Il Club Alpino di Cortina d'Ampezzo festeggia i 130 anni
    

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Il Club Alpino di Cortina d'Ampezzo festeggia i 130 anni

Mario Ferruccio Belli

01/11/2012
Di un anziano che porta bene i suoi anni si dice che è giovanile: il complimento si attaglia perfettamente alla sezione di Cortina del Club Alpino, fondato nel 1882.

La notizia era stata così raccolta dalla rivista del Cai di Torino. "Il Deutsche und Oesterreikische Alpenverein rende nota la costituzione di due altre sezioni: sezione Jena con sede in Jena, e sezione d'Ampezzo con sede in Cortina, le quali portano a 83 il numero delle Sezioni di questa società Alpina".
Mentre la gente comune valicava le vallate a piedi in cerca di lavoro, i gentiluomini andavano alla scoperta delle montagne per diletto. Questo lo scopo che aveva animato un gruppetto di inglesi a fondare il primo club alpino nel 1857. Fra loro c'era pure il fresco vincitore del Pelmo John Ball, che ne divenne il presidente; mentre quello austriaco, nato a Vienna cinque anni più tardi, 1862, tra i fondatori aveva Paul Grohmann, il grande alpinista che avrebbe creato a Cortina le prime guide. Anche queste erano cresciute, ed erano tanto importanti nella società che, nel 1876, il governo aveva deciso di legalizzarne l'attività. A Cortina erano ben nove: 1) Dimai Angelo; 2) Siorpaes Santo; 3) Lacedelli Alessandro; 4) Dimai Fulgenzio; 5) Zangiacomi Angelo; 6) Ghedina Giuseppe; 7) Menardi Angelo; 8) Dimai Arcangelo; 9) Dimai Pietro.

Dai documenti d'archivio troviamo altre notizie curiose, che ci accompagnano nella crescita del Doeav diventato tanto forte da poter costruire, nel 1879, sul Gross Glockner a"ben 11.000 piedi circa sul livello del mare", il rifugio più alto d'Europa.

Il Times di Londra ne aveva dato notizia, ammirato "Questo rifugio supplirà ad un bisogno che fu lungamente sentito, poiché l'ultima fermata si fa solitamente in questo luogo dagli alpinisti che si prefiggono di scalare la vetta. La nuova capanna sarà chiamata dell'Arciduca Giovanni, in onore di un principe il quale, nei primi anni di questo secolo, amava esplorare i luoghi difficilmente accessibili delle alte Alpi e fece di tutto per promuovere il benessere dei montanari".

L'anno dopo, 1880, il Club di Vienna contava 70 sezioni, con circa 6000 soci; nello stesso anno il Club alpino italiano contava 36 sezioni con 3.889 soci; in provincia di Belluno Agordo con 74 soci e Auronzo con 28 soci.

RIFUGI ALPINI E DISTINTIVI DI RICONOSCIMENTO
Ma nel suo piccolo, si fa per dire, anche la sezione di Cortina del club alpino tedesco austriaco non era da meno. Già nel 1883 chiedeva alle autorità di costruire un suo rifugio sul Nuvolau. La notizia è nota, per il coinvolgimento del filantropo sassone che aveva riacquistato la guarigione proprio salendo lassù. Non lo è forse la diatriba involontaria che il Comune, nel concedere quell'autorizzazione, provoca col demanio forestale, il quale solleva riserve sui suoi poteri. La lettera è interessante perché anticipa, già ad allora, la discussione sulla proprietà delle crode di Cortina, attribuita come è noto al demanio dello Stato. Si sviluppò anzi anche in sede politica, con lamentele portate avanti dai deputati alla Dieta e dall'esigenza di vederci chiaro da parte della Giunta tirolese.

Diamo la parte essenziale. " Inclita Imperial regia Direzione! La sezione Ampezzo del Club alpino tedesco ed austriaco, li 26 Febbrajo del 1883, presentava a questo Comune un'istanza per ottenere il permesso politico di erigere sulla cima del Nuvolau un rifugio. Sottoposta questa domanda alla rappresentanza comunale, nella seduta dello stesso giorno, ha la stessa trovato di accordare il permesso relativo di erigere il rifugio giusta il piano presentato. In ciò consiste tutto. Il Comune non parla quindi di proprietà del suolo, di concessione del diritto di proprietà ecc. solo che, dal momento che ad esso si ebbe ricorso, esso ha risposto, perché la concessione dei permessi di fabbrica entro il raggio comunale credeva spettasse ad esso. Se la proprietà è dell'eccelso Erario, doveva questo a suo tempo protestare. Ne parlarono giornali austriaci e tedeschi; e quindi la cosa era pubblica.

Se però la proprietà è dell'eccelso i. r. Erario, e ciò per una legge speciale, il comune certamente non gliela contrasta, e trova affatto inutile che esso abbia con una espressa dichiarazione a riconoscere la proprietà da parte dell'eccelso i. r. Governo. È nuovo il caso che un Comune viene diffidato a riconoscere la validità di una legge, quando questa è promulgata dagli organi deliberativi e superiormente sanzionata. Del resto non sarà fuori di luogo il ricordare che anche pel motivo del passaggio pel territorio del Comune e della costruzione della strada che conduce alla cima del Nuvolau, il Comune era in prima linea chiamato a dare o meno il permesso politico per l'erezione di questo rifugio ed è strano che la Sezione si è anche ad esso rivolta. Il Capo Comune Valle."

