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AEROPORTO DI CORTINA: OPINIONI A CONFRONTO. Domenico Chiesa, presidente dei Piloti di Montagna e Fabrizio Carbonera, capofila degli imprenditori di Cortina Airport, spiegano le loro ragioni.

Patrizia Serra

30/10/2015
Nome e cognome: Domenico Chiesa
Professione: Odontoiatra
Residenza: Pieve di Cadore (BL)
Ore di volo: 1.200
Specializzazioni di volo: Pilota privato di Velivolo, Ultraleggero e Aliante. Abilitazione al volo in montagna. Presidente Associazione Italiana Piloti di Montagna (AIPM)

LA PISTA DI FIAMES TRA STORIA E ATTUALITÁ

1 L'aeroporto di Fiames è stato aperto e attivo dal 1962 al 1976, finché non fu chiuso sull'onda emotiva del tragico incidente che causò la morte del pilota e dei passeggeri. Come era stato gestito in quegli anni?
Era gestito da Aeralpi che, in quelli che erano gli anni del boom economico e del grande sviluppo di Cortina,  era riuscita a portare fino a un massimo di 19.400 passeggeri in un anno; quelli che normalmente arrivano in un giorno al Marco Polo a Venezia. Un numero di passeggeri insufficiente a far vivere uno scalo, tanto è vero che nel luglio 1968, sei mesi dopo la morte del conte Acquarone, che era il principale socio e finanziatore, la società chiuse e l'aeroporto, che aveva ancora un'autorizzazione ad operare provvisoria, venne declassato ad aviosuperficie in base alla legge Gex, da poco entrata in vigore, che liberalizzava l'uso di aree di atterraggio private. Il relativo regolamento, uscito nel 1971, descriveva le aviosuperfici e riportava le competenze specifiche dei piloti che potevano utilizzarle. Nasceva così il Volo in Montagna. Grazie alla nuova legge, nel '72 alcune aziende di Trento assunsero la gestione di Fiames, che portarono avanti per alcuni anni con un sevizio di aerotaxi. Dopo che ebbero lasciato l'attività, nel dicembre del '75 il pilota ampezzano Carlo Lorenzi ottenne dalla giunta il permesso per una gestione provvisoria della pista per 6 mesi, che si conclusero con il tragico incidente del maggio 1976, che pose fine all'attività.

2 Quella di Fiames è una pista sicura?
Non esistono piste pericolose; esistono piloti pericolosi perché non preparati ad affrontarle. Quella di Fiames è comunque una pista che in certe condizioni meteo è molto difficile. La direzione di decollo è praticamente obbligatoria verso sud, specialmente per aerei di una certa stazza; l'orografia può, in alcuni casi, rendere l'involo verso nord problematico, per non dire impossibile.

3 Perché fu costruita proprio lì?
Era l'unico posto possibile a Cortina; era stata fatta un'ipotesi di costruirla a Campo, ma l'Enac l'aveva bocciata.

4 Lei è mai atterrato sulla pista di Fiames? Se sì, quando e in quali condizioni?
Personalmente sono atterrato due volte, nel 1991 e nel 2000 durante i raduni dell'Associazione Italiana Piloti di Montagna. Gli stessi sono poi atterrati a Fiames nel gennaio 2006, per i 50 anni dalle Olimpiadi, e in occasione della Coppa del Mondo di sci avrebbero dovuto sorvolare la pista Olimpia. Ma la manifestazione di sorvolo delle Tofane fu impedita dal repentino cambio del tempo, come era successo anche nel 2000: atterrati col sole eravamo ripartiti sotto la neve. Il meteo a Cortina è un fattore da tenere sempre sotto osservazione.

LA PISTA DI FIAMES SECONDO L'ENAC: ENTE NAZIONALE AVIAZIONE CIVILE

5 Sulle carte dell'Enac com’è segnalata attualmente la pista di Fiames?
Attualmente Fiames è ufficialmente un'elisuperficie segnalata. Possiamo considerare la vecchia pista per aerei un'aviosuperficie occasionale, adatta all'atterraggio e decollo previo il solo consenso della proprietà del terreno.

