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Ansia terremoto: Cortina è in zona di pericolosità 3 (su scala che arriva al livello minimo di 4)

Redazione

01/06/2012
Le scosse del terremoto, che ha colpito la pianura padana, si sono propagate fino al nostro paese, senza danno, ma generando ansia e preoccupazione. Abbiamo chiesto al geologo Chiara Siorpaes come è classificato - secondo la normativa - il nostro territorio. Per ragioni di spazio e considerata la complessità del tema, il contributo è circoscritto all'ambito normativo e non prende in considerazione le definizioni di rischio, di pericolosità e di vulnerabilità.

LA NORMATIVA SISMICA
«La normativa sismica è piuttosto articolata e complessa.Citiamo solo quella degli ultimi anni e usata comunemente.L'Ordinanza n. 3274 del 20.03.2003 della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica), inserisce il territorio del Comune di Cortina d'Ampezzo tra le zone 3. Le zone di riferimento vanno da 1 a 4: nella zona 1 risultano essere inserite le aree a maggiore sismicità, mentre nella zona 4 ci sono quelle a sismicità minore. Nella Provincia di Belluno, ad esempio, Belluno e Feltre sono inserite nella zona 2, Cortina e gran parte del Cadore in zona 3 e Livinallongo del Col di Lana è l'unico in zona 4. Esiste poi l'Ordinanza n. 3519 del 28.04.2006 della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Criteri generali per l'individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l'aggiornamento degli elenchi delle medesime zone) che definisce la località di interesse rispetto ad un reticolo di punti che a grande scala, presentano accelerazione delle onde sismiche, omogenea (mappa con fasce colorate in modo differente che più volte si è vista in TV).
Infine, ma non ultimo, esiste il DM 14/01/2008 e succ. Circolare 2/2/2009 del Ministero Infrastrutture e Trasporti (Nuove norme tecniche ed istruzioni per le costruzioni) che nei vari e specifici capitoli, definisce le tipologie di terreni e le verifiche da predisporre in sede di progetto anche per quanto riguarda il possibile verificarsi di un terremoto. E' chiaro però che tutto ciò può risultare carente, in quanto la variazione di comportamento da zona a zona, all'arrivo dei treni d'onda del terremoto, è funzione di molte altre variabili: ad esempio la presenza di terreni argillosi, ghiaiosi, sabbiosi, con acqua o senza acqua, con elevata pendenza o no. Il lavoro che si sta facendo mira a produrre carte di microzonazione sismica che identifichino aree molto ristrette a comportamento omogeneo rispetto alle sollecitazioni indotte dal terremoto. Su tali cartografie tematiche e sugli studi geologici da eseguirsi in sede di progetto si devono basare le verifiche costruzioni - terreno per poter ridurre al minimo i danni attesi in caso di scosse sismiche».

Chiara Siorpaes - geologo