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Riflessioni sugli aggiustamenti di rotta in corso d'opera

Associazione Comitato Civico Cortina

01/03/2013
«Con tante incognite i guai di cantiere sono dietro l'angolo così come gli aggiustamenti di rotta in corso d'opera cui gli ingegneri devono far fronte». Così dichiara l'assessore Adriano Verocai, riferendosi al cantiere della palestra di roccia in località Sopiazes, per il quale la Giunta ha appena deliberato di sborsare 250.000 euro in più rispetto a quanto preventivato nel contratto d'appalto.

È cosa più che nota, oseremmo dire scontata, talmente scontata che perfino una massaia lo capirebbe con estrema facilità, che in fase di gara le ditte che cercano di aggiudicarsi un lavoro cerchino di ribassare quanto più possibile l'offerta, salvo poi presentare il conto degli "imprevisti" all'appaltatore.

Ricordiamo ai lettori che l'assessore ai Lavori Pubblici Adriano Verocai, durante il Consiglio comunale del 27 dicembre scorso, si era indispettito per un articolo apparso su Voci di Cortina riguardo al parcheggio di Largo Poste e aveva dichiarato: «Mi lascia esterrefatto avere un progetto approvato e dire che non funziona per colpa di massaie (il Comitato Civico Cortina, ndr) che fanno il conto della spesa.

Si fanno i conti che non si sanno fare e che poi vanno su giornali scritti e nelle case dei cittadini» (vedi Voci di Cortina n. 104 - gennaio 2013, e anche n.103 - dicembre 2012, scaricabile anche dal sito vocidicortina.it).

Ora, con una briciola di buon senso casalingo, a qualunque massaia verrebbe da pensare: «Ma se a Sopiazes, in un terreno dove, per quantosia di nostra conoscenza, non sono stati evidenziati particolari problemi geologici e senza edifici attorno, per fare lo scavo per la palestra ci sono tante incognite e quindi tanti aggiustamenti di rotta nei lavori diventano necessari, con conseguente aumento dei costi, lo stesso varrà pur per il futuro cantiere del parcheggio in Largo Poste, dove si farà uno scavo di 36 mila metri cubi di terreno, dove sono stati messi in evidenza grossi problemi idrogeologici e in un terreno circondato da palazzi enormi, dove infatti, come dichiarato nelle perizie, si andrà a lavorare a vista...».

Ma certo che no! Non vorremo mica paragonare il parere dei dottori, degli ingegneri e degli assessori a quello delle massaie! In Largo Poste, ovviamente, non c'è nessuna incognita, i soldi preventivati rimarranno quelli e non un euro di più verrà speso, Iva compresa.

Ora lasciamo perdere l'ironia, perché qui è davvero necessario riflettere: secondo gli ingegneri tutto si può fare, sempre e comunque, perché ci sono le tecnologie avanzate e i materiali innovativi che lo permettono; questo è probabilmente vero, tutto dipende da quanti soldi si è disposti a spendere.

Ma avete notato che negli ultimi anni ogni volta che piove per più di tre giorni consecutivi l'Italia va in emergenza? Allagamenti, frane, crolli, smottamenti, che di per sé sono fenomeni normali, investono abitazioni, capannoni industriali e strade, con le conseguenze che tutti purtroppo possiamo siamo constatare ogni anno, quasi ogni mese.

Siamo certi che su tutti i progetti di quegli edifici e di quelle strade che si allagano o che crollano c’è la firma di un ingegnere che, più o meno in buona fede, ha detto che si poteva fare, e il benestare di un committente che, più o meno in buona fede, ha dato l’ok, ma che probabilmente, nel bel mezzo dei lavori, si è trovato costretto a tagliare i costi e a risparmiare sulle tecnologie e sui materiali innovativi; le conseguenze sono quelle che poi puntualmente troviamo ben riportate nelle pagine dei giornali e nelle inchieste giudiziarie.