Lettera aperta al sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, sul progetto del parcheggio in Largo Poste
    

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Lettera aperta al sindaco di Cortina, Andrea Franceschi, sul progetto del parcheggio in Largo Poste

Lettere al giornale

01/01/2013
Signor Sindaco, chi Le scrive, a mezzo Voci di Cortina, è un cortinese, che da troppo tempo risiede lontano, ma l'amore per Cortina non è mai tramontato.

Dopo aver letto su Voci, che mi giunge in abbonamento, che la sua Giunta ha approvato la costruzione del parcheggio in largo Poste, mi domando perché rovinare quella piazza arricchita dall'architetto Gellner, per fare un grande parcheggio inutile e costoso e che in stagione potrebbe riempirsi per la metà dello spazio utile per le auto, ma fuori stagione rimarrebbe desolatamente vuoto.

Il problema per Cortina non è un nuovo parcheggio, ma le chilometriche code di auto in entrata e in uscita sull'Alemagna con conseguente inquinamento. Per ovviare a tutto questo, visto che vorrebbe passare con l'Alto Adige, perché non avvicinare il presidente della provincia di Bolzano per una valutazione fattibile di una tratta ferroviaria Dobbiaco-Cortina? Molti turisti che arrivano a Cortina in auto da tutta Italia, una buona parte potrebbe arrivare in treno senza inquinare e senza usare l'elicottero rumoroso.

Forse si potrebbe riacquistare quella clientela che non viene più, per la scomodità per arrivare.
Ora che il Pala Audi non c'è più, perché non utilizzare quell'area per un grande parcheggio a cielo aperto e a pagamento in stagione e gratis fuori stagione? Signor Sindaco, a maggio Le avevo scritto in merito al parcheggio in largo Poste, avvertendoLa che il lavoro sarebbe stato un fallimento fin dal principio, e che avrebbe ingoiato molti milioni di euro come un pozzo di San Patrizio. E la cospicua cifra preventivata, in poco tempo sarebbe aumentata a vista d'occhio, come si usa dire.

(Però pur avendola indirizzata con tanto di nome e cognome a Campo di Sotto, mi è ritornata perché il destinatario era sconosciuto.A giugno ho passato una settimana a Pocol, e così ho approfittato per portarLe la stessa lettera all'Hotel Franceschi, e se l'ha ricevuta sarà sicuramente finita in fondo a qualche cassetto della sua capiente scrivana di Sindaco, non avendo ricevuto nessun cenno in merito di risposta).

Ad ogni modo, Le riscrivo in sintesi quanto Le avevo comunicato a maggio. La mia famiglia ha abitato fino al 1943 nella casa comunale, dove avevano sede la falegnameria comunale, la scuola di musica e la banda municipale, nonché la caserma dei Vigili del Fuoco. La casa si trovava circa dove ora si trovano lo studio Lorenzi e altre attività. Dalle finestre dell'appartamento gettavo lo sguardo nel piazzale della ferrovia, sull'Hotel Ampezzo, e sul campanile e le Tofane.

Nell'autunno del 1937, nel posto sottostante, venne portato con decine di camion molto materiale da costruzione, ed iniziarono molto celermente i lavori di scavo, quasi subito interrotti per l'arrivo della neve e ripresi a primavera inoltrata. Gli scavi erano il preludio alla costruzione di un grandioso centro di ospitalità, del quale Le avevo allegato la fotocopia raffigurante il prospetto e la pianta dell'opera, che finita si sarebbe dovuta chiamare "L'Imperiale". In esso avrebbero trovato collocazione degli spazi per intrattenimenti teatrali, cinematografi, sale per conferenze e per concerti, gallerie d'arte, biblioteca, ristorante, albergo diurno, albergo di passaggio e una vasta autorimessa con parcheggio. "L'Imperiale" avrebbe occupato l'area che va dall'Hotel Ampezzo all'attuale ristorante Cinque Torri.

Dalle mie finestre osservavo giorno dopo giorno il lento procedere dei lavori, a causa di piccoli smottamenti dovuti al terreno cretaceo inzuppati d'acqua stagnante. Per ovviare a questi inconvenienti si era ricorso all'interramento di una grande quantità di detriti, nonché a centinaia di alberi e pali di cemento. In superficie, a fianco degli scavi, si era formato un piccolo laghetto di circa 30 per 10 metri e che l'inverno, con grande gioia di noi bambini che abitavamo nei dintorni, si ghiacciava e diventava un piccolo pattinaggio con nostro grande divertimento.

Con l'inizio della Seconda Guerra Mondiale i lavori hanno subìto, per ovvie ragioni, uno stop. Fino a quel momento i lavori erano arrivati alla costruzione di varie pareti in mattoni per un'altezza massima di 2 o 3 metri e solo per l'area dove ora si trova lo stabile del condominio Cortina Centro.
Vede, signor Sindaco, in 3 anni quale minimo progresso hanno fatto questi lavori, anche a causa della sorpresa del terreno cretaceo non previsto e delle infiltrazioni d'acqua, e Lei pensa di avere la bacchetta magica per poter realizzare un grande parcheggio in poco tempo e con la cifra ipotizzata.

Non vorrei fare la Cassandra, ma vedo con l'inizio dei lavori parallelamente la sua discesa nel consenso dei suoi cittadini. Poi si è tenuto conto ad eventuali danni che potrebbero subire l'Hotel Alaska e il palazzo ex Poste, e il commissariato? Non me ne voglia, se da vecchio cortinese ho voluto esprimere la mia opinione su un'opera molto costosa e socialmente non di grande utilità.

Giorgio Murari