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UNA CORTINA PARALLELA

Ennio Rossignoli

23/02/2017

La storia ci dice che tutto cominciò in quel lontano 1972, anno di nascita del Mese Mondadori. Fu da allora che poco per volta Cortina divenne la capitale degli scrittori in vacanza, sempre più convinti che nessuno può coccolare un libro meglio di chi l'ha scritto: presentarli, esibirli, parlarne comunque con la gente è d'altronde il viatico inevitabile di ogni autore.

Come diceva Mauriac, uno scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine, e così d'estate come d'inverno Cortina  accoglie i segnali sorridenti del loro rifiuto. La chiamano la regina, e se ancora lo è, lo deve – oltre al prodigio della sua natura – all'amore che il popolo dei libri le tributa ogni anno, raccogliendosi con immutabile ritualità nei luoghi che gli sono dedicati.

Naturalmente con il trascorrere del tempo sono cambiati i grandi mentori della kermesse, rimasta comunque fedele all'assunto d'origine, che è quello di fare della letteratura uno strumento capace di suscitare interessi che il trend della società attuale tende a trascurare.

Oggi la mano felice è quella di un giovane sorridente e appassionato, che il successo di un'idea ha proiettato nello spazio in cui la cultura distilla i suoi protagonisti, ultimo scalatore di una montagna impervia come poche, perché i libri accettano solo gli appigli dell'intelligenza.

Lo affiancano, ma – sia pure con altri - è soprattutto lui a riempire il loisir degli amanti della letteratura e a far risplendere quella civiltà della conversazione che ritrova in tal modo i suoi migliori contenuti.

Così, accanto alla cittadella dello sport e a quella della mondanità elegante, vive e prospera la Cortina della cultura, una tradizione che si rinnova rinvigorendosi nel suo cammino