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UNA QUESTIONE DI OPINIONI

Ennio Rossignoli

01/03/2011
«La tendenza all'aggressione è una disposizione istintuale primordiale e indipendente nell'uomo»: lo ha scritto Sigmund Freud analizzando quasi un secolo fa quello che già allora pensò di definire il disagio della civiltà. Se vivesse oggi, non potrebbe che trovare una bella conferma alla sua teoria, scoprendo che nella progredita, avanzatissima civiltà del terzo millennio proprio quella tendenza è diventata il sintomo di una nevrosi da intolleranza, trasformando persino la dialettica «motore della storia», in una battaglia combattuta con le armi dell'urlo e della prevaricazione.
Lo sperimentiamo tutti i giorni nelle fastidiose occupazioni del quotidiano così come nelle esibizioni dei talk show televisivi: al punto che il rispetto delle opinioni altrui e la misura delle proprie, il tono pacato di chi crede soprattutto nella forza degli argomenti, hanno finito per assumere l'aspetto di una insufficienza delle scelte, di una perdita di nerbo e di sale polemico. Così un giornale che si attiene al principio della massima attenzione ai fatti lasciando il giudizio a chi legge e che perciò obbedisce alla logica della notizia e lascia filtrare le interpretazioni senza che la distorcano - insomma un giornale come questo - finisce per essere accusato di neutralismo, brutta parola se usata per alludere a una debolezza di posizione, in definitiva a una mancanza di aggressività: ma così facendo, si fa confusione sui propositi, chiedendo a un foglio di informazione come il nostro, di essere un foglio di riflessioni e di giudizi.
E tuttavia solo un lettore distratto o frettoloso può non cogliere nelle pagine che raccolgono le voci di una comunità, il suono che proviene dall'interno dei problemi che la riguardano.
Certo sono affrontati senza la violenza faziosa che accorcia le distanze e deforma le prospettive: se questo è un limite, questo giornale lo ha assunto come una garanzia della propria integrità professionale. Una apologia fatta in casa? Per dimostrare due cose: che certe critiche - solo certe - vanno rispedite al mittente, e che anche qui, con i fatti, non mancano le opinioni.