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Attacco all'opposizione del vicesindaco facente funzioni Enrico Pompanin. Dura la replica di Ghezze

Redazione

16/05/2013
L'ATTACCO DI POMPANIN

"E' venuta fuori ieri a Venezia la verità: Stefano Ghezze non era stato convocato dalla Procura di Belluno. Aveva chiesto lui stesso di poter essere ascoltato". E' con un distacco "carico di disprezzo"  che il Sindaco facente funzioni di Cortina d'Ampezzo Enrico Pompanin stigmatizza "l'inganno che la minoranza in Consiglio comunale ha cercato di spacciare a cittadini e giornalisti: contriti alla luce del sole, delatori nell'ombra".

Una condanna "umana ancor prima che politica" quella che viene dall'Amministrazione di Cortina e rivolta al capogruppo dell'opposizione che, nei giorni che precedevano la revoca degli arresti domiciliari al Sindaco eletto Andrea Franceschi, compariva in Procura a Belluno per essere ascoltato sulla vicenda.

"Quando abbiamo visto le immagini di Ghezze che saliva le scale della Procura carico di faldoni, abbiamo pensato: «Che strano; perché si porta dietro tante carte se non sa neppure cosa gli chiederanno?». Ma la fiducia umana prevalse, lasciando la domanda pendere senza risposta e senza dubbio".

Una fiducia che il dibattimento a Venezia ha azzerato "rivelando chiaramente che Ghezze, quell'incontro, se l'era preparato con cura, e che le carte che aveva chiesto volontariamente di mostrare pretendevano di confermare le accuse di Emilia Tosi. Articoli di riviste locali e voci presentate come prove a suffragio dell'impianto accusatorio. Che vergogna Ghezze: sorrisi e falso imbarazzo nel chiedere le dimissioni servivano a mantenere una facciata di benevolenza . In realtà i tuoi appelli all'unità mascherano intenti meschini. Pessima prova umana. Meglio essere indagati che falsi fino a questo punto. Intanto, mentre la minoranza si ostina a parlare di divisione e diffonde messaggi negativi dipingendo una Comunità spaccata che esiste solo nella loro testa, continuano a piovere da tutte le parti attestati di vicinanza e sostegno ad Andrea Franceschi e all'Amministrazione. E' l'opposizione l'unica ad essere divisa. Divisa dallo spirito  di Cortina d'Ampezzo e dai suoi abitanti".

(comunicato stampa dell'Amministrazione comunale)



LA REPLICA DI GHEZZE


“Sono allibito dalla violenza verbale dell’amministrazione e dalla strumentalizzazione messa in atto nei confronti della nostra lista”. A dirlo è il capogruppo di minoranza Stefano Ghezze della lista “Per la nostra Cortina” dopo aver letto la nota del vicesindaco Pompanin.

“Ci sono una serie di inesattezze imbarazzanti. Non riesco ancora a crederci”, afferma Ghezze. “Pensavo che di fronte a una vicenda giudiziaria di questo tipo ci fosse maggiore precisione. Innanzitutto non sono mai stato presso gli uffici della Procura della Repubblica di Belluno. Non so nemmeno a quali immagini si riferisca Pompanin e la cosa mi inquieta. Sembra quasi un avvertimento del tipo “guarda che io ti seguo e so dove vai”. Penso si sia superato ogni limite”.
“Sono stato invece presso il comando provinciale della Guardia di Finanza di Belluno sulla base di un appuntamento concordato con il Comando Compagnia di Cortina, dove mi ero recato qualche giorno prima con una segnalazione di un cittadino che nulla a che vedere con l’impianto accusatorio mosso nei confronti del sindaco in queste settimane. Un fatto inedito e sul quale ho intenzione di mantenere il riserbo”.

“Quanto ai fatti contestati a Franceschi mi limito a dire che sia io che Gianpietro Ghedina siamo stati ascoltati dalla Guardi di Finanza in quanti consiglieri comunali e quindi a conoscenza di informazioni utili ai fini dell’indagine. In questo senso non abbiamo fatto né più né meno del nostro dovere. Fare il contrario probabilmente poteva configurare un reato. Di faldoni neanche l’ombra. Per trasportare il tutto ho utilizzato una semplice cartellina. Il materiale che ho consegnato – a dirla tutta – poteva stare su una tasca, ma non mi andava di consegnarlo piegato o deteriorato”.
“I toni utilizzati da Pompanin sono di una violenza gratuita, fomentano solo il sospetto e un clima di caccia alle streghe quando invece servono trasparenza e collaborazione con gli inquirenti. Ripeto per l’ennesima volta che noi siamo qui per amministrare e fare il bene della comunità, non per giudicare nessuno”.

“Alcuni passaggi della nota di Pompanin sono passibili di denuncia, ma non mi va di aggiungere carne al fuoco anche perché alla fine pagano i cittadini di Cortina. Una cosa è certa: avvertimenti di questo tipo non mi piacciono”.

(Comunicato stampa del gruppo consiglare  Per la Nostra Cortina)