UNA CHIACCHIERATA CON IRENE POMPANIN
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

UNA CHIACCHIERATA CON IRENE POMPANIN

Luca Dell'Osta - Giacomo Pompanin

01/06/2009

L'intervista a Paola Valle, apparsa sul numero di Voci di Cortina di maggio, ha dato avvio a un proficuo confronto sulla cultura a Cortina e molte personalità, citiamo fra tutte il dirigente scolastico del Polo Val Boite Felice Doria, hanno avuto modo di esprimersi circa le nette prese di posizione della signora Valle.

Purtroppo non è possibile dare spazio a tutti nella stessa pagina.

Ma una persona autorevole, cui si è deciso di dare la priorità - e non ce ne abbia a male il primo cittadino - è Irene Pompanin, consigliere di maggioranza e intima collaboratrice, per quanto riguarda la cultura, dell'assessore Valle.

Eirene, in greco, significa pace: e anche lei, davanti a una scatola di biscotti, ci confessa che il suo ruolo all'interno del gruppo di maggioranza è quello di mitigare i litigi, a volte furiosi, che nascono tra i consiglieri.

Irene Pompanin, un'illustre sconosciuta… non ama apparire sui giornali. Tre aggettivi per descriverla e un breve racconto di com' è entrata in politica.

Dopo quattro anni triestini all'università, mi sono sentita in dovere di mettere a disposizione della cittadinanza quel po' che conoscevo e che so fare. Volevo poter dire anche la mia. Avevo sentito a radio Cortina un discorso di Andrea Franceschi: una sera ho preso la mia Fiat 600 e sono andata all'Hotel Franceschi.

Una chiacchierata e da cosa è nata cosa…

Vogliamo i tre aggettivi.

Sicuramente sognatrice, lo sono sempre stata. A volte insofferente e... non saprei se scegliere passionale o pasionaria, per indicare proprio la passione che metto nelle cose. «Passione» proprio nel senso più ampio del termine: dal latino patio, che a volte è anche sofferenza.

Qual è l'obiettivo principale che si è posta in questa avventura politica?

Per me e per la mia famiglia è sempre stato molto importante e sentito il problema della casa.

Spesso ho pensato al mio papà che ripeteva «Aése almànco ciàþa méa...». Questa frase ha indirizzato, nel bene e nel male, la mia vita e quella della mia famiglia: non voglio che altri padri a Cortina debbano ripeterla ancora.

Ho assistito a una diaspora di giovani: in futuro questo non deve più accadere.

E così è entrata in politica.

Come ha vissuto i momenti precedenti e appena successivi alle elezioni?

Beh, piano piano è stata formata la lista. Ho fatto la fotografia, tra l'altro un'orribile fotografia di cui non andavo molto fiera, e mi sono ritrovata con i «santini».

A dire il vero ne ho distribuiti 20-25; alcuni li ho tenuti come ricordo, ma mi sono lo stesso ritrovata con 90 preferenze!

Appunto, un risultato invidiabile…

... È stata una bella e piacevole sorpresa. Ogni tanto quando mi sento un po' in difficoltà penso a quei 90 voti. Per 90 persone che credono in me, vale ancora la pena di andare avanti.

Difficoltà? Allora le rogne non arrivano solo al Sindaco!

Eh no, quello che mi sono presa non è di certo un impegno facile! Un'esperienza sicuramente formativa, interessante, ma non sempre una passeggiata. Raccomandabile, comunque, a tutti quanti. Questo sì, mi sento di affermarlo.

E col tempo non le è passata la voglia di fare?

Inizialmente c'era l'entusiasmo… ti senti di poter spaccare il mondo, di realizzare i sogni; però poi l'entusiasmo è calato per forza di cose, come in tutte le avventure.

Prima, quando scrivevo per Cortina Oggi, mi piaceva molto punzecchiare persone, vicende, modi di essere qui a Cortina.

Forte di quell'esperienza ho voluto mettermi alla prova e penso che sia sempre importante nella vita mettersi un po' in gioco.

Quali sono state le sue maggiori soddisfazioni?

Sinceramente la più bella soddisfazione è stata quella del programma del Fuori stagione, fuori di casa: l'iniziativa è una completa novità per Cortina.

Non posso dimenticare poi alcune mostre delle quali ho curato personalmente le fasi iniziali. E poi, naturalmente - salto di palo in frasca, scusate - l'amicizia con Giovanna Martinolli: con quasi tutti i consiglieri c'è stato sempre un ottimo rapporto, ma con lei ho stabilito una relazione particolare. Ci sentiamo in tarda sera per sfogarci a vicenda!

I rapporti sono buoni anche con le minoranze?

Certo: penso solo al calendario dell'avvento sulle finestre del Comun vecio, organizzato in collaborazione con il mio collega e caro amico Giovanni Battista Segurini e con Paolo Barozzi, che stimo molto, membro di un gruppo di minoranza. Catalogare le persone per il gruppo di appartenenza mi fa sorridere: ho avuto più volte conferma che quando si lavora insieme per il bene comune, i risultati ci sono, eccome!

Questa dev'essere solo una sua convinzione, però… non abbiamo avuto molti esempi, negli ultimi due anni, di collaborazioni tra maggioranza e opposizioni.

