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PENSIERI SU DI UN MESE FINITO

Ennio Rossignoli

01/09/2009

E' appena passato, salutandoci con i suoni festosi delle bande e i rintocchi dolenti di una tragedia del volo. E' passato il mese dedicato al divo Augusto, il più famoso imperatore di Roma, che gli ha dato il nome: il mese del solleone, del sapore di mare, della ferraglia a motore che si accoda implacabile lungo le strade della vacanza. Parliamo ovviamente di agosto, al quale non c'è barba di crisi capace di togliere il cappello dello svagamento di massa, il sacro intoccabile rito di una religione che ha tra i suoi più devoti seguaci proprio gli italici lombi. L'abbiamo visto perfino in questo anno così truce e malintenzionato, perfino nella Cortina che ha la griffe di riserva dei ricchi (ma occorre distinguere); certo anche in tempi di cattivo gusto come questi, la bellezza esercita richiami più forti della stessa economia, e di bellezza la Regina d'Ampezzo se ne intende, eccome: una natura stupefacente, alla quale tuttavia capita che gli uomini fatichino a stare dietro, impegnati come sono a far quadrare i conti e perciò a inventare seduzioni di ogni qualità - magari perdendo di vista quella vera. Questo ultimo è stato un mese sempre trafficato (veramente un po' di meno), sempre affollato ( un po' di meno), sempre accaldato (un po' di più): qualche contrazione delle presenze, qualche camera libera a ferragosto e subito si sono levati alti i lai alberghieri, ma qui i problemi hanno le gambe lunghe, perché è da tempo che l'estate cortinese riduce i suoi termini combattendo una impari lotta con i divertimentifici da spiaggia o da barca; e come non bastasse, se riempie i tendoni dove ci si incontra, o le scale mobili della Cooperativa (il nome non inganni), deve pure soffrire i confronti ravvicinati con l'Oltrecarbonin! E' vero che le mode cambiano, ma chi ricorda la Cortina degli anni ruggenti - quando si ballava a tutte le ore, c'erano ristoranti aperti fino all'alba, agli angoli di strada si offrivano le crepes appena sfornate o in piazzetta suonava un organo Hammond - non può non provare qualche stretta nostalgica. Ma più che riandare a un passato che non tornerà, occorre guardare bene in faccia il presente per trovarvi i presupposti di un futuro possibile: una ricerca tutt'altro che facile perché tanti sono i coefficienti della situazione attuale. Per limitarci a quelli di riferimento locale, potremmo citare a mo' di unico esempio l'incapacità - o l'impossibilità? - di predisporre servizi che consentano alla vita di Cortina di non morire alle otto di sera. Per la verità un tentativo si era fatto - ricordate i mercoledì «aperti»? -, ma si trattò di un esperimento fallito prima ancora di essere riuscito, sicché niente movida ampezzana, a parte qualche agitato angolo giovanile. Si dice, c'è l'inverno, la sfavillante stagione dello sci (neve permettendo)! Ma il povero agosto è fuori solstizio: nel mese del divo Augusto si può al più passeggiare magnificamente sui sentieri dell'alpe, o tra le vetrine del Corso, andare per ferrate o prolungare gli aperitivi. C'è il sole (quando c'è), da quassù il mondo è bello e i brutti pensieri se ne vanno. Poi arriva l'autunno, quei pensieri tornano e il mondo sembra - ed è - meno bello: è a quella stagione che conviene pensare. Quest'anno e tutti gli anni, a Cortina come dovunque.