riscontro. Il nuovo Revisore Pais Becher - subentrato nel giugno 2009 al Collegio composto da Sommavilla-Michielli-Lacedelli, non presenti alla discussione dei conti 2008 - è rimasto alquanto cauto rispetto ai fatti specifici e ha risposto riportando considerazioni ispirate a principî generali.
Le raccomandazioni 'di rito' dei Revisori hanno riguardato l'attivazione obbligatoria del controllo di gestione e la predisposizione del piano triennale del contenimento delle spese, oltre alla predisposizione dell'albo dei beneficiari.
Gianpietro Ghedina ha contestato la lettura ottimistica del bilancio fatta dal Sindaco e dal Segretario, perché «dipende da come si vedono i conti e quali voci vengono spiegate». Ribadisce la sua critica rispetto ad una programmazione poco realistica.
«Il problema che abbiamo segnalato erano gli 11 milioni di introiti da Piruea che avrebbero dovuto coprire altrettanti investimenti: come prevedibile, non sono entrati i soldi e non sono state realizzate le opere». Continua sul tema ricordando che «in fase di previsione sono state presentate opere pubbliche per 23 milioni ma che nel 2008 poi è stato fatto molto poco». A detta di Ghedina, per parte corrente è stato speso tutto lo spendibile, compreso l'avanzo di 1,7 milioni ereditato dalla precedente amministrazione, e nel 2008 sono state aumentate quasi tutte le tasse e le tariffe (parcheggi, piscina, casa di riposo, trasporto pubblico, oneri di urbanizzazione, rifiuti).
L'ultima frecciata di Ghedina - rispetto al fatto di essere già in agosto e che occorra perciò porre la massima attenzione all'andamento dei conti da qui a fine anno - ha dato modo al Sindaco di spiegare la sua posizione rispetto al Patto di stabilità.
Secondo Franceschi, il Patto ha una sua logica ma per i Comuni solidi e con i conti in ordine esso risulta penalizzante. Una circolare Anci invita a non rispettare il Patto nel 2009 e, mettendo le mani avanti, il Sindaco avverte di non accettare il fatto di avere le mani legate e di essere in contatto con i colleghi, rimarcando che sui Piruea non si cambia linea.
Il Segretario comunale considera il Patto a tutti gli effetti un «vincolo politico», capestro per i Comuni, perché meno spendono gli enti locali, più può spendere lo Stato.
Luigi Alverà rimarca a questo punto di nuovo la faccenda dei Piruea : «Avete scelto la linea forse facendo i conti senza la controparte» e che su quella «illusione » l'Amministrazione ha promesso un numero spropositato di opere che servono.
Il Sindaco ribatte che «le cose vanno avanti», come ad esempio le «case per i residenti», e che fra 3 anni si tireranno le somme di quanto fatto.
Il consigliere Demenego - se possiamo riassumere il suo intervento con un paio di battute - tralascia gli aspetti tecnici e chiede: «Che cosa è cambiato dall'anno scorso? E da due anni fa? Che cosa è stato realizzato in più rispetto al passato?» Critica poi l'atteggiamento dell'Amministrazione di cercare sempre 'scorciatoie' per fare prima e poi ... Risponde la coordinatrice di maggioranza Irene Pompanin: «Per poter apprezzare, occorre tempo. E forse occorre aspettare ancora un po'».
GIS E SEAM DICHIARATE DI PUBBLICA UTILITA'
Votazione per adempiere alle prescrizioni della Legge Finanziaria del 2008 che costringe anche i Comuni a verificare i requisiti che giustificano la «pubblica utilità» delle società partecipate. La ragione è quella di evitare il proliferare di società in capo agli Enti pubblici che non hanno ragione di esistere e che vengono tenute in piedi per tutto, tranne che per un efficiente servizio ai cittadini non gestibile dai privati.
Nel caso di Cortina, l'Amministrazione si è espressa sulle società Gis e Seam (impianti sportivi e trasporto pubblico) riaffermando le ragioni che hanno spinto 25 anni fa - nel caso della Gis - il Comune a fondarle.
Non si ravvisa la possibilità di demandare alla gestione privatistica i servizi che prestano le due «municipali» e viene ribadito il loro ruolo centrale nella politica d'incentivo alla vocazione turistica cortinese attraverso impianti ed eventi che non potrebbero essere gestiti direttamente dal Comune. Altra ragione per mantenere lo status di Società pubbliche è il fatto che gli stessi servizi dati in gestione al privato costerebbero di più al cittadino, dovendo il privato stesso ricavare una percentuale di utile dalle attività. Gis e Seam - è stato inoltro dichiarato - sono affermate e apprezzate, nonché fonte di lavoro e di know-how.
