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IL CORPO MUSICALE DI CORTINA COMPIE 150 ANNI

Mario Ferruccio Belli

01/06/2011

Si dice centocinquanta e magari si pensa di potersi spingere ancora più oltre nel buio degli anni e delle sorprese.

La certezza esiste soltanto su un punto: in Ampezzo la musica è sempre piaciuta. Lo scoprivano con un lieve stupore anche le dame inglesi del secolo scorso, ne erano convinti persino gli amministratori del Comune quando, nel lontanissimo 1852, al termine di una sessione di lavoro dedicata ai futuri tagli di bosco decidevano di assumere un maestro e dargli l'alloggio gratis perché sia in obbligo di instituire una musica in strumentale. L'organista Giovanni Maria Barbaria se n'era andato a fare il parroco altrove, lasciando scoperto quel ruolo così importante che aveva assunto tre anni prima, di conseguenza non c'era nessuno che accompagnasse decorosamente le sacre funzioni. Inoltre, se qualche giovane desiderava apprendere la musica, non c'era un maestro che vi si dedicasse e, di conseguenza, non poteva sorgere una compagnia filarmonica.

Dopo i tumulti del'48 nell'Impero austriaco era un fermento di novità:le università aprivano le loro porte a sempre più studenti forestieri, nascevano nuove scuole anche nelle valli remote, come era allora Ampezzo, in molti paesi venivano create bande musicali.

La Schola cantorum, solitamente annessa alla chiesa, non bastava più, anche se accoglieva e dava risposta agli appassionati del bel canto e della musica laica, che stava diventando patrimonio anche del popolo, al quale si stavano dedicando anche i grandi compositori europei. Questi certamente gli argomenti nella discussione del Consiglio comunale di quella tornata che, alla fine, decide di assumere un maestro. Si chiamava Gruber, viveva a Innsbruck, era stato segnalato da tale Giuseppe Ghedina che, dimorandovi per lavoro, lo conosceva. Infatti egli informa che era di madre trentina e dunque conosceva la lingua italiana, condizione indispensabile per insegnare ai giovani ampezzani che non tutti conoscevano il tedesco.

Gli sarebbero stati offerti fiorini 500 d'impero all'anno, e l'alloggio gratuito ma coll'obbligo d'istituire anche una musica instrumentale che possa figurare tanto in casa che fuori.

Il maestro Gruber scrisse che accettava ma per un biennio, e non tre come offertogli dal Comune, e che "sarà suo primo impegno di attivare, nel corso del pattuito biennio, una banda musicale nonché il canto corale; ed a tale scopo vi presterà tutte quelle ore che egli troverà necessarie". Affare fatto. Gruber arrivò a Cortina dopo il 15 aprile e subito iniziò l'insegnamento; verso la fine di giugno 1852 si presentò l'occasione per collaudare il lavoro. L'amato parroco decano Rudiferia avrebbe presto festeggiato il 50° di sacerdozio, ed il Comune desiderava una festa importante, sfruttando pure la presenza di un valido maestro di musica. Come? Stanziando 360 fiorini per acquistare "istrumenti musicali come saranno indicati da lui". Gruber rimase a Cortina per un terzo anno, dopo il biennio pattuito, ma non oltre come aveva già fatto a Cavalese. Era giovane e voleva vedere il mondo. Ma la sua partenza a fine 1855 precipitò la neonata banda musicale nel buio, ma non del tutto.


DA UN MAESTRO ALL'ALTRO

A Cortina aveva fatto ritorno dal collegio Andrea Constantini, neodiplomato maestro anche di musica. Aveva 21 anni, si fece avanti e il Comune non perse tempo ad assumerlo. Naturalmente , visto che aveva già la sua paga nelle Scuole popolari e per di più non aveva bisogno di alloggio vivendo in famiglia, il Consiglio comunale gli offrì, per ora, solo 200 fiorini per "le sue prestazioni in qualità di maestro di musica". Constantini accompagnerà egregiamente la banda musicale per molti anni, diventando popolarissimo, anche per quello che oggi si dice il look,vestito scuro, cappello nero e barbone incolto, su una statura non proprio eccelsa. In Ampezzo e nei paesi vicini lo conosceranno con il nomignolo di Dea Zima.

