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Urbanistica: con tre sentenze nel giro di una settimana il Tar dà ragione al Comune di Cortina su ricorsi di privati cittadini

Marina Menardi

01/02/2013
Con tre sentenze nel giro di una settimana a proprio favore l'Amministrazione comunale di Cortina d'Ampezzo può dichiararsi soddisfatta per le sue ulteriori vittorie sui ricorsi da parte di privati nel campo dell'edilizia e dell'urbanistica. Il Tribunale amministrativo del Veneto sembra essere vicino al Comune nelle battaglie sostenute contro gli abusi edilizi e la lotta alla cementificazione.

«Il Comune di Cortina spende 400mila Euro all'anno in spese legali per difendersi dall'abusivismo edilizio, ma sono tra i soldi meglio spesi del nostro bilancio, perché il territorio rappresenta il nostro patrimonio più prezioso e la migliore eredità da lasciare ai nostri figli», ha dichiarato in una nota l'assessore ai Lavori Pubblici Adriano Verocai alla notizia che il Tar del Veneto ha dato ragione al suo Comune una volta di più.

«Tre su tre rappresenta un successo su tutta la linea - ha commentato ancora Verocai - .
Sono state premiate in tutto e per tutto le scelte dell'Amministrazione su case in diritto di superficie ed edilizia».

RESPINTA L'ISTANZA CAUTELARE DI NICOLA DE SANTIS
La prima sentenza a favore del Comune riguarda il ricorso di Nicola De Santis verso il Comune per la sua esclusione dalla graduatoria per l'assegnazione delle case in diritto di superficie. De Santis, nel momento della domanda per entrare nelle graduatorie (2010) era "single", ma ora si ritrova sposato con un figlio, quindi con uno stato di famiglia cambiato. Subentrato a Cadelverzo di Sopra come ultimo, si è ritrovato con l'appartamento più piccolo - circa 70 metri quadrati calpestabili - contro gli 85 metri degli altri nove appartamenti.

De Santis ha quindi rinunciato all'appartamento, in quanto piccolo per il suo nuovo stato di famiglia. Il regolamento dice che, una volta rinunciato, si esce definitivamente dalle graduatorie. Su questa norma è stato fatto ricorso, con la speranza di non dover rinunciare alla possibilità di poter avere un altro appartamento consono al suo attuale stato di famiglia.

Questo ricorso avrebbe bloccato tutte le graduatorie del diritto di superficie a Cortina e sospeso i lavori fino alla sentenza. Per questo il Comune ha deciso di costituirsi in giudizio contrastando la richiesta di De Santis.

Il Tribunale ha poi sancito come il provvedimento impugnato appaia pienamente legittimo nella parte in cui estende il regime della decadenza anche ai soggetti chiamati a subentrare nell'assegnazione di un appartamento già progettato, quando abbiano a rinunciare alla proposta. «Il Tar ha riconosciuto in pieno le ragioni dell'Amministrazione » ha spiegato l'avvocato Alessandro Calegari incaricato della difesa dal Comune «in quanto ha riscontrato la corretta e letterale applicazione del bando». Via libera dunque ora alle assegnazioni mancanti - sono otto - in modo tale che i lavori di costruzione delle case in diritto di superficie possano avviarsi regolarmente.

NEGATO IL CONDONO A UN LABORATORIO ARTIGIANALE IN LOCALITÀ PIAN DA LAGO TRASFORMATO IN ABITAZIONE
Il Tribunale amministrativo ha respinto il ricorso presentato dal signor Walter Bottos per un immobile a Pian da Lago un tempo adibito a laboratorio artigianale e poi abusivamente frazionato e trasformato in abitazione. Secondo quanto hanno ricostruito i giudici, il signor Bottos aveva acquistato gli spazi dalla Falegnameria Scrocco, dove erano già stati eseguiti, dice la sentenza, "interventi al fine di rendere totalmente indipendenti gli uni dagli altri i vari locali (allora dormitori) situati al primo piano.

Premesso di aver da sempre utilizzato la porzione dell'immobile acquisita in proprietà dalla falegnameria Scrocco quale unità abitativa, il ricorrente presentava un'istanza per la concessione del condono edilizio". La richiesta evidenziava come il mutamento della destinazione d'uso da dormitorio a nuova unità abitativa era avvenuto prima del 30 marzo 2003, ultima data utile per accedere al condono.

Indagando e incrociando diversi documenti, gli uffici comunali hanno visto emergere
"elementi tali da escludere che alla data indicata dal legislatore si fosse verificato il mutamento, seppure funzionale, della destinazione d'uso". Da qui il diniego del Comune e la lunga battaglia legale dalla quale l'Amministrazione, difesa dall'avvocato Alessandro Calegari, è uscita vincitrice. La riconosciuta legittimità dell'operato del Comune e del provvedimento di diniego del condono, infatti, potrebbe costringerlo a rimuovere tutte le opere fino a oggi realizzate. Un'eventualità che il signor Bottos cercherà probabilmente di scongiurare ricorrendo al Consiglio di Stato per sospendere la sentenza.

