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L’edificio pericolante in località Staulin dopo oltre 35 anni potrà essere demolito e il volume recuperato in un terreno a Pecol

Marina Menardi

01/10/2011
Era il 1976 quando forti scosse di terremoto fecero tremare la terra in Friuli con le conseguenze devastanti che purtroppo tutti conosciamo. Scosse che si avvertirono anche a Cortina, senza gravi danni, che fecero tuttavia traballare il grande edificio in località Staulin, allora di proprietà dei "Fantorìs", costituito da una parte in muratura, adibita ad abitazione, e una parte di rustico, con la stalla e il fienile.

In seguito alle scosse di terremoto, complice anche il terreno franoso su cui sorge l'intero villaggio di Staulin, l'edificio si piegò al punto da essere dichiarato inagibile e, con ordinanza del Prefetto, venne evacuato. Per le famiglie che ci vivevano vennero allestite due baracche prefabbricate come quelle dei terremotati del vicino Friuli, in attesa di una soluzione più idonea. Soluzione che sarebbe potuta arrivare a breve, ma che invece a tutt'oggi è ancora come 35 anni fa: il grande edificio pericolante sul pendio è visibile a tutti coloro che vogliano passeggiare lungo i bellissimi prati di Staulin, così come le "baracche provvisorie" costruite nel prato attiguo, delle quali una sorge sul terreno del signor Roberto Bellodis ed è da questi abitata con la famiglia, in attesa di una sistemazione idonea, mentre l'altra è sul terreno della società Logan, con sede a Treviso, divenuta nel frattempo comproprietaria dell'edificio in questione.
Inizialmente i comproprietari della casa pericolante chiesero al Comune di poter demolire e ricostruire l'edificio a Staulin, ma tale intervento non è consentito dalle leggi vigenti a causa della formazione franosa del terreno che prevede condizioni di rischio elevate.

Dopo aver presentato in Comune altre aree possibili per recupera re il volume, l'Amministrazione comunale ha ritenuto idoneo un terreno in località Pecòl, che i compropietari hanno acquisito a loro cura e spese.
Secondo quanto deliberato dalla Giunta comunale il 6 aprile 2011, deliberazione n. 56, il volume dell'edificio pericolante verrà trasportato alla pari nella nuova area individuata a Pecòl, compresa la parte rurale. Al posto di un unico edificio, ritenuto troppo impattante, verranno costruiti due edifici più piccoli di pari volume.
Il Comune, in cambio, diverrà proprietario del sedime dell'edificio pericolante con l'area di immediata pertinenza e potrà assegnargli la destinazione d'uso che riterrà più opportuna.
Le due baracche prefabbricate verranno rimosse non appena sarà possibile per la famiglia Bellodis trasferirsi nella nuova sistemazione.
Per quanto riguarda il prefabbricato della società Logan, dovrà essere rimosso entro 60 giorni dall'ottenimento del certificato di agibilità dei due nuovi edifici.

Dopo tanti anni, la questione si sta avviando ad una soluzione, in apparenza semplice: bisognava trovare un terreno adatto per spostare il volume dell'edificio pericolante e recuperarlo alla pari, ma evidentemente ci sono voluti 35 anni.