Ancora un NO all'aeroporto di Fiames
    

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Ancora un NO all'aeroporto di Fiames

Lettere al giornale

07/11/2016

Spett.
Voci di Cortina

Milano 6 novembre 2016


Ho letto con interesse lo scritto del vicepresidente del WWF Veneto in merito alla ventilata riattivazione dell'aeroporto di Cortina  e lo condivido integralmente.

Come è noto (lo ho scritto più volte) ho sempre ritenuto e ritengo la riattivazione della superficie di Fiames  al fine di munire nuovamente Cortina di uno scalo aereo, un progetto inaccettabile ed insensato.

Ricordo - tra l'altro - gli incidenti dei quali si rese responsabile la infelice quanto obbligata conformazione della pista di atterraggio/decollo peraltro immodificabile e mi chiedo quanto, in funzione dell'utilità che potrebbe derivarne all'economia cortinese, buon senso suggerirebbe un nuovo tentativo.

Ma vorrei fare una breve disgressione riallacciandomi all'impatto ambientale negativo che il sorvolo della valle di Ampezzo comporterebbe anche per la fauna che ancora popola il contesto la quale, già ampiamente decimata dalla eccessiva e sconsiderata antropizzazione del territorio, non beneficerebbe certamente del notevole frastuono derivante dalle turbine dei 6, 10, o 15 jet  giornalieri.

Giorni orsono, risistemando la mia corrispondenza personale ho rinvenuto, tra i cimeli religiosamente conservati, una lettera pervenutami su carta intestata   "Hotel de la Poste"  del 10 giugno 1983 a firma "tuo affezionato Renato" .

Di Renato Manaigo ho avuto il privilegio di essere amico di vecchia data sino a quando purtroppo  ci ha lasciati.

Renato con lo scritto che qui richiamo mi ringraziava per il "determinante aiuto che ci hai dato onde avere assegnate le tre capre di stambecco dal Gran Paradiso. Di questo a Cortina te ne sono grati anche i cacciatori della NORD!"(omissis).

Premetto e chiarisco che non sono mai stato un cacciatore né ovviamente lo sono tutt'ora: ma essendo un affezionato... quasi cortinese ed amandone lo splendido territorio, la sua flora, la sua fauna, le sue montagne, mi interessai, circa 35 anni orsono, per favorire  l'accoglimento della richiesta rivolta all' Ente Parco Nazionale Gran Paradiso per la creazione di colonie di stambecchi sull'arco alpino. Cortina chiedeva appunto di ottenere "tre femmine di stambecco da lanciare nelle Dolomiti" al fine di incrementare la riproduzione e quindi il ripopolamento di questo maestoso ungulato. 

La richiesta, dopo la rituale istruttoria venne favorevolmente e rapidamente accolta e Renato mi invitò anche al "lancio" delle bestie che avvenne, se la memoria non mi tradisce, nel territorio del Rifugio Biella alla Croda del Becco.

Ora mi giunge voce che quella colonia che pure aveva prosperato, è stata decimata dall'uomo e dalle malattie.

Se ciò fosse vero non vorrei che a terrorizzare quei pochi stambecchi che rimangono si aggiungesse pure l'insopportabile frastuono delle turbine ed il conseguente inevitabile inquinamento atmosferico.

Rinnovo quindi la mia totale adesione a quanto espresso dal Vicepresidente del WWF Veneto ed auspico che gli aerei, anche se trasportanti frotte di emiri o paperoni russi, arrestino i  loro voli a Tessera piuttosto che negli altri aeroporti adatti a tale traffico.

Cordialmente

avv. Bruno de' Costanzo