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L'ILLUSIONE E LA REALTÀ

Ennio Rossignoli

23/12/2016

L'avevamo scritto tempo fa: ci sono per lo meno due modi di affrontare una crisi come quella che ci sta affliggendo da qualche anno: combatterla o fingere che non ci sia.

Nel primo caso i risultati sono in genere lenti, faticosi o magari non ci sono proprio; nel secondo la realtà si ritira dalle parti dell'illusione, che per qualche momento ne prende il posto e ne cancella le infelicità.

È il trionfo dell'effimero, il bluff dell'immaginazione, che solo i più fortunati possono trasformare in condizione di vita; ma c'è anche l'eventualità che l'effimero si apra a solide conseguenze: accade per esempio a Cortina, il luogo dove il piacere di dimenticare diventa turismo, festa dei desideri, economia in movimento.

Così nei Saturnali dell'Ampezzo di fine d'anno sembra sempre che i tormenti sociali dell'Italia odierna si fermino al di là delle Tofane. Al di qua può tutt'al più arrivare – è già capitato -  la batosta di una tempesta perfetta, magari con lo strascico di qualche nostalgia dei tempi a lume di candela.

In assenza, ci si può comunque consolare con lo sfavillio delle mille luci proprie della solita iconografia  festaiola. 

Naturalmente i problemi comuni non mancano neppure qui, ma basta un paio di settimane perché finiscano nella nebulosa dell'ottimismo, quello che ci viene quando il volano del lavoro ha ripreso a girare: magari nel nuovo anno andrà un po' smarrito, ma resterà comunque la soddisfazione di sapere che la macchina dell'accoglienza, di cui Cortina è sempre stata giustamente famosa, non ha smesso di funzionare, ma anzi si è avviata a riprendere ritmi antichi, proprio quelli che sembravano confinati per sempre nelle consolazioni senza futuro.

Qualcosa non ha funzionato come doveva? Forse in fondo l'allegria.

Foto: bandion.it