LA MUSICA ARCHITETTONICA DI SILVIO BERNARDI
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

LA MUSICA ARCHITETTONICA DI SILVIO BERNARDI

Roberto Pappacena

01/01/2011
Per l’occasione della presentazione del volume di Silvio Bernardi - Living in Cortina d’Ampezzo, mi sono
chiesto - guarda un po’ - quale fosse il significato preciso del termine “architetto”. Derivato dal greco antico, si compone di due parole: archi: particella prepositiva che denota “preminenza, eccellenza, grado di superiorità” (in italiano arci: vedi, che so, “arci-prete”) e tektòv (dal verbo tektàino, che vuol dire: “fabbrico, costruisco”) e, in generale, colui che genera, che produce. Silvio Bernardi è, in realtà, tutto questo e più ancora: ha architettato visioni suggestive in cui la montagna si fa interiore, proiettata nel cuore delle case. Nei tetti, nei soffitti, nelle pareti, il legno ripropone, con geometrica e materica eleganza, il verticalismo caldo e sospeso dei boschi dolomitici; negli interni la luce, filtrata dalle finestre e dai balconi, dà spiragli disseminati qua e là, crea, abbelliti e punteggiati di oggetti inseriti perfettamente nello spazio ambientale,
caldi e accoglienti rifugi per la contemplazione e per la fantasia. Domina, insomma, in tutte queste immagini, una fusione perfetta di calore e di colori che invita chi osserva al silenzio e al raccoglimento.
Ecco come nell’architettura intonata all’ambiente in cui è destinata a inserirsi, si fa concreta una visione che invita al silenzio dell’anima, fuso e intonato con il silenzio della natura.
Architetto, insomma, Silvio Bernardi, nel senso etimologico della parola: un artista in cui la creatività del pensiero e della fantasia (tektòn) raggiunge il culmine (archi) delle sue aspirazioni.