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AMARE CORTINA

Ennio Rossignoli

01/05/2009

Amare Cortina, è facile. Meno facile amministrarla, ma questo capita ovunque, anche dove la natura ha distribuito i suoi privilegi. Come qui. Piani regolatori contrastati, bilanci controversi, minoranze sul piede di guerra: tutto con la monotonia di un eterno déjà vu, nel ripetersi dei rituali imposti dalla macchina democratica. Ma amare Cortina è facile come amare la bellezza del mondo, quella che il mondo regala all'uomo e che l'uomo troppo spesso provvede a deturpare con le sue stesse mani. Tutti abbiamo negli occhi le turpitudini diffuse dalla speculazione edilizia, i paesaggi sconciati dagli interessi più o meno organizzati, dalla mancanza di cultura. Una malattia endemica del nostro Paese (altrove l'arbitrio frena), che ha risparmiato ben poco della sua integrità. Di quel poco una parte certo appartiene al piccolo paradiso ritagliato tra le Dolomiti d'Ampezzo, dove le ruspe e i ponteggi hanno quanto meno una discrezione stagionale, e dove resiste il gusto della conservazione e del rispetto dell'ambiente - che poi sono importanti coefficienti economici; un gusto che ha contrastato, anche se non sempre con risultati impeccabili, quella estetica del brutto che ha ispirato per anni le costruzioni e ricostruzioni d'Italia. Certo anche Cortina ha pagato il suo scotto allo sviluppo e ha concesso ampi spazi alle formule della civiltà di massa: il residence ha sfidato l'albergo, gli appartamenti, i condomini, le multiproprietà hanno stravolto rapporti e equilibri di frequenza e di residenza. Un paese di seimila abitanti che diventa d'un tratto una cittadina di quarantamila e sempre d'un tratto torna quello di prima, oltre a intrigare il vecchio principio dei vasi comunicanti, comporta strutture di accoglienza che per buona parte dell'anno finiscono per essere abitate da fantasmi. Non si costruisce più, ma si è costruito molto, forse troppo, e se il paesaggio naturale è rimasto quello bellissimo di sempre, quello urbano ha subìto una congestione che ne ha compromesso la coerenza ambientale. Eppure, nonostante tutto Cortina è ancora quella vecchia signora aristocratica che il tempo ha un po' ingrigito lasciandone però in fondo intatta la classe.

E poi ci sono lo sport, la cultura, le passerelle politiche: tutto concorre a mantenere alta l'attenzione e a dare contenuti seri e concreti a una immagine troppo volte inquinata dal pregiudizio coltivato da lontano, del vippismo da rotocalco. Basta venirci perché diventi un giudizio. E un amore.