Demenego riporta il discorso a terra (la Gis perde 2.500.000 di euro l'anno) e fa comunque presente che è errato il concetto che cedere a terzi i servizi significhi che «il terzo» guadagna (a spese del cittadino): il privato ha motivazioni e criteri di efficienza da considerare con attenzione, tanto è vero - conclude - che lo stesso Presidente Gis nella relazione al Bilancio ha previsto di studiare la possibilità di cedere alla gestione privata taluni impianti e servizi.
APPARTAMENTI PER ANZIANI CON LA SENIOR CITY
Il progetto «Senior City» - promosso da una Fondazione privata - prevede di costruire una struttura residenziale per ospitare persone anziane autosufficienti.
Tutti gli appartamenti sono dotati dell'essenziale e sarà cura dell'ospite arredare l'abitazione assegnata con i propri mobili e secondo il proprio gusto (l'intenzione è quella di ricreare l'ambiente familiare). Il «condominio » avrà dotazioni comuni che offrono alcuni servizi essenziali per i bisogni delle persone di età avanzata quali ambienti per ritrovarsi, un «ambulatorio», spazi di relazione e altro.
Il terreno sul quale dovrebbe sorgere il complesso è un appezzamento sotto l'edificio Cademai, sul quale è possibile costruire per 4.000 metri cubi e un'altezza massima di 8,5 metri (tre piani più il sottotetto). La sua destinazione urbanistica è di Edilizia residenziale pubblica. L'Amministrazione si è impegnata con il voto in Consiglio a concedere alla Fondazione per Anziani - onlus l'area per consentire alla stessa di procedere alla progettazione e di raccogliere le risorse economiche necessarie.
Partendo dal presupposto che per coprire il fabbisogno di prime case, i cittadini anziani spesso non possono concorrere alle assegnazioni in diritto di superficie, il Comune ha supportato il progetto ponendo comunque dei paletti che garantiscono la «pubblica utilità» di tutto l'investimento.
Infatti si tratta di una concessione di terreni in diritto di superficie (o diritto a costruire) con durate oltre i trent'anni, destinati ad anziani residenti, a basso costo, con una rappresentanza comunale all'interno dell'organo di amministrazione e previa approvazione del progetto e del servizio dal Comune. Gli immobili diverranno di proprietà del Comune al termine della concessione. In ogni caso la costituzione del diritto di superficie avverrà non prima che la Fondazione dimostri di avere i soldi per la costruzione e l'avvio della struttura. Si conta di partire entro il 31 dicembre 2012, termine fissato per l'impegno del Comune.
La decisione del Consiglio è giunta dopo una richiesta della Fondazione. Negli ultimi anni la Fondazione ha infatti presentato tre soluzioni progettuali in diverse zone di Cortina, e tutte sono state respinte. Prima di presentare nuovi progetti - specifica la presidente della Fondazione Scarpa Ghedina, intervenuta in aula - i promotori hanno ritenuto opportuno disporre dell'assegnazione del lotto di terreno sul quale poi sviluppare il progetto di massima e, successivamente, il progetto definitivo. Con l'attribuzione del terreno, l'iniziativa prende corpo in maniera decisiva e la Presidente sollecita anche i cittadini a dare sostegno e fiducia alla proposta. Occorre infatti assicurare i fondi necessari per questo importante e ambizioso progetto; una parte già c'è, ma non è sufficiente e dovrà essere raccolta il prima possibile, per partire con un'opera innovativa e di forte indirizzo sociale. Sul fronte risorse è intervenuto Luigi Alverà, affermando che in luogo dell'atto di indirizzo forse si sarebbe potuto preparare un «accordo di programma» in quanto se l'opera è effettivamente necessaria - a questo proposito fa presente che è stato elaborato un sondaggio di opinione da parte della Fondazione, del quale però non si conoscono i risultati che sono depositati presso l'Assessorato al Patrimonio - allora il Comune non dovrebbe 'scaricarla' sulla Fondazione, magari dicendo poi: «Vi abbiamo dato l'opportunità e poi arrangiatevi ».
