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UN NUOVO COORDINATORE SCIENTIFICO AL CODIVILLA-PUTTI

Edoardo Pompanin

01/08/2012
L'Istituto Codivilla-Putti si lascia alle spalle le «note vicende» - come le chiama l'amministratore della struttura Massimo Miraglia - che si sono chiuse nel giugno scorso con l'assoluzione dalle accuse di truffa al sistema sanitario nazionale a causa di presunte irregolarità sui rimborsi dei ricoveri.
Il direttivo dell'Ospedale - che ricordiamo è una gestione mista pubblico-privato (Ulss n. 1 di Belluno e società Giomi spa di Roma) - ha presentato il 20 luglio il nuovo coordinatore scientifico, il professor Giorgio Turi. Oltre all'attività clinica e operatoria, curerà i rapporti con le Università, coordinerà i corsi e i congressi, stimolerà la produzione di pubblicazioni scientifiche, sosterrà la definizione e l'aggiornamento dei protocolli;
un investimento nel mondo della ricerca scientifica per l'aspirazione del Codivilla-Putti a raggiungere una «dimensione più ambiziosa».
L'incontro con l'illustre medico è stata l'occasione per tirare le somme degli ultimi due anni di attività e per rilanciare l'immagine di una struttura sanitaria cortinese che con ogni probabilità è stata salvata nel 2003 proprio con un progetto che ha trovato nel rapporto pubblico-privato uno sviluppo vitale; si è passati dai 118 dipendenti del 2003, ai 151 dipendenti odierni (primo datore di lavoro a Cortina), con un tasso di soddisfazione dei pazienti dimessi rilevato al 96% (vedi box). Il Codivilla è ormai il primo centro in Italia per la riabilitazione degli operati di cuore artificiale - espone Miraglia -, la riabilitazione ortopedica assicura il ciclo chiuso (operazione/ riabilitazione) al 99%, il servizio di anestesia è eccellente (indicativa l'operazione di protesi d'anca bilaterale a soggetto trapiantato di cuore), la radiologia è presente con macchine adeguate (nel 2003 non c'era la risonanza a Cortina), vi sono 44 posti letto per le infezioni osteoarticolari (per questo il Putti è 1° in Italia e centro di riferimento).
Esposizione di numeri, risultati e attività che saranno sul tavolo della Regione, chiamata a breve a stabilire le condizioni per il proseguimento del progetto.
Il direttore sanitario Carlo Brusegan, rispondendo alla domanda di come giudica il particolare accanimento rispetto alle attività del "privato" (non ultime le polemiche per i rimborsi dei costi Ulss delle analisi di laboratorio), ha ammesso che in tutte le strutture sia pubbliche sia private vi sono delle "zone grigie", ma se le zone grigie si trovano nel privato, vengono classificate non come "inefficienza" ma come "furto e/o guadagno illecito". L'amministratore Miraglia si è mostrato tranquillo: «Negli ultimi anni abbiamo avuto controlli da tutte le parti, speriamo si muovano invece gli investimenti con i soldi ricavati dalla vendita all'Inail dell'edificio del Putti si potrà così risolvere anche il problema degli alloggi per i dipendenti» (ormai ci si confronta con 12 lingue). «I nostri collaboratori negli anni hanno tenuto ben saldo il progetto
- conclude Miraglia - e adesso con le note vicende finite, concentriamoci su quello per il quale siamo stati chiamati».