RESPINTO UN RICORSO PER COSTRUIRE IN CORSO ITALIA

Il terzo ricorso respinto è quello presentato da Marisa Luigia Carolina Caldart contro il diniego opposto dal Comune alla sua richiesta di demolire e ricostruire il pianosottotetto di un edificio in Corso Italia.
La richiesta era già stata respinta nel 2008 perché avrebbe comportato un incremento volumetrico dei locali e il Tar ha accolto l'eccezione preliminare presentata dal difensore del Comune l'avvocato Alessandro Calegari, accogliendo la tesi dell'inammissibilità del ricorso.

Secondo i giudici, infatti, il verdetto del 2008 era ancora valido, non era stato impugnato secondo i termini e l'incremento volumetrico rimaneva inammissibile come lo era quattro anni fa.
Il progetto, in particolare, prevedeva - per consentire l'innalzamento della falda di copertura, altrimenti vietata dalla normativa di piano che, per simili interventi di ristrutturazione pesante, impone il mantenimento della volumetria esistente - un restringimento delle murature perimetrali dell'ultimo piano dello stabile, da mascherare attraverso tamponature laterali in legno.

Si sarebbe così, secondo la ricorrente, evitato l'aumento volumetrico dello stabile dovuto all'innalzamento del tetto, restringendo i muri laterali, ma in linea con quanto già sentenziato nel 2008, il Tar ha giudicato inammissibile il ricorso.

N. 21/2013 SENTENZA TAR - DA LABORATORIO ARTIGIANALE A RESIDENZIALE:
NEGATO IL CONDONO

(estratto)
Il ricorrente è proprietario in Comune di Cortina d'Ampezzo di una porzione di bene immobile […] Trattasi di un locale, di modeste dimensioni, posto al primo piano di un fabbricato avente destinazione artigianale, originariamente costituito da un corridoio, un lavatoio e due camere, che era stato destinato ad ospitare i dormitori per l'attività artigianale (falegnameria appartenente alla ditta Scrocco) situata al piano terra dell'edificio.
[…] Il ricorrente presentava in data 10.12.2004 istanza per la concessione del condono edilizio per mutamento della destinazione d'uso da dormitorio a nuova unità abitativa, evidenziando nell'istanza che detta destinazione risultava tale alla data del 30.3.2003, essendo state a tal fine realizzate opere di impiantistica, funzionali al nuovo uso.
DIRITTO
[…] Ancora una volta va, invero, ricordato come il pregresso utilizzo dei beni come dormitorio per l'esercizio della connessa attività artigianale sia di per sé molto vicino all'utilizzo come unità abitativa e quindi fosse necessario evidenziare elementi ulteriori al fine di attestare il preteso cambio di destinazione.
La presenza di arredi (letti, cucina economica), così come rilevabili nelle foto allegate al sopralluogo eseguito nel 2004, non appare nel caso di specie probante in quanto, lo si ripete, i locali erano adibiti ex ante a dormitori e quindi il confine tra la precedente destinazione e quella residenziale, […] , è estremamente labile e come tale necessitava di una prova rinforzata, che il ricorrente non è riuscito a rendere.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Seconda) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge.
Condanna la parte ricorrente al pagamento delle spese di lite, liquidandole a favore del Comune intimato nella somma di € 3.000,00 (tremila/00), oltre oneri di legge.

N. 20/2013 SENTENZA TAR - NO ALL'AUMENTO VOLUMETRICO

(estratto)
La ricorrente è proprietaria in Comune di Cortina d'Ampezzo, Corso Italia, di un piano sottotetto di un edificio residenziale che ricade in zona B1 residenziale consolidata.
[…] Da tempo la ricorrente, nell'intento di rendere maggiormente fruibile l'appartamento, ha avviato una serie di richieste e relativi adattamenti progettuali al fine di ottenere un innalzamento della quota del tetto, dando luogo ad una diversa conformazione delle falde, con contestuale arretramento del perimetro della struttura rispetto alla porzione dell'edificio sottostante.
Le istanze a tale scopo presentate all'amministrazione, a partire dall'anno 2007, non hanno tuttavia trovato riscontro positivo, nonostante gli adattamenti progettuali proposti dalla richiedente.
DIRITTO La controversia in esame, […], riguardante il miglioramento dell'abitabilità di un piano attico di un edificio, miglioramento ottenibile con un innalzamento dell'altezza abitabile.
[…] L'incremento dell'altezza, dovendosi al contempo rispettare i parametri volumetrici esistenti, comportava un restringimento del perimetro e quindi l'intervento si palesava disarmonico con il complesso dell'edificio.
Quindi, per rendere il progetto armonicamente inseribile nel contesto del fabbricato, la soluzione progettuale è stata quella di prevedere le cassonature laterali.
[…] La proposizione di tutte le censure dedotte in ricorso avverso la qualificazione dei volumi così creatisi quali volumi computabili risulta palesemente inammissibile, in quanto censure che sono rinvolte a contestare un aspetto del progetto (eccesso di volumetria) sul quale l'amministrazione già si era espressa e che parte ricorrente non aveva contestato nei termini.
P.Q.M.
Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto (Sezione Seconda) definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo dichiara inammissibile.
Compensa le spese e competenze del giudizio tra le parti