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La preannunciata e alquanto ingloriosa conclusione di una impresa che – malgrado più di qualche travaglio – sembrava proprio destinata a una missione decisiva in favore dei destini di Cortina, segna, comunque la si metta e la si motivi, una prova ulteriore del vizio (da noi più volte segnalato) di una comunità piccola ma litigiosa quanto basta, che fatica a ritrovarsi sul terreno della coesione degli intenti e dei metodi per raggiungerli.
Naturalmente parliamo del Consorzio turistico di una Cortina che sembra ispirarsi a quella “variazione dell'identico” su cui è nata la teoria dei prototipi che si ripetono cambiando magari le forme, ma restando in fondo sempre uguali a se stessi.
Così sparisce il Consorzio, che però cambia nome e strutturazione e magari qualche composizione, ma resta sempre lo stesso ufficio di promozione, ogni volta convinto di fare meglio di quanti lo hanno preceduto (che è anch'esso un prototipo).
D'altronde migliorare Cortina, anche in vista del futuro prossimo che la attende, è un imperativo categorico senza limiti di categoria, poiché riguarda ogni aspetto della sua realtà, dalle infrastrutture dell'accesso e dell'accoglienza alla riqualificazione urbana, proprio quella di cui una progettazione sconsiderata (autobus sottoterra e sopra case di sei piani!) è stata appena e fortunatamente bloccata da un rigore tanto più encomiabile quanto più raro.
Comunque per il momento un grande movimento di tavoli, tra firme, carte programmatiche e un sindaco perennemente sorridente - in fotografia – aiuta a disegnare il quadro di una Cortina che “s'è desta”. Ancora una “variazione dell'identico”? A guardare indietro, le conferme non mancano.