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Aeroporto di Cortina: l'opinione contraria

Lettere al giornale

07/09/2018

Siamo oltremodo lieti che i sostenitori del progetto dell’Aeroporto di Cortina abbiano deciso di tenere un “profilo basso”: di tale strategia ci ha resi edotti – per fortuna – il sig. Carbonera.

Noi che a tale progetto siamo totalmente contrari suggeriamo al sig. Carbonera di tenerlo bassissimo tale profilo, possibilmente invisibile.

In una Cortina che attraversa uno dei periodi più difficili della sua storia, tra ponti che crollano, strade che la attraversano devastandone l’ambiente, alberghi fatiscenti che avrebbero bisogno di interventi radicali e di lungo respiro ed i cui proprietari appaiono incapaci ed in tutt’altre faccende affaccendati, esposizioni mediatiche conseguenti ad una recente, immane tragedia nazionale, che ne ha trascinato il nome in improbabili festini dai quali ad oggi attendiamo che ne sappia prendere doverosa e rapida distanza, e per carità di patria qui ci fermiamo, un gruppo di…. illuminati imprenditori  pretenderebbe di riesumare il cadavere di una aeroporto turistico, quello di Fiames,  sostenendone la imprescindibile utilità economica per il territorio di Cortina.

Tornare sul concetto di estrema pericolosità come conseguenza di atterraggi e decolli nella angusta ed obbligata strettoia costituita dalla pista di Fiames, pericolosità che ha dato come ampiamente ricordato, contezza di sé con il numero delle vittime causate negli anni di utilizzo, appare superfluo e doloroso.

Qui ci limitiamo a contestare il risibile programma proposto dai fautori di tale oscenità che ipotizzerebbero un flusso di atterraggi e decolli da fare invidia al pur blasonato aeroporto di Heatrow; i sostenitori del progetto ci assicurano che la nuova generazione di aerei che atterrerebbero a Fiames (speriamo mai) avrebbe bassa emissione di rumore in atterraggio appunto, ma non altrettanto in fase di decollo che avverrebbe (quando riuscisse) in brevissimo tempo.

Non ci informano con dati alla mano del grave impatto ecologico che il progetto comporterebbe per il già fragile ecosistema della valle di Ampezzo. Ancor più inquietante appare la prospettiva di affidare a mani private – le vicende del ponte Morandi di Genova ne forniscono il più tragico esempio – la intera gestione di questa operazione “monstre” che denuncia evidentemente e dichiaratamente intenti speculativi dai ritorni, per Cortina e per la sua comunità, fantasiosi e tutti da dimostrare a fronte, lo ripetiamo, di esigenze immediate, ma continuamente trascurate di interventi in settori fondamentali per il futuro di Cortina (la accoglienza alberghiera, la viabilità, lo sport con l’ammodernamento degli impianti di risalita ed il ripristino di una piscina colpevolmente abbandonata da tempi ormai remoti, il completamento del sistema di fornitura del gas metano a tutti i residenti e via ricordando).
Abbiamo proposto e riproponiamo una unione ed una azione comune di coloro che responsabilmente respingono la realizzazione di tale progetto unitamente alle Regole per evitare  che Cortina divenga un inutile quanto pericoloso ed inquinante scalo di …..747!

Avv. Bruno de’ Costanzo