Chi sta uccidendo il Codivilla-Putti?
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

Chi sta uccidendo il Codivilla-Putti?

Marina Menardi

01/08/2014
Far diventare il Codivilla un caso politico nazionale; creare una mobilitazione che parta da Cortina e arrivi a Roma, passando per Belluno e Venezia. È questa la ricetta che Sergio Reolon, consigliere regionale del Pd, Lucio Tiozzo, capogruppo del Pd in consiglio regionale, e Roger De Menech, deputato e segretario generale del Pd Veneto, hano offerto lo scorso venerdì 11 luglio nella sala cultura Don Pietro Alverà, gremita di persone che sono accorse all'appello lanciato da Reolon per salvare l'ospedale Codivilla-Putti, oggi a rischio chiusura.

Erano presenti, tra gli altri, il presidente della Giomi, Emmanuel Miraglia, l'amministratore delegato della società Codivilla Putti, Massimo Miraglia, il direttore sanitario dell'Ulss, Tiziano Martello, il rappresentante della Cgl Danilo Collodel, l'ex sindaco Giacomo Giacobbi, il direttore sanitario del Codivilla-Putti Carlo Brusegan: tutti hanno fatto un intervento a favore del mantenimento del nosocomio cortinese.

Non è passata inosservata l'assenza di una rappresentanza dell'Amministrazione comunale, con un borbottio tra i presenti quando Reolon ha nominato gli amministratori ampezzani. «Ci siamo comunque incontrati prima con il vicesindaco Pompanin e l'assessore alla Sanità Martinolli» ha precisato. «Ho detto loro che sono rimasto stupito che non abbiano preso una posizione in difesa del Codivilla-Putti. Probabilmente non hanno colto la gravità della situazione».

Reolon ha voluto anche spiegare al pubblico perché un anno fa votò a favore del famoso emendamento Pettenò legato alla finanziaria del 2013, in cui si chiedeva la cessazione della società mista e il ritorno dell'ospedale cortinese alla gestione totalmente pubblica.

Ha giustificato il suo voto favorevole come una provocazione per fare in modo che si muova qualcosa sul caso Codivilla, di fronte ad una immobilità di decisione da parte della Regione. «Non sono per il ritorno al pubblico - ha ribadito in sala. - La nostra posizione è quella di mantenere la gestione mista. Abbiamo chiesto di ritirare la delibera dello scorso 11 marzo, nella quale si dà seguito alla cessazione della sperimentazione e allo scioglimento della società mista, in attesa della gara per affidare i 70 posti letto dell'ospedale».

In base alla delibera approvata, la società può gestire l'ospedale fino a completamento della gara, o al massimo per 12 mesi. «Ciò significa che ci sono ancora 10 mesi di certezza per il Codivilla, dopo di ché potrebbe anche chiudere». Reolon ha fatto una breve cronistoria dal 2003, anno di inizio della sperimentazione pubblico-privata, soffermandosi soprattutto sugli ultimi quattro anni.

«Dal 2009 siamo in un regime di tacita prorogatio, in cui non ci sono certezze sul futuro dell'ospedale, in una situazione di stallo che impedisce qualsiasi investimento sulla struttura. Chi investirebbe in una situazione del genere? Eppure i soldi della vendita del Putti, 7 milioni di euro, sono stati incassati, ma sono rimasti in cassa, senza essere usati. La Regione ora vuole andare via, ma invece deve rimanere nel Codivilla e investire i soldi dell'operazione Putti, e recuperare l'obiettivo di rendere l'ospedale un centro di eccellenza per la cura dell'osteomielite e delle infezioni ossee. La messa in gara dei 70 posti letto con in atto un contenzioso è la scelta peggiore».