Eh lo so! Io poi non riesco ad andare a dormire senza pensare.

Purtroppo, questo è un difetto che ho: non riesco ad estraniarmi completamente da quello che mi succede intorno, a chiudere le finestre.

Nel letto mi porto spesso molti pensieri.

L'assessore alla cultura e alla scuola Paola Valle, intervistata su queste pagine nel mese scorso, ha dichiarato di non avere idea del rapporto che ci deve essere tra la cultura e la scuola.

Questa volta, senza sforzarci troppo, qualche collegamento dovremmo riuscire a trovarlo…

Beh, i rapporti ci sono, eccome! L'assessore ha sempre molto da fare e forse questo le è sfuggito, ma penso solo alla mostra Arazzi da indossare di Lucia Boni alla quale hanno collaborato gli studenti dell'Istituto d'Arte.

Ecco appunto! Possiamo tranquillizzare il dirigente scolastico Felice Doria? Era molto preoccupato per le affermazioni dell'assessore…

Sì, sì! Io insegno da dieci anni e sinceramente non ricordo una collaborazione così evidente tra scuole e comune di Cortina. Era uno dei miei obiettivi avvicinare il comune alla scuola e viceversa.

Ho portato i ragazzi di V Arte ad assistere a un consiglio comunale, tanto per fare un esempio.

Ho cercato di coinvolgere il più possibile i ragazzi in quello che accade intorno a loro, perché a volte sembrano non avere alcun interesse. Hanno anche ragione a non sentirsi troppo coinvolti, ma non ci deve essere una totale disaffezione. Sinceramente, avrei potuto fare di più, ma la buona volontà c'è.

Ci racconti qualche aneddoto piccante nella sua vita di amministratore…

Beh, il mio ruolo nel gruppo è spesso quello di mediatore, nel tentativo di calmare gli animi quando ce n'è bisogno, invitando qualcuno a ragionare. All'inizio questo ruolo lo sentivo proprio come mio - anche se mi capita di perdere le staffe - e confido di riuscire a mantenerlo. Non tanto in quanto capo, ma come persona un po' più razionale.

Una vera e propria eminenza grigia…

Un grigio bello, però… non ipocrita!

Ricicliamo una domanda per lei, già fatta alla Valle: alla cultura bisogna essere educati?

La cultura raccoglie tutte le forme di espressione dell'individuo.

È davvero un termine molto ampio. Che si debba educare alla cultura… mah… non penso sia una questione di educazione.

Credo sia piuttosto una questione di modo di porsi.

Considerate la vostra semenza:

fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza, come dice Dante!

Esatto. Alla base della cultura ci deve essere proprio il desiderio di conoscere, di ampliare i propri orizzonti. Ecco, questo è il fondamento della cultura.

Nel momento in cui uno non intende partecipare e informarsi, dimostra una certa presunzione.

La vedremmo bene assessore alla cultura… sono molto dotte, queste disquisizioni.

Bisogna partire dal basso. E comunque non me la sentivo, l'impegno è troppo grosso. Ho preferito iniziare dal basso e capire se questo mondo della politica può essere il mio mondo.

Ho scoperto subito di no… preferisco il mondo della scuola, sento che mi appartiene di più.

Che ne pensa di proporre l'ampezzano come materia didattica?

Ma sì, vedo che i bambini si fanno molti meno problemi dei genitori. Anche i bambini che non sono nati o cresciuti qua, lo prendono come un gioco, ma è giusto che sia così. La lingua deve essere sottoposta ai bambini come un gioco, nel modo più assoluto non deve essere qualcosa di imposto.

Che oggi ci debbano essere un paio di ore alla settimana, ma perché no… sempre però con una forma molto serena e leggera.

Non sopporto nessun tipo di fanatismo. Non sopporto che qualcosa venga esagerato, o che di fronte ai bambini si dia una sfumatura politichese a quello che si fa. Credo che la vita debba essere presa con più serenità.

Non avete mai pensato di affidare la gestione di eventi culturali a un curatore?

Sì, a una persona che fosse esperta di marketing e di formazione.

Seriamente ne abbiamo parlato perché questa necessità si è presentata subito. Dobbiamo avere l'occasione di trovare la persona giusta.

Parlando di giovani… Come vede la popolazione giovanile nei confronti della cultura?

Il primo anno ci siamo occupati tantissimo di politiche giovanili… ho notato, frequentando anche il liceo classico di San Vito, il quale raccoglie studenti di tutto il Cadore e il Comelico, che i ragazzi di Cortina vivono un benessere economico che si riflette poi su un certo modo di fare, sui comportamenti e sull'interesse dimostrato verso certe iniziative.

D'altra parte, il liceo classico di San Vito è un bell'ambiente che ha messo in contatto i ragazzi di Cortina con quelli di fuori.

Questo connubio è interessante e sicuramente utile ad entrambe le parti. Io dico sempre ai miei ragazzi: andate oltre queste montagne, andate oltre! E poi tornate con qualcosa che avete imparato, e magari mettetelo a disposizione anche del prossimo.

Ma forse a volte i confini sono troppo alti, nella mentalità della gente di qui.