6 Che differenza c'è tra un aeroporto e un'aviosuperficie?
Le aviosuperfici possono essere di due tipi: quelle non segnalate, oggi chiamate occasionali, e quelle segnalate, dove è prevista la figura del gestore che ne è responsabile. In quelle occasionali, le operazioni di volo hanno come unico responsabile il pilota. Nelle segnalate invece è responsabile anche il gestore; egli garantisce che la pista è idonea alle operazioni di volo e che le stesse si possono svolgere in sicurezza. Semplificando, possiamo dire che ciò che differenzia l'aviosuperficie dall'aeroporto è la complessità e continuità dell'organizzazione con coinvolgimento, nel caso di grandi scali, di un notevole numero di addetti, con spese di gestione importanti.

7 Chi sarebbe il direttore di un ipotetico aeroporto di Cortina?
Cortina rientrerebbe nella circoscrizione aeroportuale di Venezia, direzione aeroportuale del nord est, il cui direttore attuale è Roberta Carli.

IL PROGETTO DEI PILOTI DI MONTAGNA

8 Lei è favorevole alla riapertura dell'aeroporto di Fiames?
Un aeroporto lo ritengo un errore. Sono però favorevole ad una riapertura graduale della pista rispettando determinate condizioni. Nel 2001, insieme ad altri piloti,  presentai all'allora Sindaco un progetto di riapertura dell'avio superficie, ma non ho mai ricevuto risposta. Il tema della riapertura dell’aeroporto a Cortina è ciclico, viene riproposto in occasione di ogni evento extra, come adesso i Mondiali del 2021.

9 Che cosa prevede il vostro progetto?
Fondamentalmente prevede una riapertura progressiva del sedime come aviosuperficie segnalata. Dapprima con investimenti minimi: rendere sicura la pista, sistemare sommariamente lo chalet, o sostituirlo con un prefabbricato provvisorio, e demolire l'hangar crollato; questo primo approccio consentirebbe un'immediata apertura e inizierebbe un periodo di prova nel quale verrebbero testati aerei idonei e preparati piloti all'uso della pista con voli scuola e turistici.

10 Che cosa sono i voli turistici?
Sono voli privati su velivoli di varie dimensioni che trasportano solo passeggeri non paganti.

11 E in un secondo momento?
Questa attività iniziale consentirebbe una concreta valutazione sia delle effettive necessità strutturali della pista e della sua sostenibilità ambientale, sia del ritorno economico per un eventuale allargamento dell'attività al volo commerciale. Solo in quest'ultimo caso si renderebbero necessari altri investimenti: riasfaltatura in toto della pista e del piazzale, realizzazione di una recinzione di tutto il perimetro, posizionamento di un cancello d'ingresso con telecomando, rifacimento dello chalet, che diventerebbe una piccola aerostazione; costruzione di uno o più hangar per il ricovero dei velivoli e per l'assistenza tecnica a terra; approntamento di una stazione radio con concessione della frequenza aeronautica.

12 Da chi dovrebbero essere fatti gli investimenti? E chi dovrebbe sostenere i costi di gestione?

Un'avio superficie funzionante è un'infrastruttura strategica per Cortina e un importante servizio turistico e va concepita come tale.
Per fare alcuni esempi: tempi rapidi di spostamento permettono di accogliere a dovere la clientela con maggior disponibilità economica, creando di fatto un servizio superiore rispetto a quello delle migliori località di villeggiatura in montagna; nel caso di competizioni sportive, le trasferte degli atleti e dei loro collaboratori e anche degli addetti stampa, sarebbero enormemente facilitati con ovvi ritorni di immagine; si avrebbe sempre a disposizione una grande area attrezzata che, in caso di emergenze, potrebbe servire da base per le operazioni di Protezione Civile in caso di calamità naturali con interruzione prolungata della viabilità stradale, incendi boschivi, ecc...
L'investimento potrebbe essere sia pubblico che privato; i costi di gestione della struttura si aggirerebbero attorno ai 300.000 euro all'anno, ma anche meno organizzandosi a dovere.

