Candidatura alle Olimpiadi 2026: esternazioni di una cittadina arrabbiata
    

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Candidatura alle Olimpiadi 2026: esternazioni di una cittadina arrabbiata

Lettere al giornale

21/09/2018

Chiariamo subito che io sono contraria alla Candidatura ai Giochi Olimpici Invernali del 2026 perché sono fermamente convinta che il binomio Olimpiadi-Sostenibilità ambientale non stia in piedi e chi afferma il contrario, mente sapendo di mentire.

Detto ciò, in questo momento, la questione ambientale passa in secondo piano in rapporto alla rabbia che provo nel vedere come viene portata avanti la faccenda. Ma è mai possibile che in questo paese i nostri governanti, tutti, dai ministri ai governatori di regione ai sindaci, non possano gestire la cosa pubblica con buon senso, secondo un principio di realtà ma si debba sempre fare a chi la spara più grossa, seguendo logiche spartitorie di partito, e che il cittadino sia considerato poco più di un suddito o un semplice spettatore inerme?

Proviamo a ricapitolare come si è svolta tutta la vicenda:

Ad aprile il Governatore Zaia, il più amato dagli italiani come quella famosa cucina, lancia a sorpresa la candidatura di Cortina d’Ampezzo ai Giochi Olimpici Invernali del 2026.

Poco dopo il Consiglio Comunale di Cortina, all’unanimità, salta allegramente sul carro della candidatura  SENZA minimamente tener conto del fatto che ci saranno i Mondiali del 2021 e ancora non sappiamo come andrà a finire, se ci saranno strascichi poco piacevoli come debiti o altro ancora; SENZA provare a testare quale possa essere il sentimento della cittadinanza nei confronti di tale decisione; SENZA tener conto che al referendum per i Mondiali del 2021 ci furono più di 900 voti contrari e che questa parte del paese non gode al momento di alcuna rappresentanza in Consiglio Comunale.

Dopodiché di Cortina rimane solamente il nome, fa tutto il Governatore Zaia, rilascia interviste, raccoglie consensi, liquida i dissensi e si prepara  a sfidare le altre città candidate, Milano e Torino.

In pochissimo tempo si appronta un dossier del quale poco trapela e che vede Cortina come candidata unica, di tutto ciò la popolazione non viene minimante informata né coinvolta in alcun modo.

A giugno, in extremis, viene presentato il dossier al CONI, il quale non è molto contento in quanto avrebbe preferito portare avanti la candidatura unica di Milano, ma si sa, nel frattempo si è insediato un Governo 5 Stelle e Lega e allora, per non scontentar nessuno, il CONI lancia la candidatura a tre, nel segno di una fratellanza alpina!

Peccato però che i tre Sindaci non vadano tanto d’accordo, Milano vorrebbe avere il nome in evidenza, Torino vorrebbe le gare di bob ma Cortina le pretende per sé tant’è che il giorno prima della decisione finale del Governo, l’alleanza si sfascia e Torino si defila.

Ma niente paura, in men che non si dica si ricostituisce il defunto regno Lombardo-Veneto e  si tira fuori dal cilindro il Piano B, con Milano e Cortina candidate, non si sa però con quale ruolo ad ognuna e, particolare di non poco conto, il Governo dichiara che non investirà un euro su questa candidatura, che bisognerà arrangiarsi.

La cosa non sembra preoccupare il Governatore del Veneto e il Sindaco di Cortina i quali, in un delirio di onnipotenza, dichiarano che il Veneto è abbastanza ricco e forte da poter far da solo, che i soldi ci sono e poco importa se nel frattempo si chiudono Ospedali e si tagliano risorse a destra e a manca!

Naturalmente in tutto questo, noi cittadini continuiamo a restare il popolo bue e tutto questo fare e disfare passa sopra le nostre teste.

Ora, in questo manicomio, se a Losanna il CIO amministra con un po’ di buon senso, il minimo che dovrebbe fare sarebbe sbatterci la porta in faccia e rimandarci a casa, ma se anche lì si tende a chiudere un occhio e a far passare tutto, c’è il serio rischio che questa candidatura abbia delle possibilità, anche perché altre nazioni, ben più solide di noi sia economicamente che politicamente, si sono ritirate o perché hanno fatto bene i conti o perché la popolazione, lì si chiamata ad esprimersi in un referendum, ha votato contro.

A questo punto sorge una domanda: fino a che punto siamo disposti a farci prendere in giro? Esiste una maggioranza silenziosa che condivide questa stessa rabbia e delusione?

Se si è il momento di farci sentire, non so come, se con una raccolta di firme, un incontro pubblico, una richiesta di referendum ma qualcosa dobbiamo pur fare!
Se invece il problema è solo mio, vedrò di farmelo passare, magari ascoltando della buona musica o andando a fare una bella gita, di certo non in Tofana o Col Drusicè.

Roberta de Zanna