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IL NUOVO CONVITTO DEL POLO VALBOITE

Giacomo Giorgi

31/12/2009

Dall’anno scolastico in corso, dopo numerosi tentativi di realizzare un convitto a Cortina o in Cadore, il Polo Valboite è finalmente riuscito a lanciare il servizio, ritenuto una delle più sentite necessità per l’offerta formativa scolastica.

Il miniconvitto nasce da un accordo stipulato con il Comune di Cortina d’Ampezzo che, dopo anni di tentativi alla ricerca di una sede che fosse idonea allo scopo, ha deciso, con deliberazione di Giunta in data 5 agosto 2009, di «assegnare all’Istituto d’Istruzione Superiore Polo della Valboite in comodato gratuito i locali siti al piano terra»(art. 3) della sede del Liceo Scientifico.

Nonostante i modesti spazi concessi, il professor Migliardi, insegnante di italiano presso l’Istituto Alberghiero e referente del progetto, ha dichiarato di essere soddisfatto:«Dopo otto anni che inseguivo il sogno di realizzare una cosa simile a Cortina, siamo riusciti a farla decollare».

Inaugurato il 23 settembre 2009, il nuovo convitto, attualmente,  ospita due studentesse, tre studenti e un educatore - il professor Dario Romano, insegnante di scienze -, che è anche uno dei due responsabili della vita residenziale, insieme a un’educatrice incaricata dall’Ufficio Scolastico Regionale: a loro il compito di aiutare gli studenti nelle ore di studio pomeridiane, organizzare attività e cucinare le cene.

Arredato nell’estate del 2009, il convitto dispone di tre camere a tre letti, cucina attrezzata, salottino, bagni e il collegamento a internet.

La giornata è scandita da orari ben precisi, come ha affermato Migliardi: «I ragazzi vanno a scuola la mattina, poi pranzano nel «ristorante» dell’istituto alberghiero (che è un signor ristorante, ci tengo a precisarlo: non è raro che abbiano quattro portate!); dopo hanno una mezz’ora libera, e poi iniziano a studiare con la signora che li segue dalle 14.30 alle 17.30. I ragazzi stanno utilizzando anche altri locali del Polo (aula informatica e biblioteca, tanto per fare un esempio). Finito questo primo periodo di studio, i ragazzi hanno mezz’ora di svago; tornano a casa, e il secondo istitutore, il professor Romano, organizza altre attività». «Gli studenti», ha quindi confidato Migliardi, «ci

hanno chiesto di poter essere un po’ più autonomi. Ma questo è un convitto, e quindi necessariamente i ragazzi sono molto controllati.

Poi gli spazi sono quello che sono e… beh, sarà difficile scappare».

Quali sono stati i criteri di selezione degli studenti?, chiediamo al responsabile del progetto: «Innanzitutto, abbiamo stilato una graduatoria in base alla provenienza, privilegiando i Comuni più lontani della provincia di Belluno, con un occhio di riguardo verso coloro che tornavano a casa per il week-end.

All’inizio, infatti, non sapevamo che personale avrebbe gestito il convitto: per questo speravamo di avere un «reclutamento» in zona, anche se da fuori le richieste sono state veramente poche; e tra le altre cose non avevano nemmeno le caratteristiche per essere accolte: pagelle molto basse, segnalazioni dai presidi non molto incoraggianti e altro ancora… quindi sarebbero stati esclusi comunque. Al momento, invece, ci sono cinque ragazzi che sono proprio in gamba».

Abbiamo quindi rivolto alcune domande al professor Migliardi riguardo ai progetti futuri che ruotino attorno al miniconvitto, al suo ampliamento e all’anelato ski college: «Adesso ospitiamo solamente due studenti- atleti i quali, nel primo pomeriggio,vengono accompagnati dal loro allenatore agli allenamenti.

È chiaro che il progetto iniziale era quello di fare uno ski college: tutti i tentativi degli anni precedenti andavano in questa direzione.

L’importante però è essere partiti; abbiamo dovuto aspettare tanto, ma ora godiamoci questa situazione! Almeno per quest’anno… Quanto al futuro, ho pensato a un riutilizzo del convitto nel periodo estivo per favorire una qualche forma di turismo giovanile (i cosiddetti «sacchiapelisti»).

Avevo presentato l’idea anche alla precedente amministrazione, nel tentativo di realizzare una sorta di ostello per il periodo estivo, visto che non c’è nulla del genere a Cortina. Personalmente, non so quale sia la forma di turismo verso la quale il paese stia puntando adesso, ma secondo me bisogna rivolgersi a una più variegata utenza possibile, in quanto si tratta sempre e comunque di un’offerta; che poi venga accolta o meno, sta alla gente scegliere».

Ringraziamo il professor Migliardi per la disponibilità con cui ci ha accolti nel nuovo convitto, e facciamo nostro il suo augurio: che questo progetto possa essere il primo mattone verso la realizzazione di uno ski college, struttura innovativa e utile indispensabile anche perCortina.

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