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Cortina 2019, il perchè di un mondiale

Associazione Comitato Civico Cortina

01/11/2012
Tra i compiti più difficili per chi organizza un Mondiale c'è la condivisione dell'evento con i cittadini e le categorie economiche locali.

Su questo punto convergono tutti e tre i relatori che sono intervenuti lo scorso 24 ottobre al cinema Eden di Cortina, all'incontro pubblico organizzato dal Comitato Cortina 2019, incentrato sul tema: «Il perché di un Mondiale raccontato da chi lo ha già organizzato». Scopo dell'incontro era, infatti, convincere i presenti in sala dell'importanza dell'evento, e proprio per questo sono stati chiamati tre esperti del settore: Ernesto Rigoni, Docente di Economia del Turismo e responsabile dell'Area Sport Events al Master SBS di Cà Foscari; Bruno Felicetti, del Comitato Organizzatore del Mondiale di Sci Nordico in Val di Fiemme 2013; Maurizio Gandolfi, del Comitato Organizzatore dei Mondiali di Sci Alpino a Bormio nel 2005.

In breve, riportiamo i principali interventi dei partecipanti.

Alberto Piccin, vicepresidente vicario della Fisi:

«Un campionato mondiale può essere un moltiplicatore economico utile a risolvere alcuni problemi, ma per farlo è opportuno che la popolazione ne sia convinta. I più convinti dovete essere voi. Ci sarà buon gioco se chi li organizza lo vuole veramente».

Andrea Franceschi, sindaco di Cortina e presidente del comitato Cortina 2019:
«Prima di ottenere i Mondiali, una realtà come Garmisch-Partenkirchen ha passato 6 candidature, Schladmig 4 e Saint Moritz 3. Abbiamo già tre candidature alle spalle, non è mai facile ripartire. Nelle candidature precedenti sono stati commessi degli errori, degli scivoloni. Da tutte e tre tuttavia abbiamo imparato qualcosa, e dobbiamo ripartire dagli errori commessi. La Fis da 30 milioni di euro alla località per organizzare l'evento, oltre a essere un volano per gli investimenti privati.
La condivisione con la cittadinanza è fondamentale.
Ci vuole informazione costante e dialogo. Questa è la prima di alcune serate che abbiamo intenzione di organizzare per informare i cittadini sull'iter della candidatura».

Enrico Valle, presidente della Coppa del Mondo di sci femminile di Cortina:

«Sono colui che ha il compito più ingrato in questa serata. Quando si organizza un Mondiale, ci si accorda prima. Al comitato organizzatore mancava l'appoggio della Fisi e il rappresentante Fis, inoltre i giochi erano già fatti. Dieci giorni prima del viaggio in Corea del sud è stato eletto Flavio Roda presidente della Fisi e solo allora è iniziata la collaborazione. Roda non era conosciuto all'interno della Federazione Internazionale.
Dopo aver chiesto un parere al presidente Fis Kasper si è deciso che andare a combattere con Saint Moritz era controproducente, così si è optato per il ritiro, presentandolo un'ora prima della votazione.
In questo modo Saint Moritz ha potuto vincere l'assegnazione al primo turno, obbligandosi ad appoggiare la candidatura di Cortina 2019».

Ernesto Rigoni, Docente di Economia del Turismo
:
«I campionati mondiali sono influenzati da alcuni fattori esterni non controllabili. Copiare non basta, ci si deve focalizzare sulla specificità del singolo evento, secondo il motto:
"This must be the place". L'evento va inteso come uno strumento per il rilancio della località: crea l'effetto di una grande visibilità, in cui è necessario calare caratteri distintivi, per mantenere una propria identità».

Bruno Felicetti, Comitato Mondiale di Sci Nordico in Val di Fiemme 2013:

«In Val di Fiemme ci sono stati tre mondiali in 22 anni, e hanno tutti e tre contribuito in maniera diversa e progressiva allo sviluppo del luogo. Prima del 1991, data del primo Mondiale, la Val di Fiemme era sconosciuta al turismo internazionale. L'evento ha consentito alla località di investire sulle infrastrutture come lo stadio di fondo, i trampolini e il palacongressi. Due anni dopo si è registrata un'impennata nelle presenze turistiche. Ci si è accorti però che le strade non erano adeguate ed inoltre c'è stata scarsa comunicazione e le strutture alberghiere non erano all'altezza. Al secondo mondiale, nel 2003, si sono venduti 250.000 biglietti, di cui 10.000 biglietti VIP, ma ci si è accorti che l'atmosfera nei paesi non era adeguata ed inoltre mancavano gli eventi di contorno, carenza di parcheggi e difficoltà di coinvolgimento della popolazione. È proprio questi punti che si cerca di superare nel 2013 puntando inoltre sul miglioramento della qualità della vita».

Maurizio Gandolfi, comitato Campionati Mondiali di SCI, Bormio 2005:

«Gli eventi sono un mezzo per realizzare iniziative che altrimenti non avremmo potuto fare. I lavori di adeguamento a Bormio sono stati fatti di corsa, con grossi problemi organizzativi. Abbiamo iniziato i lavori nel maggio del 2004, e abbiamo usufruito di una legge speciale per gli investimenti, varata in funzione dei Giochi olimpici invernali di Torino 2006 che avrebbe avuto luogo un anno dopo. È molto difficile organizzare un evento del genere senza avere il sostegno della Provincia e degli enti territoriali. Cortina deve tener conto dei punti di forza e di debolezza legati al territorio e alle amministrazioni.
Abbiamo fatto un grosso errore nel ticketing, sottovalutando l'importanza dello sci negli altri Paesi europei. Di fatto in paesi come la Svizzera e l'Austria ogni evento sciistico importante è accompagnato da una grande festa a cui partecipano tutti.
Da noi, invece, si è faticato molto: a momenti dovevamo pagare la banda del paese affinché venisse a suonare alla premiazione.
I numeri dei biglietti venduti non è stato all'altezza dell'evento: in 15 giorni abbiamo registrato 59.000 ingressi paganti: troppo pochi per un evento del genere. A Bormio sono stati spesi 114 milioni di euro per le strutture e 40 milioni per l'organizzazione.
Nel 2005 abbiamo ottenuto dalla Fis 18 milioni per i diritti televisivi, ora per Cortina 2019 ne stiamo trattando 30».

L'INTERVENTO DI ANDREA GALUZZI:
Alla fine dell'incontro è stato dato spazio al pubblico. Tra gli interventi, anche quello di Andrea Galuzzi, titolare della cartolibreria La Modernissima, dove nei mesi scorsi sono state raccolte spontaneamente 260 firme sui dubbi della candidatura dopo il ritiro in Corea. «Era ora che ci fosse un incontro.
Ora c'è un po' più di chiarezza. Fino adesso non è stato fatto niente. Caro Presidente
- ha detto Galuzzi a Franceschi - faccia la sua promessa: i cittadini stanno pagando molto, è già stata sacrificata la piscina: ora si parta e si lavori veramente».