Il suo rapporto con le autorità peraltro era esemplare, tant'è che le sue richieste venivano accolte senza discussione. Nel 1858 il Comune gli compera un secondo lotto di strumenti, fra cui un certo numero di "piatti per la musica". L'anno seguente fornisce alla banda un capo di abbigliamento per identificare il gruppo dei componenti. Non ancora una divisa completa, per ora soltanto il cappello: "avendosi provveduto alla Società filarmonica di N. 34 cappelli, a fiorini 1:18 per uno...". Dal numero si comprende che in appena sei anni la banda aveva già fatto passi da gigante.


QUANDO LA GLORIA NON FA RIMA CON DENARO

Ma è nel 1860, ad otto anni dalla fondazione, che arrivano i primi riconoscimenti pubblici cominciando, anzi, con un riconoscimento internazionale. La parrocchia di San Vito, allora nel Lombardo Veneto sorto sulle ceneri della Serenissima Repubblica, organizza la disputa della dottrina cristiana, una cerimonia solenne nella quale venivano coinvolti tutti i fanciulli e fanciulle delle ultime classi, in tutto ben 256, con i loro insegnanti e accompagnatori, nel corso di due solenni giornate, domenica e lunedì. E' a queste che viene invitata per la prima volta la banda di Cortina, alla quale viene fornito alloggio ed accoglienza adeguata. La festa riesce tanto bene che un giornale di Belluno, L'Alpigiano, ne dà un lungo resoconto.

Riportiamo poche righe con i complimenti preziosi pur nel linguaggio ottocentesco. "A San Vito alpestre paese del Cadore confinante col Tirolo, … nel dì 27 maggio 1860 ... le dolcissime melodie della civica banda del Comune di Ampezzo del Tirolo che precedeva la processione … l'aureo luccicar degli istromenti musicali … le voci armoniose dei fanciulli ben gareggiavano cogli amabili concenti della banda musicale d'Ampezzo e con le melodie dell'organo…"

Anche la seconda occasione di gloria viene dalla vita religiosa; questa volta della parrocchia di Cortina. Abbiamo citato il parroco G.B. Rudifèria che aveva festeggiato il mezzo secolo di ordinazione con la musica: ora che si è ritirato e, al suo posto, è stato nominato Agostino Constantini, Curato a Canale d'Agordo, ma nativo d'Ampezzo, è lui che si deve festeggiare con trombe e tamburi. Quando? Le delibere consiliari lo dicono chiaro. Visto che arriva il 12 agosto 1860 con la diligenza da Belluno, una prima volta al suo entrare nel paese. "Far costruire in Acquabona un semplice arco innanzi al quale saranno schierati i bersaglieri colla banda e, sotto il quale, lo riceveranno i corpi completi dei sacerdoti, degli impiegati e dei comunali, nonché la popolazione". Una seconda volta, il giorno seguente, nella piazza antistante la chiesa parrocchiale mentre in processione fa il suo solenne ingresso; e, successivamente, nel vicino municipio. "La produzione della banda in piazza e quindi il concerto nella sala comunale".

La conclusione di questo veloce esplorare, nella lunghissima vita di oltre un secolo e mezzo della banda civica, tocca un argomento più banale. Abbiamo ricordato che, mentre al primo maestro di musica Gruber il Comune dava 500 fiorini l'anno, oltre all'alloggio gratuito, al maestro Costantini, che aveva casa propria e si guadagnava da vivere facendo il maestro delle scuole popolari, gliene erano stati offerti soltanto 200 fiorini d'oro! Naturale che prima o poi se ne sarebbe lamentato. Ecco come il Comune lo accontenta. "Li 11 novembre 1860, sopra l'istanza di Andrea Costantini, maestro, la sessione trovò di accordargli un aumento di salario di fiorini 100 d'Impero, nell'insegnamento di musica sia della banda sia del coro". Era certamente quanto il bravissimo Dea Zima si aspettava e, certamente, meritava. Un piccolo frammento di storia che profuma di simpatia.