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I Carabinieri svenato un tentato suicidio di un imprenditore trevigiano a Padola

Redazione

29/09/2012
I Carabinieri di Santo Stefano di Cadore, assieme all'Aliquota Operativa della Compagnia Carabinieri di Cortina d’Ampezzo,  nella serata di venerdì a Padola di Comelico Superiore sventavano un suicidio di un cinquantottenne imprenditore trevigiano, coniugato con prole, che da alcuni mesi soffriva di crisi depressive a causa della situazione di grave difficoltà in cui la sua azienda versa.

Le prime informazioni partono nel pomeriggio, quando l’uomo in questione, dopo una violenta lite domestica con la moglie, imbraccia la sua doppietta, regolarmente denunciata, ed esplode in casa un colpo per poi allontanarsi riferendo a quest’ultima di volersi suicidare. La consorte in preda al panico trova la forza di chiamare il 112 e di raccontare il tutto.

Grazie al sistema di localizzazione dei telefoni cellulari dopo poche ore l’uomo viene individuato nella zona di Padola, dove l’imprenditore possiede una seconda casa. Da qui la chiamata ai colleghi di Santo Stefano che immediatamente si mettono alle ricerche del soggetto.

La sua autovettura viene rinvenuta parcheggiata di fronte alla sua abitazione, e da qui vengono attuate le procedure di sicurezza del caso. Sul posto accorre il Comandate della Compagnia con i militari del Nucleo Operativo che circondano la casa e predispongono una cintura di sicurezza intorno alla zona. Sul posto vengono fatti intervenire anche il 118 con un medico a bordo ed i Vigili del Fuoco. I militari indossando tutte le protezioni antiproiettili e partono nell’ispezionare l’auto che era stata lasciata aperta dall’uomo senza però nulla rinvenire.

Nel frattempo era calato il buio così i militari si avvicinavano alla casa del soggetto che ormai da tempo aveva spento il cellulare e non rispondeva a nessun tipo di sollecitazione. Giunti nei pressi della porta d’ingresso veniva più volte suonato il campanello e chiamato a gran voce il suo nome senza avere risposta. Dopo qualche decina di minuti di attesa si avvertivano dei rumori quando finalmente l’imprenditore, stordito per i numerosi psicofarmaci assunti, si avvicinava alla porta per aprire ai militari.

Il soggetto, una volta uscito veniva immobilizzato e si procedeva a perquisire l’abitazione ove veniva rinvenuto il fucile che aveva trasportato da Treviso. Una volta accertata la mancata presenza di altre armi in casa, il soggetto veniva ascoltato dai militari ai quali riferiva le sue intenzioni suicide, dovute ai gravi problemi economici in cui la sua azienda versa a causa dei numerosi crediti da lui vantati non pagati.

A quel punto il soggetto veniva visitato dal medico del 118 che riteneva necessario un consulto psichiatrico e pertanto veniva trasportato in ambulanza, scortato da un pattuglia dei Carabinieri, presso l’ospedale civile di Pieve di Cadore dove tuttora rimane ricoverato in osservazione presso il reparto di psichiatria. L’uomo verrà comunque denunciato per porto abusivo di arma ed il fucile in maniera precauzionale è stato sottoposto a sequestro.