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Centraline idroelettriche: va avanti l'iter per il progetto di Dolomiti Derivazioni Srl sul rio Federa.

Marina Menardi

19/02/2017

Il progetto per la centralina idroelettrica sul rio Federa, nato ancora nel 2012 su richiesta della Dolomiti Power, oggi Dolomiti Derivazioni Srl, rappresentata da Valentino Vascellari, continua il suo iter previsto dalla legge regionale per poter ottenere la concessione per la derivazione d'acqua al fine di produrre e vendere energia elettrica.

Mercoledì scorso è stato infatti presentato, in sala consiliare, il progetto nell'ambito della Valutazione di Impatto Ambientale richiesta dalla Regione Veneto. , dopo aver depositato la richiesta in Comune lo scorso 29 dicembre.

Non si tratta di un progetto nuovo, in quanto risale appunto al 2012, a cui le Regole al tempo,  proprietarie dei terreni interessati dalla costruzione della centralina, non erano riuscite ad elaborare un progetto alternativo per contrastare la Dolomiti Power.

Il presidente delle Regole Gianfrancesco Demenego aveva proposto allora, all'Assemblea dei Consorti, un accordo che fosse vantaggioso per entrambe, contando sulla tutela data dalle norme regionali che bloccavano ogni progetto su  territorio regoliero che non avesse il preventivo parere favorevole delle Regole proprietarie.

L'accordo prevedeva che la centralina fosse realizzata a spese della società richiedente, e che questa avrebbe sostenuto, per un periodo di 15 anni, sia la gestione sia gli imprevisti, mentre la concessione sarebbe dovuta essere fin da subito delle Regole d’Ampezzo, che avrebbero diviso gli introiti lordi con la Dolomiti Power, nella misura dell' 85% a questa e del 15% alle Regole. Terminati i 15 anni, tutto l’impianto funzionante sarebbe rimasto alle Regole.

Tale accordo fu però respinto dall'Assemblea dei Regolieri, e ora il progetto della centralina presentato da Vascellari sta andando avanti.

In Comune, mercoledì scorso, era presente il segretario delle Regole d'Ampezzo, Stefano Lorenzi, che ha ribadito la contrarietà dell'Ente ampezzano al progetto, ed ora ci saranno 60 giorni di tempo per presentare le osservazioni.

Presenti in sala anche i rappresentanti di alcuni gruppi ambientalisti che seguono da vicino la questione delle centraline idroelettriche nella Provincia di Belluno: WWF, Per Altre Strade, Acqua Bene Comune. «Dovranno costruire una condotta di 50 cm di diametro e interrarla per un chilometro, dal ponte di Federa al torrente Boite» spiega Patrizia Perucon, del WWF.

«In parte useranno sentieri esistenti, ma almeno 500-600 metri dovranno essere disboscati con opere nuove, tipo una strada di accesso, opere compensative per mantenere la fauna ittica del ruscello, la stabilizzazione della zona a monte. interventi che nel disegno non sono chiari. Si prendono inoltre l'80% del deflusso di acqua, rilasciandone un quinto, cioè il minimo deflusso vitale, che è sì nei limiti della legge, ma è troppo poco rispetto a prima. L'impatti sui lavori c'è eccome, perché dovranno intervenire in vario modo con le opere che vengono definite compensative. Ora studieremo le carte depositate in Comune e poi presenteremo le nostre osservazioni, entro i termini previsti dalla legge». 

Nella foto: il ponte sul Rio Federa, sulla strada verso Malga Federa, da dove partirà la condotta di derivazione d'acqua interrata per un km, fino al Boite in località Pianozes