LE PREOCCUPAZIONI DELLA GENTE


13 Tanti esprimono preoccupazione per l'inquinamento acustico, soprattutto in fase di decollo e atterraggio.  In più, gli aerei volerebbero sempre a bassa quota sull'abitato di Cortina?
Il problema del rumore è una delle variabili più importanti. In un aeroporto, più voli ci sono, maggiore è il volume d'affari con conseguente ritorno economico; si tende quindi a far aumentare il traffico. Un'avio superficie, concepita come un servizio all'utenza, modula l'attività in base alle esigenze, che in certi casi possono anche essere calmierate. È il gestore a decidere chi come e quando può atterrare, attraverso eventualmente un regolamento di avio superficie. Può ad esempio, decidere di far atterrare solo velivoli dotati di silenziatore; o soltanto in alcune fasce orarie, o ancora solo su prenotazione; può anche autorizzare atterraggi solo di piloti dotati di un'abilitazione specifica per il luogo. Bisogna pensare anche a chi vive nelle vicinanze.

14 Rispetto a un elicottero, un aereo fa più o meno rumore?
Molto meno e per meno tempo.

IL CONFRONTO

15 Si è mai confrontato con Fabrizio Carbonera su questo progetto e su quello che propone lui?

Sì, diversi anni fa, ma anche allora ebbi l'impressione che gli interessasse di più il progetto imprenditoriale da affiancare all'aeroporto che non viceversa.

16 Cosa ha fatto fallire quel progetto in passato secondo Lei?
La mancanza di una valutazione economica concreta sulla sostenibilità primaria (costo dei lavori strutturali) e secondaria (costi di gestione). Se ai tempi della Aeralpi, negli anni Sessanta, nel pieno del boom economico e turistico di Cortina e non solo, l'aeroporto non è riuscito a sopravvivere, cosa fa pensare che sopravvivrebbe oggi? Quel progetto è sovradimensionato, destinato a fallire e a pesare sulla collettività locale.

17 Che ruolo hanno le compagnie aeree nella gestione di un aeroporto?

Le compagnie aeree possono decidere le sorti di un aeroporto. Se iniziano ad arrivare e a partire con gli aeromobili mezzi vuoti non tornano più, perché l'utile di esercizio è il loro obiettivo primario, come ogni impresa che si rispetti. La storia italiana dei trasporti è ricca di progetti basati su denari privati promessi e stime di traffico gonfiate, col sogno di arrivo di chissà quali vettori commerciali. Alla fine lavori giganteschi con costi finali triplicati, scali chiusi e debiti scaricati sui contribuenti.
 

Nome e cognome
: Fabrizio Carbonera
Professione: Analista di business
Residenza: Milano
Ore di volo: Sufficienti (centinaia)
Specializzazione di volo PPL7, pilota privato Single Engine

IL PROGETTO DEGLI IMPRENDITORI

1 Lei è il promotore e il portavoce di una cordata di imprenditori che hanno in progetto di riaprire l'aeroporto di Fiames. Sui giornali si è parlato di investimenti per 10-12 milioni di euro; sono cifre realistiche?

Forse anche qualcosa di più. Stiamo portando una grande opportunità per Cortina.

2 Sono previsti contributi pubblici?

Non li vogliamo. Al momento non abbiamo intenzione di chiedere niente e il nostro progetto non li prevede. Poi, se un qualche ente o qualcuno volesse darci dei soldi, chiaro che non gli sputiamo  in un occhio.
Abbiamo anche un’altra idea, vorremmo che i cittadini di Cortina avessero la possibilità di mettere una quota associativa, come si fece a suo tempo per la Freccia del Cielo. Dev’essere una cosa del territorio, condivisa dal territorio.

3 Dal punto di vista tecnico-strutturale che cosa sarebbe necessario realizzare per questo tipo di aeroporto?
Allungare la pista e portarla agli standard previsti dall’ICAO, International Civil Aviation Organization, l’ente supremo che controlla tutto quanto vola nel mondo. Si tratta di rendere la pista conforme agli standard internazionali e a quelli italiani dell’ENAC, Ente Nazionale Aviazione Civile, che è ancora più esigente. In sostanza è necessario allungarla di 400 metri e allargarla di 25-30 metri, una quindicina per parte. Per dirlo con precisione dobbiamo prima sapere quale tipo di aeromobili saranno autorizzati ad atterrare.
Poi l’aerostazione dovrà essere a bassissimo impatto ambientale, 4.000 m², tetto in erba, riscaldamento geotermico e cristalli speciali che consentono la produzione di energia elettrica; considerando che prevediamo l’intera facciata in vetro, si tratta di una bella superficie per produrre energia.
La pista deve essere obbligatoriamente recintata, con passaggi per gli animali e sottopassi per il fondo. Vogliamo un’aerostazione a livello di eccellenza, senza sedie di plastica e visto che non vogliamo milioni di passeggeri, possiamo puntare su attrezzature di livello. Una porta di eccellenza per chi arriva in una località di eccellenza.

