L’invasione delle bici elettriche
    

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L’invasione delle bici elettriche

Lettere al giornale

11/08/2017
Un tempo i sentieri che, abbracciando la Valle di Ampezzo e quelle limitrofe, menavano  attraverso panorami incantati in val di Fanes piuttosto che a Ra Stua  o alla Croda da Lago  o ai vari rifugi tra, i quali Sennes, Fodara-Vedla, Biella e via ricordando, erano devastati dalla presenza di motocrossisti e fuori stradisti; poi un provvedimento saggio vietò a costoro di esibire le loro acrobazie lungo i sentieri della valle con la relativa emissione di improbabili spernacchiamenti, lasciando quest'ultima al godimento esclusivo della bestia-pedone e, prima ancora, degli animali che ne sono i loro legittimi fruitori.

Ora i nuovi arrivi si sono muniti di... silenziosissime bici elettriche corredate di motori sempre più potenti e trasportati da questi mezzi ultramoderni, scalano comodamente gli impervi sentieri senza sforzo alcuno.

Ma fin qui nulla da eccepire: rappresenta la nuova conquista della società dei consumi tanto che  oggi, coloro che per avventura intendessero affrontare con la proprie gambe una salita al Passo Tre Croci, si vedrebbero beffardamente superati da… elettrociclisti che, lungi da pedalare, leggono comodamente il giornale mentre… la elettrobici va.

Ciò che viceversa molti miseri pedoni come il sottoscritto lamentano ed a ragione, è rappresentato dalla discesa che questi centaurini del nulla praticano una volta che il volenteroso motore li abbia portati su in alto: sfogano a questo punto i più bassi istinti ciclistici e sentendosi altrettanti campioni si lanciano in discese incontrollate mettendo a serio repentaglio l'incolumità dell'affaticato ed ansimante pedaiolo.

Posso assicurare, per averla provata personalmente, che vedere sfrecciare uno stupido del motopedale all'improvviso sul sentiero che viene giù dal rifugio  Fanes  non è un esperienza piacevole.

Auspico che i brillanti amministratori comunali ci risparmino una nuova esperienza costituita da "colonnine farlocche" poste questa volta lungo i sentieri ampezzani al fine - come sostenuto dalla improbabile tesi della Vice Commissario (cfr mia mail del 28.7.u.s.) - di costituire un "deterrente" alle spericolate evoluzioni dei ciclisti motorizzati e che le Regole alle quali ritengo sia demandato il controllo e la gestione dei sentieri e dei rifugi, elimino in radice questo pessimo fenomeno.

Ho il sospetto che, se fosse vietato l'uso di bici spinte da motori elettrici per accedere ai sentieri ed ai rifugi ampezzani, sarebbero ben pochi i bicicrossisti che si affiderebbero alle loro sole gambe!!

Con cordialità

avv. Bruno de' Costanzo