Il Sindaco ha replicato di essere in sintonia con il progetto e di voler tranquillizzare la Fondazione: l'Amministrazione comunale è disponibile a far parte della Fondazione, sia pure in situazione non maggioritaria.
Voto favorevole di maggioranza e opposizione.
PERMUTA TERRENI PER MICROCENTRALE IDROELETTRICA A MAION
Nel 2005 venne deciso di avviare un progetto da 530.000 euro per costruire una mini centralina idroelettrica a Maion (dietro l'ex caserma della Polizia Stradale). La realizzazione è a cura della società Bim, la quale viene ripagata in pochi anni con gli introiti stessi dell'energia prodotta, dando così fin da subito un utile netto al Comune. Per costruire l'impianto - di potenza nominale pari a 150 Kw, salto lordo di 226 metri e di producibilità pari a 500.000 kw/h/annue - è necessario acquisire dai privati alcuni terreni in quella zona.
Il Consiglio ha approvato la permuta a suo favore di circa 900 metri quadri (valorizzati a 26.000 euro) contro la cessione di 1.400 metri quadri (valorizzati 25.439 euro) nella zona di via del Castello, i prati sotto l'incrocio che dà sulla Statale.
ALLA SEAM L'INCARICO DI STUDIARE IL PARK INTERRATO IN LARGO POSTE
Nel programma delle opere pubbliche per il triennio 2009 2011 è prevista la costruzione di un parcheggio interrato in Piazza Poste, da realizzarsi con la «finanza di progetto» (l'opera è realizzata dal privato e si finanzia con gli introiti).
In Consiglio comunale è approdata una nuova idea per la realizzazione: invece di organizzare il tutto direttamente dal Comune, l'operazione verrà fatta dalla Seam, la società comunale di trasporto pubblico che dispone di un capitale sociale di 64.000 euro. La società avrebbe «un'agilità superiore», pur nel rispetto delle procedure dei bandi pubblici. Si rinuncia alla «finanza di progetto» e si torna a immaginare un'operazione fatta 'in casa'.
La proposta nasce dalla stessa società Seam che dopo avere effettuato un'indagine di mercato (che è risultata essere «orale»), si è proposta di realizzare il parcheggio in Piazza Poste. L'idea di massima è quella di far partire il cantiere nel 2010. Il presidente Seam Marco Siorpaes è fiducioso che vi sia la sostenibilità economico-finanziaria - spiega il Sindaco - sia per gli introiti delle soste in circolarità, sia per la concessione trentennale in anticresi (affitto) dei posti auto, con un incasso anticipato di problemi di cassa.
La proposta di delibera arrivata in aula prevedeva la concessione a titolo gratuito a Seam del diritto di superficie sull'area di Piazza Poste, vincolandola a realizzare i parcheggi interrati e di superficie in numero almeno pari a quelli attualmente in uso (a rotazione) e di destinare tutta l'area a uso pubblico (con termini di inizio cantiere pari a un anno e di esecuzione dei lavori pari a tre anni, con il vincolo di concessione massimo di 30 anni).
A seguito della discussione e delle osservazioni di minoranza, la delibera finale assegna un più prudente «incarico» a Seam di «verificare la fattibilità» (a sue spese) dell'operazione in termini tecnici ed economici per poi tornare in aula e mettere in discussione i risultati degli studi, prima di procedere a intavolare diritti e a stipulare contratti (peraltro soggetti anche ad una normativa fiscale piuttosto articolata).
Per le minoranze l'idea è buona, pur chiedendosi se sia sostenibile economicamente. Gianpietro Ghedina chiede come mai non viene presentato un prospetto con il riassunto di tutti i dati e le cifre in ballo, preventivi scritti, delibere formali, piani finanziari dettagliati.
Da un punto di vista progettuale, vi è il problema degli imponenti edifici a corona della zona (palazzo delle Poste in primis) e l'indagine effettuata gli anni passati non consente di immaginare più di due piani (fermo restando che sotto il piano stradale in quella zona vi sono un sacco di cavi e condutture). Secondo le sue riflessioni, il parcheggio di due piani consente un totale di 110-120 posti auto. Da un punto di vista economico, il costo complessivo di 7 milioni è facile salga a 8/9 milioni, che si ricavano a stento anche ipotizzando di vendere a titolo definitivo tutta la proprietà (calcolando 80.000 euro a posto auto). Inoltre, conclude, la Seam è piccola e sottocapitalizzata per un investimento così importante.