4 Enrico Marchi, presidente della Save (la società che gestisce gli aeroporti di Venezia e Treviso) afferma che con meno di 1 milione di passeggeri all'anno un aeroporto è destinato al fallimento, quindi per l'aeroporto di Cortina non vede futuro... Un milione di passeggeri l'anno evidentemente non può essere il target di Cortina; dal punto di vista della sostenibilità economica, su quanti passeggeri annui è stato dimensionato l'investimento?….
Non mi risulta che gli aeroporti con meno di un milione di passeggeri siano in fallimento. Per un certo tipo di aeroporti forse sì, ma per quello che abbiamo in mente noi no. Pensiamo a certi aeroporti della Norvegia, dobbiamo creare una struttura snella, senza tutti quegli appesantimenti che un grosso aeroporto deve avere. Abbiamo dimensionato l’investimento sui 40.000 passaggi annui.

5 Quali compagnie aeree sarebbero interessate a portare voli a Cortina?
Ci sono compagnie interessate, ma bisogna prima capire quale tipo di aeromobile va bene. Sono i fattori ambientali a stabilire il peso massimo al decollo. Una volta identificato l’aeromobile si sceglie la compagnia aerea giusta.

IL RUOLO DEL COMUNE DI CORTINA

6 Quindi gli imprenditori mettono l’investimento iniziale… e poi chi dovrebbe gestire l’aeroporto? Che ruolo avrebbe il Comune in questo progetto?
Il Comune avrebbe un ruolo nel Consiglio di amministrazione; la gestione sarebbe affidata ad un gestore individuato da ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile); la commercializzazione dei voli spetterà alla compagnia aerea, ai tour operator e a Cortina. Non è che facciamo l’aeroporto e poi Cortina sta seduta: deve fare quelle cose nelle quali da diversi anni sta latitando. A me, milanese, piacerebbe venire a Cortina in aereo; potrei venire in circa 40 minuti, ma se poi il 2 settembre chiude tutto, cosa ci vengo a fare? Io credo che ci sia tanta buona gente, ma sento ancora dire “Tanto poi i turisti vengono lo stesso”. Non è più così, il turista chiede servizi, chiede strutture. Dovreste vergognarvi del fatto che alberghi e negozi chiudano a settembre, nel resto del Paese si lavora 12 mesi all’anno, voi lavorate quattro o sei mesi. È un problema di strategia di Cortina, se continuate così da qui a cinque anni sarete morti.

7 Avete avuto segnali di interessi anche da altri investitori?
Abbiamo avuto contatti dall’Est Europa e da Oltre Oceano di società interessate a investire a Cortina, ma con scopi speculativi. Noi non vogliamo questo. È ovvio che non siamo benefattori a fondo perduto, ma rispettiamo la montagna.

8 Quanti metri quadri di superfici commerciali sarebbero previsti?

Non facciamo confusione tra questo progetto e quello vecchio. Nel vecchio progetto avevamo previsto un albergo da 40 posti e una tranvia su monorotaia da Zuel a Fiames, senza conducente e con otto fermate intermedie, ora non più. Prevediamo circa 4.000 m²  di superfici, compresi bagni, sala d’aspetto, bar, edicola. Poi ci sarà una sorpresa che non voglio ancora svelare, ma non saranno negozi.

9 Le superfici commerciali sarebbero proprietà privata di chi le ha costruite o rimarrebbero legate alla proprietà e alla gestione dell’aeroporto?
E' una cosa che dovremo decidere con il Comune, tutti avranno il giusto.