Nel 1884 il Doeav, sollecitato dai soci e dagli alpinisti in genere adotta il distintivo di riconoscimento per le guide alpine. La loro rivista osserva. "Onde evitar le lagnanze dei touristes che si succedono spesso nelle stazioni delle strade ferrate e negli alberghi, riguardo a persone le quali si dicono essere guide autorizzate, quando non lo sono, e che molte volte per la loro incapacità impediscono al viaggiatore di eseguire le ascensioni progettate, esponendo talora a certi pericoli in montagna, la sede centrale del club alpino in Vienna ha deciso di far portare un distintivo a tutte le guide che avranno ricevuto da loro, e dalle autorità governative, il dovuto diploma. Questo distintivo è di metallo, e la guida dovrebbe portarlo sul cappello o sul suo abito. Esso si compone di un disco rotondo di colore nero, sul quale si vede un edelweiss di smalto bianco, con disegni dorati degli attrezzi di alpinista, come la piccozza (piolet), la corda, ecc. Intorno al disco si scorge il nome della guida e il comune cui appartiene.

Le autorità in Austria e in Germania distribuiscono questi distintivi solamente alle guide, le quali avranno ricevuto il loro diploma di capacità, prendendole sotto la loro speciale protezione. In questo modo in Germania e in Austria si cerca di porgere ai viaggiatori le maggiori garanzie riguardo alla capacità, moralità e buona condotta delle guide, le quali sono obbligate di prendere un esame ai corsi di istruzione, stabiliti dalle sezioni del Club prima di poter ottenere il loro diploma."

IL CORSO DI ISTRUZIONE E LE PANCHINE NEL PARCO
Ed ecco appunto il terzo corso di istruzione per guide di montagna, indetto nel 1886 ad Innsbruck dove era stato tenuto anche il primo corso, nel 1881 mentre il secondo era stato a Salisburgo, nel 1884. Le guide che presero parte al corso furono 168. Al termine del corso fu consegnato a ciascuno l'attestato di presenza e a molti anche la distinzione d'onore. Nel segnalare la meritoria iniziativa Innsbruck aveva scritto.

" Il Club dedicò sempre le cure più solerti e più intelligenti a favore delle guide. Esso comprese come col grande sviluppo che è venuta mano a mano prendendo la passione per i viaggi in montagna, siano cresciute le esigenze dei turisti. Infatti ai primi esploratori delle Alpi bastava avere per compagni cacciatori e pastori che possedessero una certa pratica dei luoghi, ma le circostanze si sono mutate dacché a quelli sono succedute le grandi masse di viaggiatori che da una guida richiedono qualche cosa di più della semplice conoscenza della strada. Così anche quella delle guide è diventata una vera professione e il loro servizio venne organizzato e regolato con l'introduzione dei libretti e, più tardi, dei distintivi di riconoscimento".

Questi gli insegnamenti previsti. " 1- Nozioni sui monti e sui ghiacciai, prof. F. Blaas.
2- Geografia delle Alpi e specialmente delle Alpi tedesche e Austriache, prof. A.
Peter. 3- Geografia della regione e del distretto in cui la guida risiede, proff. Peter, J. Schuler, e conte L. Sarnthein. 4- Lettura delle carte topografiche, prof. F. Blaas. 5 Uso della bussola, del barometro aneroide, del termometro, del clinometro, signor B. Tutzscher. 6- Ordinamento delle guide, loro diritti e doveri, signor J. Pock. 7- Primi soccorsi e cure nei casi di disgrazie, dott. A. Lieber. 8- Nozioni sullo scopo e sugli ordinamenti del Club Alpino e sulla sua opera per le guide, prof. von Dalla Torre. 9- Uso della corda e della piccozza, e sul modo di far la cucina in campagna, signor Pock.10 Sulla nomenclatura dei monti, conte L. Sarnthein.11- Sul rimboscamento, ispettore. forestale J. Klement".
Carlo Maurizio de Mohrenfeld, capitano distrettuale e presidente del club alpino d'Ampezzo (vicepresidente era Anacleto Apollonio , di professione vetturale) inviò al corso cinque guide fra cui Luigi Menardi, per il quale serviva l'autorizzazione del Comune, essendo capoguardia forestale.. "Li 15 Febbrajo 1887. All'onorevole signor Capo Comune. Menardi Luigi, guida alpina, fu scelto quale una delle guide che vengono mandate al corso di istruzione che avrà luogo in Innsbruck, cominciando dal 27 andante. Il sottoscritto si onora di intercedere codesto onorevole signor Capo Comune a voler concedere al Menardi un permesso di assenza di 10 giorni". Il Sindaco aderì.

"Lo scrivente trova di accordare a Menardi Luigi, capoguardia forestale, il permesso di viaggio per 10 giorni per il corso d'istruzione in Innsbruck alla guide alpine. Il Capocomune Valle".
Per ultimo segnaliamo la preziosa iniziativa presa nel 1885 dal Club alpino d'Ampezzo che, dopo aver piantato alberi nel parco lungo il Boite, vi collocò pure le prime panchine. Ma c'erano i soliti mascalzoni e il sindaco dovette intervenire.
"Magnifica Comunità d'Ampezzo. Avviso.

E' fuori d'ogni dubbio che l'affluenza di forestieri nel paese apporta maggiore prosperità e benessere e quindi tutto ciò che concorre a promuovere più che è possibile questa affluenza deve essere riconosciuto ed approvato. Devesi perciò profondamente deplorare che vi siano ancora di coloro che distruggono quelle opere che mirano unicamente a rendere più piacevole questo soggiorno, come sarebbero le piantagioni fresche e le panche poste dal Club Alpino.

Perciò lo scrivente, memore sempre dei generosi sussidi pervenuti al tempo dell'inondazione, e d'altronde per quello spirito di giustizia che deve animare qualunque per la proprietà altrui, la quale deve essere rispettata, richiama l'attenzione di tutti i benpensanti perché vogliano validamente cooperare ed influire perché sia da tutti rispettata l'altrui proprietà, rilevandone lo scopo a cui mirano. Il capo comune Michielli."