Rinforza il ragionamento il consigliere Luigi Alverà facendo gli auguri al presidente Seam ed esortandolo a guardare bene le carte, in quanto la società si assumerebbe tutti i rischi pieni dell'operazione, rischi che sarebbero stati scaricati sul privato in caso di «finanza di progetto».
Demenego (unico a votare contrario) ricorda la storia del sito - non considerato già nel 1989 perché l'operazione sarebbe costata troppo - e rimarca oltre a tutti i vari problemi, anche quelli idrici nel sottosuolo. Considera l'iniziativa una 'sciocchezza' (per usare un eufemismo) e lascerebbe l'incarico dell'operazione in capo ai privati, com'era previsto.
MUTAMENTO TEMPORANEO DESTINAZIONE TERRENI
Cambio di destinazione temporaneo per 99 anni dei terreni comunali in Faloria ad uso dei ripetitori Rai e in zona Eliporto di Fiames per la sistemazione della zona (tratteremo completamente il tema Eliporto quando scadrà il bando di assegnazione del progetto).
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ALCUNE OSSERVAZIONI SULLA CENTRALINA IDROELETTRICA IN LOC. MAJON
Il 18 agosto 2009 alle ore 19 il Consiglio comunale di Cortina d'Ampezzo ha approvato all'unanimità il progetto del BIM per costruire una centrale idroelettrica in loc. Maion, alimentata dall'acquedotto comunale del Forame.
Alcune informazioni.
Il Comune ha da decenni la concessione per prelevare una determinata quantità d'acqua ogni minuto secondo dalla sorgente naturale del Forame (tra Ospitale e Cimabanche) e di convogliarla fino all'abitato di Cortina d'Ampezzo lungo il tracciato della ex ferrovia, per uso civile e potabile. Ma il consumo di acqua in paese non è costante, quindi da sempre ad Ospitale l'acqua concessa, ma non utilizzata, viene rilasciata nel torrente Felizon, dove c'è quindi una specie di «troppopieno», che specialmente fuori stagione e di notte ha una notevole portata.
L'idea della centrale elettrica sull'acquedotto nasce proprio da questo «troppopieno» di acqua concessa ma non utilizzata, ed il progetto approvato prevede di «spostare» il rilascio dell'acqua in esubero, da Ospitale a Majon utilizzando la condotta esistente, per sfruttare il salto di quota di 170 metri e ricavare così preziosissima energia elettrica «verde», in un nuovo fabbricato da costruire appositamente a Maion accanto alle sede della ex ferrovia. È previsto che l'acqua in esubero venga poi rilasciata nel vicino Ru da Cianpo in modo che possa poi defluire lungo il Boite.
Alcune considerazioni.
Mi ha molto meravigliato che agli amministratori non sia venuto in mente che per avere il massimo rendimento energetico, sarebbe stato opportuno provare a progettare la centrale ad una quota il più in basso possibile rispetto all'acquedotto, in modo da sfruttare un salto di quota maggiore per questo «troppopieno» dell'acquedotto del Forame, che oggi è ad Ospitale a circa m. 1430 s.l.d.m..Magari giù sotto la ex-polveriera, a m. 1150, oppure sotto al ponte della ferrovia, per poi scaricare nel Bigontina a quota m.1200 anziché su a Majon a quota m.1260.
Interrando poche centinaia di metri di condotta forzata, lungo il Ru da Cianpo, o lungo via Ca' Zanna o lungo Via Marangoi, si poteva raggiungere l'unica centrale idroelettrica comunale esistente vicino allo Stadio del Ghiaccio a quota m.1200, che dalla sua costruzione per le Olimpiadi oltre 50 anni fa, non è ancora mai entrata in funzione e quindi non ha mai prodotto neppure un filo di energia.
Sarebbe stato un bel segnale di efficienza amministrativa tentare di dare finalmente vita alla centrale comunale esistente dietro all'hotel Barisetti, anziché andare a progettare, a costruire e a pagare a Majon un nuovo fabbricato, con l'aggravio per il patrimonio comunale di dover anche acquisire con permuta i necessari terreni. A cui si aggiunge la «rinuncia» all'energia idroelettrica «verde» di ben 60 metri di salto (pari al 35%), per lasciare ulteriormente inutilizzata la centrale elettrica esistente, completa dei suoi macchinari ancora nuovi di zecca.
Sisto Menardi