GRANDE SUCCESSO PER I PRIMI APPUNTAMENTI DI «UNA MONTAGNA DI LIBRI»
    

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GRANDE SUCCESSO PER I PRIMI APPUNTAMENTI DI «UNA MONTAGNA DI LIBRI»

Redazione

01/01/2010
No, non sono i passi di Buzzati e di Piero Chiara quello scalpiccio che proviene dai piani superiori del Palazzo delle Poste. Oggi nei vari piani dell'edificio sono ospitati l'ufficio del tavolare, la questura, il comune di Cortina: anche il fantasma di un celebre scrittore, anche il poltergeist illustre di un grande letterato, che pure venne a fare le sue presentazioni in quel palazzo, farebbe fatica a farsi sentire in mezzo a tanta attività. E sotto, al primo piano, nella Sala Cultura intitolata al pievano ottocentesco Don Pietro Alverà, risuonano ben altri passi. Passi vivi e sicuri. Niente ectoplasmi: sono gli ospiti - in carne e ossa - di «Una Montagna di Libri», la nuova rassegna di incontri con l'Autore, che ha debuttato questo Natale, con tre appuntamenti incastonati come gemme preziose nell'affollata stagione cortinese, e che proseguirà fino a Pasqua. Narrativa, idee, discussione, impegno e disimpegno. Con un occhio alla grande Storia. Ha cominciato il direttore Mario Cervi, il 27 dicembre, in una sala gremita. Interpellato da Luigi Bacialli e da Francesco Chiamulera, Cervi ha rievocato cinquant'anni di giornalismo vissuto in primo piano, (quasi) sempre al fianco di Indro Montanelli, (quasi) sempre ai posti di comando del «Giornale». (In questi giorni il quotidiano di Feltri allega alla copia in edicola la ristampa anastatica di alcune sue prime pagine importanti dei decenni passati: fa un certo effetto vederla lì, la firma di Mario Cervi, accanto alla notizia della strage di Bologna, della morte di Moro, dell'elezione di Ronald Reagan; e poi ritrovarlo, il Direttore, cordiale e semplice, ai microfoni della rassegna, o davanti a un piatto di casunziei). Il 28 dicembre è stata la volta di un musicologo che per una volta ha cambiato mestiere, facendosi vendicatore dei torti subiti dai viaggiatori Trenitalia: Sandro Cappelletto, con il suo «Altravelocità. Avventure di un viaggiatore in treno». E il 3 gennaio è tornata a Cortina la grande scrittrice di origine armena Antonia Arslan, con la sofferta narrazione del genocidio, della fuga dall'orrore, della diaspora di un popolo e di una famiglia, tra Padova, Venezia, Aleppo, Boston, l'Anatolia (è «La strada di Smirne », il seguito della «Masseria delle Allodole»). Un pensiero è andato allora a un armeno cortinese scampato a quel massacro: Raffaele Gianighian, fondatore della farmacia-erboristeria in via del Castello, che molti ricordano con affetto e stima. Una Montagna di Libri dà ora appuntamento al 20 di febbraio (Camillo Langone, «Manifesto della destra divina»), e poi a Pasqua, per i restanti incontri della rassegna, che si chiuderà lunedì 5 aprile. Libri che tornano protagonisti, pagine sfogliate e consumate da un pubblico affezionato, coinvolto, che ama il proprio autore al punto tale da rinunciare a un'oretta di lavoro o di struscio sul Corso per venire alle Poste, a sentirne la voce, a interpellarlo con le proprie domande. Libri che tornano a farci compagnia, anche nella stagione invernale ampezzana, che per antonomasia dovrebbe già «avere tutto»: sport, intrattenimento, concerti, eventi, spettacoli. E invece, pur nella ricca offerta della Regina delle Dolomiti, forse si è trovata una «nicchia» inesplorata, una domanda ancora inevasa: quella di dare spazio alla cultura, senza etichette.