PARCHEGGIO E TRAFFICO A CORTINA: A QUANDO UNA SOLUZIONE?
    

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PARCHEGGIO E TRAFFICO A CORTINA: A QUANDO UNA SOLUZIONE?

Lettere al giornale

01/01/2010
All'attenzione di tutti i lettori di Voci di Cortina, tutte le volte che mi fermo bloccato nel traffico di Cortina o vago disperatamente alla ricerca di un parcheggio, mi chiedo come mai non si sia mai fatto niente per aiutare me e tanti altri turisti in questa impresa! Ho avuto la fortuna di visitare altri luoghi turistici e ho apprezzato le soluzioni e le risposte che hanno saputo dare a questi due fondamentali problemi.
Certamente anche in quesa,ste località vi erano ostacoli tecnici, mancanza di risorse, cittadini da scontentare, etc.. però le opere si sono comunque fatte. A questo punto mi chiedo come mai a Cortina tutto sia immobile dal 1960: dopo la pedonalizzazione di Corso Italia, quale altra grande opera è stata fatta? Qualche rotonda dritta, spianato qualche dosso per fare posti auto all'aperto che in caso di neve si trasformano in piste da pattinaggio e nient'altro. Per ogni altra opera si sono trovati degli ostacoli insormontabili. Non è stato costruito un parcheggio coperto (ad eccezione del parcheggio Pontechiesa che è assolutamente insufficiente), si è parlato di zone non espropriabili, di falde d'acqua sotterranee (forse che a Riccione dove hanno fatto i parcheggi sotterranei al lungo mare non hanno trovato acqua?), problemi anche con la galleria, ma a Madonna di Campiglio l' hanno fatto 30 anni fa che a dire di alcuni hanno anche le montagne più belle. In verità, paghiamo la mancanza di politica viaria di tutte le amministrazioni che si sono succedute, la mancanza di coraggio nell'affrontare l'essenza del problema: è assolutamente necessario ridurre il flusso delle macchine, scoraggiandone l'uso. Invece a Cortina ogni disegno in tal senso è stato sacrificato al culto del SUV, in ogni luogo e a tutti costi. Si sono fatti parcheggi ai piedi delle piste (vedi quello di Rio Gere e di Socrepes) anziché fermare l'accesso delle auto all'inizio del paese (p.e. a Pian da Lago); si sono chiusi gli impianti che partivano dal centro, anziché farne degli altri (p.e. dal Tiziano o da Pierosà, da lì via Mietrese fin su a Rio Gere ). Forse sono idee troppo utopistiche, ma ripeto ci vuole un po' di coraggio; soprattutto oggi che l'esigenza e la sensibilità ecologica del turista sono molto più sviluppate di una volta.

Giacomo Giorgi