10 La cosa più difficile da immaginare è come un piccolo aeroporto possa sostenere l’impiego di 40 persone, come letto sui gornali….
Prevediamo diverse possibilità, ci sono tutta una serie di attività legate ai servizi; facciamo l’esempio dei pasti: una ditta deve preparare i pasti, ma un’altra li deve portare dentro l’aereo. 40 persone sembrano tante, se pensiamo all’aerostazione degli anni ’60 quando c'erano pochi aerei privati e la gente poteva venire con il trenino; ma noi vogliamo fare una cosa diversa.

11 Vista l’entità della spesa preventivata, avrebbe senso pensare di costruire un aeroporto nuovo in un’altra zona, magari con meno problemi?

A Dobbiaco hanno già un aeroporto, lì possono atterrare i 12 posti. Farlo in un’altra zona, magari più a sud, significherebbe aspettare almeno dieci anni solo per avere le necessarie autorizzazioni e una lievitazione dei costi spaventosa. Noi invece saremo pronti per i Mondiali di sci del 2021, 4 anni di lavoro. Abbiamo il pre-progetto che ci ha permesso di individuare i costi, se arrivano gli accordi col Comune partiamo.

12 Poche settimane fa c’è stato l’incontro con l’amministrazione comunale, com'è andata?

Il sindaco giustamente vuole approfondire, lui ha l'obbligo della tutela di Cortina. Gli ho detto “spremeteci come limoni, vi diremo tutto quello che volete sapere, diteci cosa possiamo fare per essere in sintonia con voi”. Sarà tutto trasparente.

13 Al momento l'area di Fiames è interessata dal problema dell'hangar, crollato a causa delle fortissime nevicate del 2013. Si profila un contenzioso tra il Comune e la società che lo gestiva.
Il problema dell'hangar lo risolviamo noi.

LE PREOCCUPAZIONI DELLA GENTE

14 Due aspetti che preoccupano la popolazione sono l’inquinamento acustico e il fatto che l’aeroporto di Fiames sia pericoloso per via degli incidenti del 1976...
Per quanto riguarda il rumore, gli aerei di terza e quarta generazione in atterraggio non si sentono, in fase di decollo si sentono solo per pochi secondi, molto meno dell’impatto dei camion e dei Tir che passano quotidianamente sulla strada. Sicuramente noi pensiamo alla tutela dell’ambiente, lo sa che 800 metri di auto in coda inquinano come 8mila movimenti aeronautici? Non lo dico io, è un rapporto del Politecnico di Milano.
Prevediamo di fare degli incontri con la popolazione, sono dovuti, porteremo professionisti per rispondere a tutte le perplessità, per spiegare il rispetto dell’ambiente, per chiarire le dinamiche dell’incidente, dovuto all’imperizia del pilota. Poi tutti gli aeroporti di montagna sono difficili, bisogna conoscerli e non tutti i piloti possono atterrarvi. I piloti devono avere competenza specifica per il volo in montagna e per il luogo, da rinnovare ogni anno. Qui la certificazione potrebbe essere data dai Piloti di Montagna di Belluno o di Trento. I piloti di montagna sono i benvenuti.

IL CONFRONTO

15 Esiste un altro progetto di massima sulla riapertura dell'aviosuperficie di Fiames, presentato anni fa all'amministrazione ampezzana da Domenico Chiesa, presidente dell'associazione italiana piloti di Montagna. Vi siete mai  incontrati per parlarne insieme?
Sì, in passato. Non si può far pagare alla collettività la sistemazione e la gestione dell'aeroporto solo per far volare loro con i loro aerei privati. Ci vogliono due milioni di euro per il loro progetto; solo la recinzione, che è obbligatoria, ne costa 700 mila.

16 Perché l'ENAC potrebbe dire sì al vostro progetto di riapertura dell'aeroporto di Fiames?

Quando avremo l'accordo con il Comune, parlemo con l'ENAC.

17 Perché Cortina dovrebbe dire di sì a questo progetto?

Chiariamo una cosa: non me l’ha ordinato il medico di fare questo aeroporto; se la gente di Cortina non lo vuole, benissimo, vado da un’altra parte. Dico però a Cortina, occhio perché il turismo si sta muovendo un una direzione diversa; un giocatore di golf non vuole fare sei ore di strada per venire a fare una partita e volo e golf sono intimamente legati.