LA BALLATA DI EJARQUE
    

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LA BALLATA DI EJARQUE

Ennio Rossignoli

01/12/2010
E così il consulente ha parlato, severamente, e quello che era da anni sotto gli occhi e nella consapevolezza di (quasi) tutti, è diventato grido di allarme e argomento di stampa.
Per troppo tempo le diagnosi della malattia di Cortina sono andate disattese: una malattia cresciuta su allori impalliditi, su convinzioni saltate dai processi - e dai progressi - del marketing internazionale, su ritardi di mentalità e inadeguatezza di infrastrutture e di progetti. Sicché anche il marchio più prestigioso è finito per galleggiare sulle acque stagnanti in cui insufficienze oggettive si mescolano a povertà di idee e a limiti di comunicazione, specie nel ricorso agli strumenti della diffusione internettiana. "Un disastro organizzativo": una denuncia diretta, persino brutale, che chiama in causa anche la litigiosità interna, brutto sintomo di tendenze corporative. Non basta: gli stessi eventi abituali sono semmai un segnale di debolezza e non servono a promuovere turismo, perché oggi l'offerta deve essere articolata in proposte ideative interessanti per il fruitore esigente come quello attuale; quanto alla moltiplicazione dei consorzi, essa non fa che giovare alla dispersione delle strategie e dei mezzi per realizzarle. Che fare? "Puntare sulla qualità" è un lodevole per quanto generico proposito, un presupposto non eludibile ma da solo non sufficiente a dare alla macchina dell'accoglienza l'impulso necessario.
Certo le risorse umane e le condizioni ambientali non mancano a Cortina, inoltre si stanno finalmente muovendo nelle direzioni giuste gli organismi preposti alla politica turistica: soprattutto occorre uscire dal "nazionalismo" e dall'"attendismo" che continuano nonostante tutto a pesare (con le dovute eccezioni) sulla attività degli operatori locali. Oggi le Tofane, con tutto il loro splendore, non bastano più: c'è bisogno di infrastrutture moderne, un traffico agile, alternative attraenti allo sci e specialmente alle passeggiate estive; oggi il richiamo mondano ha perduto una gran parte del suo fascino e non compensa più le carenze dei servizi. Naturalmente i fedelissimi della Regina continueranno a esserci comunque, ma per le nuove fedeltà occorrono nuovi pensieri e nuovi fatti. E non solo dalle istituzioni, ma da tutti, e da tutti insieme. Sarà possibile?