Gli Scoiattoli di Cortina al Trento Film Festival
    

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Gli Scoiattoli di Cortina al Trento Film Festival

Redazione

26/09/2012
1°luglio del 1939: una data che rimarrà impressa nella storia dell’alpinismo italiano. Quel giorno dieci giovani ragazzi (avevano tutti un’età inferiore ai vent’anni) fondarono il primo gruppo di arrampicatori non professionisti, gli «Scoiattoli di Cortina». In origine col nome «Società Scoiattolo», presto trasformata in «Società rocciatori e sciatori gli Scoiattoli» (i primi membri del gruppo erano tutti abili sciatori), per diventare infine «Scoiattoli di Cortina». I nomi (ed i soprannomi) di quei dieci fondatori degli Scoiattoli erano: Albino Alverà (Boni), Silvio Alverà (Boricio), Romano Apollonio (Nano), Angelo Bernardi (Alo), Ettore Costantini (Vecio), Siro Dandrea (Cajuto), Giuseppe Ghedina (Tomasc) Luigi Ghedina (Bibi), Mario Zardini (Zesta); Bortolo Pompanin (Bortolin) - l’ultimo fondatore ancora vivente.

In quell’epoca Cortina e le Dolomiti erano meta di  numerosi clienti affascinati dalla montagna, interessati anche all’apertura di vie nuove in seguito al superamento recente del 6° grado. Il mestiere della guida alpina era molto impegnativo e cresceva costantemente, ed è proprio a causa del troppo lavoro che le guide non avevano il tempo di istruire i giovani ampezzani appassionati di montagna. I dieci ragazzi, animati da una grande passione per la montagna, si distaccarono temerariamente dall’egemonia delle guide alpine e decisero di misurarsi da soli con le montagne, mossi semplicemente dal piacere dell’arrampicata. Tofane, Cristallo, Lavaredo, Cinque Torri, Cima Scotoni, Pomagagnon, Cadini di Misurina, Punta Fiàmes, divennero il terreno delle loro straordinarie salite, alcune autentici pilastri dell'alpinismo dolomitico.
Il gruppo dei fondatori andò via via aumentato e dalle montagne di casa lo sguardo andò ben oltre. Come quando nel luglio del 1954, lo Scoiattolo Lino Lacedelli raggiunse per primo insieme ad Achille Compagnoni la vetta del K2.
Oggi il gruppo conta oltre sessanta membri, tra cui anche cinque donne. Alcuni “Scoiattoli” esercitano anche il mestiere della guida alpina, ma nel momento in cui indossano il maglione rosso del gruppo con lo scoiattolo bianco ricamato sul braccio sinistro, svestono i panni del professionista per divenire amici di altri arrampicatori a cui legarsi con la stessa corda, animati da pura e semplice passione per la roccia verticale e anche da spirito umanitario nel momento in cui si dedicano alle operazioni di soccorso alpino.
L’esplorazione della montagna e la promozione dell’alpinismo sotto tutte le sue forme continuano ad essere gli obiettivi più importanti del gruppo, a cui si sono aggiunti nel tempo le attività di volontariato nel Soccorso alpino, l’arrampicata sportiva, l’organizzazione di varie manifestazioni sportive e non che abbiano come tema la montagna.

“Rosso 70 – Storie e memorie di 70 anni di alpinismo degli Scoiattoli di Cortina” (Italia 2009, 79’)
Il film di Francesco Mansutti e Vinicio Stefanello, presentato nel 2010 al 58° TrentoFilmfestival, ripercorre i 70 anni di attività degli Scoiattoli di Cortina. Nelle testimonianze dirette, che s'intrecciano con straordinari filmati d'epoca, si susseguono uomini e pareti, alpinismo e vita, felicità e dolore, sullo sfondo di una Cortina d'Ampezzo che, lentamente, si trasforma. Cambiano le generazioni, cambia l'alpinismo e l'arrampicata. Ma c'è un legame che fa da collante tra passato e presente: la passione per la montagna, per l'arrampicata, per le Dolomiti e per il proprio paese. Un sentimento che in tutti i 70 anni della loro storia, ha permesso agli Scoiattoli di mantenere la propria identità e allo stesso tempo di progredire e di sperimentare nuovi orizzonti, tanto da diventare il simbolo della città di Cortina e delle sue montagne