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UN UOMO SOLO AL COMANDO

Associazione Comitato Civico Cortina

01/01/2010
Le dimissioni del vice sindaco Paola Valle suggeriscono due ragionamenti politici: innanzitutto, le forti critiche espresse da molti rispetto ad alcune importanti decisioni dell'amministrazione sono riconosciute valide da una personalità di alto profilo della stessa amministrazione; in secondo luogo, il famoso «gruppo » di maggioranza perde pezzi importanti con una frequenza lontana da quella di un naturale ricambio. Paola Valle si è lamentata sia della difficoltà nella relazione con il temperamento di Andrea Franceschi, sia - e soprattutto - degli errori in molte scelte fondamentali per il paese (dall'azzeramento dei dirigenti, alla chiusura della pista di bob). Teodoro Sartori, altro ex pezzo grosso della maggioranza, persona stimata per la sua energia e buona fede che ha sacrificato il suo ruolo di consigliere eletto per la presidenza Gis, ha giusto un anno fa rimproverato al Sindaco «difficoltà di comunicazione» e «continue incomprensioni», dilungandosi anche lui su aspetti gestionali meno appariscenti, ma alquanto rivelatori di una situazione di difficoltà gestionale in una società quale la Gis, fondamentale per l'economia di Cortina. Lasciamo in sospeso le dichiarazioni di Pietro Ghedina e di Fabio Ghedina, entrambi fuoriusciti dal gruppo di maggioranza, solo per brevità. Può ben minimizzare il Sindaco affermando che tutte le successive sostituzioni si sono rivelate vincenti e che ha fatto
'fioretto' di portare pazienza con tutti. Il cittadino crede a quanto afferma il Sindaco attraverso i suoi interventi, ma crede anche, e soprattutto se più d'uno ripete la stessa musica, ai suoi ex collaboratori:
un ex vice sindaco o un ex presidente Gis non perdono la loro credibilità solo per avere dato le dimissioni. E le loro sono considerazioni infuocate.
È normale perdere alcune collaborazioni per strada; le motivazioni di circostanza sono le ragioni di salute, gli impegni sopraggiunti, i motivi familiari.
Andarsene perché non si è più d'accordo (o perché non si conta per il ruolo assegnato) è un evento raro, nella politica italiana, se non altro per una malintesa auto percezione di coerenza e di affidabilità. Il «gruppo» continua a perdere pezzi per ragioni di dissenso politico, per disaccordo sulla linea. E la numerosità delle dimissioni, unita al peso dei personaggi e dei ruoli - presidente Gis, presidente Commissione edilizia, vice Sindaco - denota sfaldamento attuale e scarsa lungimiranza passata nell'attribuzione degli incarichi. È un dato di fatto, a questo punto. Tacciamo poi delle note dimissioni ritirate di altri esponenti o dei distinguo e prese di posizioni interne di cui non si va ad approfondire perché sarebbero conclusioni pur sempre discutibili e allo stato attuale dietrologiche.
Fermiamoci allo stato di fatto: basta e avanza. Le conclusioni prodotte da tali premesse non sono incoraggianti. È palese lo stato di profonda difficoltà in cui si trova ad agire l'amministrazione comunale.
Una compagine indebolita non tanto dall'azione delle minoranze o da particolari circostanze avverse, quanto sfibrata da una mancanza di amalgama e ormai asserragliata dietro slogan e frasi ad effetto.
Al Sindaco non ci sentiamo di attribuire né arroganza, né decisionismo: solo un vivere giorno per giorno nell'affanno tipico dell'uomo solo al comando, per di più inesperto.