LA BELLEZZA SALVATRICE
    

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LA BELLEZZA SALVATRICE

Ennio Rossignoli

01/11/2010
Certo le Dolomiti, la loro magnificenza, il loro marchio mondiale, e poi Cortina, adagiata come una regina (non è così che la chiamano?) nella conca incoronata dalle sue cattedrali di roccia: lo raccontano con inalterabile entusiasmo le carte che promuovono il turismo, e così deve essere. Ma in quelle carte non ci sono - non possono esserci - i problemi della "montagna abitata", sempre meno abitata proprio a causa di quegli stessi problemi. Sono tanti, in parte intrecciati alla criticità globale, altri endemici e in crescita fastidiosa. Naturalmente tutto ruota intorno alla perifericità, ossia alla collocazione in un'area che la situazione orografica rende di per sé di più ardua frequentazione, specie nei periodi invernali: isolamento (internet, dove c'è, non basta), spopolamento, difficile approccio ai centri maggiori, scuola e sanità in affanno, produzione contratta, perdita di progettualità, diaspora giovanile. Ma tutto questo sembra non riguardare Cortina, incardinata com'è nei meccanismi dell'industria turistica di alto livello e più alta rinomanza: e tuttavia la risacca della crisi batte anche sulle spiagge d'Ampezzo. Nuovi alberghi, cultura (o qualcosa che le somiglia) per tutti i gusti, negozi scintillanti, posti dove si mangia di classe o dove ci si abbronza appesi a un cielo capace di incredibili luminescenze. Eppure il disagio c'è e si avverte nelle pieghe di un benessere non più garantito: complessivamente il sistema tiene anche se difetta di qualche aggiornamento; continua però implacabile l'eterna querelle circolatoria, e mentre si discute per dove farli passare, i Tir di ogni specie e dimensione continuano imperterriti a bruciare le delicate atmosfere del centro cittadino. Né manca la questione dell'ospedale, pubblico, privato o semiprivato, e ci si divide su dove stare, se ancora in un Veneto piuttosto cialtrone o nell'eldorado altoatesino; corrono parole impegnative come autonomia, secessione, identità (da recuperare o da difendere), che fanno fatica a farsi largo tra gli intralci delle eventualità senza futuro. Nel frattempo la popolazione locale, nell'arco di una trentina d'anni, si è ridotta più o meno della metà e anche questo non è un dato da leggersi sorridendo: dal paradiso si fugge solo quando sul suo luminoso orizzonte cominciano a scendere le ombre scure di un tramonto. Qualcuno ha detto che la bellezza salverà il mondo: per il momento ha salvato certamente Cortina!