Arrestato Giudice di Pace che smerciava banconote false
    

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Arrestato Giudice di Pace che smerciava banconote false

Redazione

26/09/2015

È terminata nella notte di ieri con l’arresto di Florindo Ceccato, miranese classe ’52, Avvocato e Giudice di Pace presso il Circondario di Padova, l’attività della Compagnia Carabinieri di Cortina d’Ampezzo, con perquisizioni che si sono spinte sino al mestrino, tra Spinea e Mirano, condotte in prima persona dal Procuratore di Belluno Francesco Saverio Pavone presso l’abitazione e lo studio legale dell’uomo, con l’ausilio dell’Arma locale.

Dall’Agordino al Comelico, passando per il Cadore, erano state numerose le segnalazioni relative a banconote false ricevute nell’ultimo mese dai Carabinieri, tutti pezzi da 50 euro di ottima fattura in grado di ingannare gli esercenti meno attenti. Non il titolare di un esercizio commerciale di Rocca Pietore, però, il quale, a metà dello scorso agosto, quando un distinto signore, berrettino nero, cortese nei modi, aveva provato a pagare con una banconota da 50 euro falsa, si è subito accorto del raggiro e, dopo aver rincorso l’uomo, lo ha costretto a farsi consegnare una banconota genuina. Denunciato l’accaduto ai Carabinieri della Stazione di Caprile, sono cominciati gli accertamenti, poi proseguiti assieme al Nucleo Operativo di Cortina visto che dalle iniziali verifiche presso gli istituti di credito della zona il fenomeno coinvolgeva una fetta ben più ampia di territorio, fino ad arrivare a Sappada.

Nelle settimane successive, sebbene nella maggior parte degli episodi i commercianti fossero venuti a sapere di essere stati raggirati solo una volta versati gli incassi in banca, mettendo in relazione tempi e luoghi degli eventi delittuosi è stato possibile seguire il flusso del crimine, adattando il dispositivo di prevenzione dell’Arma sul territorio con servizi mirati, sia con uomini in divisa che in borghese, fino ad individuare in flagranza l’autore del reato, mentre tentava di smerciare la solita banconota da 50 euro falsa presso il bar “La Stua” di Valle di Cadore.

Una pattuglia in borghese del Nucleo Operativo, dopo aver visto entrare nel bar un uomo che poteva corrispondere alle descrizioni raccolte nei giorni precedenti da commercianti raggirati, ha atteso che questi uscisse per precipitarsi all’interno e verificare le circostanze del pagamento. Avuto immediata conferma del raggiro, strappata di mano la banconota falsa alla titolare del bar, i militari hanno subito bloccato la vettura a bordo della quale era risalito il furfante, conducendolo in caserma per i necessari accertamenti. L’intervento ha avuto una velocità tale che la titolare del bar aveva inizialmente pensato che il carabiniere con cui aveva parlato fosse un truffatore che, con la scusa degli accertamenti di polizia, le aveva portato via 50 euro veri.

A poco sono servite le dichiarazioni di innocenza del fermato, con sorpresa degli operanti rivelatosi essere un Avvocato del Foro di Venezia: all’interno del veicolo c’erano altri 1.200 euro falsi, tutti del medesimo taglio e con il medesimo seriale. Dichiarato in arresto, la Procura Bellunese, una volta informata della vicenda, ha immediatamente emesso decreti di perquisizione presso lo studio legale e l’abitazione dell’Avvocato, siti nel mestrino, tra Spinea e Mirano.

L’uomo, infatti, da quanto ricostruito, nelle sue scorribande partiva e tornava dalla laguna in giornata, probabilmente pensando di poterla fare franca tra le montagne bellunesi. Sotto la personale direzione del Dott. Pavone, circostanza necessaria alla luce del fatto che una delle perquisizioni doveva essere condotta all’interno dello studio di un legale, con il supporto della locale Stazione Carabinieri di Spinea, i militari hanno proseguito le attività sino a tarda notte, potendo rinvenire all’interno dello studio, nascosto in vari anfratti, un vero e proprio tesoretto: mazzette di euro falsi per un totale 10.450 euro nel solito taglio da 50 esatta copia delle banconote ricercate, circa 10.000 euro in contanti, veri stavolta, varie centinaia di vecchie marche da bollo per atti giudiziari e alcuni timbri copie di uffici giudiziari del Veneto che non avrebbero ragione di trovarsi all’interno di uno studio legale.

Con grande sorpresa per tutti, al termine delle perquisizioni è emerso che l’Avvocato era anche Giudice di Pace presso il Circondario di Padova.

Da accertare la posizione di una donna ucraina cinquantenne trovata in compagnia dell’Avvocato e domiciliata presso lo studio legale di lui, la quale al momento è stata denunciata in stato di libertà per concorso in detenzione di banconote false; l’Avvocato è invece accusato anche di illecita spendita delle medesime banconote ai sensi dell’art.455 c.p..

Ulteriori accertamenti sono in corso sia per trovare riscontro nei numerosi ulteriori episodi accaduti sul territorio, sarebbero oltre una ventina, sia per individuare come l’Avvocato si sia procurato l’ingente quantitativo di denaro contraffatto. Si invita chiunque fosse stato raggirato con modalità analoghe a quelle qui riferite a denunciare l’accaduto presso la propria Stazione Carabinieri, il seriale della banconota da 50 euro rinvenuta nel corso dell’attività è S-20175422632.

Comunicato inviato dal Maggiore Cristiano Rocchi,
Compagnia Carabinieri di Cortina d'Ampezzo)