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PERCHE' DICO NO ALL'AUTOSTRADA VERSO IL NULLA E PERCHE' NO ALLA FARAONICA CIRCONVALLAZIONE DI CORTINA

Mario Ferruccio Belli

01/07/2009

Con tutto il rispetto per le opinioni contrarie, dico no al progetto dell'autostrada che una rispettabile parte degli industriali bellunesi vorrebbe far continuare da Longarone verso Pieve e poi, ahimé, verso il ... nulla! Da almeno quaranta anni si é detto che la nostra provincia era male collegata col sistema autostradale con il resto d'Italia e, ancor più, con l'Europa del Centro-nord. Quando nacque la

società per la Venezia-Monaco in molti pensammo che quello era il progetto vincente. Da sostenere, seppure con alcune riserve circa l'attraversamento di Cortina in galleria e non in superfice.

Purtroppo miopi questioni di prestigio sostennero la prima ipotesi. Ci fu il sollevamento della opinione pubblica allarmata per lo scempio che avrebbe arrecato, sorretto dalla stampa e dagli amici di Cortina, primo fra tutti Indro Montanelli, e il prosieguo subì un arresto.

Mentre il tratto da Venezia a Treviso-Conegliano diventava felice realtà, avvenivano cambi nella progettazione. La galleria che avrebbe dovuto collegare direttamente Vittorio nord con Belluno veniva abbandonata, scegliendo invece di risalire e superare il Fadalto con una serie di altissimi viadotti, peraltro di Ammirata ingegneria.

Così finalmenue, a Pian di Vedoia, Belluno e metà della provicia tirarono un respiro di sollievo mentre per Cortina e il Cadore ricominciava la stagione dei sogni. Ma, nel frattempo, l'alta Pusteria interrogandosi su come far passare l'autostrada, rispose nein. Da nessuna parte, senza alternative: né in superfice, né su viadotti, e fin qui avevano ragioni da vendere, ma nemmeno in galleria, ipotesi che non avrebbe disturbato nessuno. A Venezia, per interessamento dell'assessore al turismo Floriano Pra, venne allora lanciato il progetto di spostamento del tracciato verso est (cioè Comelico), soluzione che avrebbe risolto i due problemi. Salva la conca di Cortina che pure aveva una stazione a pochi chilometri; il sottopasso del monte Cavallino, con lo sbocco nella valle della Drava nei pressi di Lienz, che non avrebbe disturbato la provincia autonoma, il cui egoismo ci ha da tempo abituati. Per ragioni a noi non note purtroppo la brillante iniziativa non é stata raccolta e coltivata. Peraltro si può ancora sviluppare. Ma, ora, le difficoltà sembrano rispuntare a Belluno, in casa nostra.

Veniamo appunto al progetto di proseguire l'autostrada da Pian di Vedoia a Tolmezzo! Cioé al nulla, dal punto di vista delle comunicazioni internazionali.

Non più dunque da Venezia a Monaco di Baviera, al di là delle Alpi, nel cuore dell'Europa; bensì da Belluno alla valle del Tagliamento. A chi e a che cosa dovrebbe servire la brillante idea? Non certo ad accorciare le distanze al grande traffico commerciale con una valida alternativa al Brennero. Quale trasportatore salirebbe dalla pianura veneta a Belluno e a Pieve per sottopassare il Mauria e trovarsi ancora al di qua delle Alpi? Al turismo, come scritto con surreale ironia? A quale scopo i turisti dall'Austria o dall'Ungheria o dalla Polonia o dalla Russia, scesi dal valico di Tarvisio e già a due passi dalle spiagge adriatiche, opterebbero per una gitarella in Cadore, per poi calare nuovamente verso Venezia? Confessiamo di aver più volte tracciato su una carta dell'Europa la sinuosa Belluno Tolmezzo senza comprenderne il significato. Ci saranno utenti, oltre ai cadorini ben s'intende, e agli zoldani e ai longaronesi, cui farà certo comodo arrivare prima a Udine?

Misteri della progettazione.

In verità una certa idea ce la siamo fatta; e questa ci porta al discorso della circonvallazione di Cortina.

Dopo decenni di parole, due anni or sono era stata partorita una faraonica proposta che conciliava quasi tutto: affari d'oro per qualche ben individuato costruttore nazionale, guadagni per gli immobiliaristi paesani, parcheggi con le cremagliere e una circonvallazione e mezza per il traffico pesante. Naturalmente costi stratosferici e totale scempio della conca. Dopo l'inevitabile ribellione dell'opinione pubblica ecco ritornare la medesima proposta seppure in formato ridotto. Via la galleria per Alverà e gli affari edilizi, via la cremagliera dei parcheggi, peraltro dimezzati, e avanti con la galleria nord-sud. Anni di lavori (dieci come la guerra di Troia!), milioni di metri cubi di materiale da smaltire, disagi e ancora disagi per i residenti. A favore di chi? Del traffico pesante proveniente da nord? Un piacere alla provincia di Bolzano, che non è compito nostro. Servirà a snellire il traffico turistico verso sud, verso la pianura e le città

italiane? Assolutamente no, perché restano pari, pari gli ingorghi di San Vito, di Valle, di Tai e, soprattutto di Longarone.

Qualcosa che da anni osserviamo malinconicamente dopo le festività, alla fine dei ponti, a Pasqua e a Natale, dopo ogni domenica d'estate.

La soluzione dunque al problema di Cortina non é questa.

Come non lo é mai costruire il tetto di una casa prima di gettare le fondazioni. Così ha ironizzato un anziano cortinese sulla peregrina proposta. Prima si devono eliminare con le varianti i tappi sulla statale di Alemagna, partendo appunto da Longarone! Aggiungiamo poi quello di Tai dove sviluppando la rivoluzionaria proposta della galleria Macchietto-Venas, si risolverebbe anche l'attraversamento di Valle.Quindi di seguito Vodo, Borca e San Vito.

I turisti, soprattutto gli sciatori che salgono in massa da sud, dalle città venete (quando mai sciatori da nord, con tutti gli impianti della Pusteria ad attenderli?) arriverebbero a Cortina in un soffio. Non più code per venirsene via. Non più stress alla sera sulla strada del ritorno, non più gli ingorghi infiniti. Ecco perché, motivatamente, abbiamo votato no al referendum, eseguito purtroppo senza adeguata preparazione e, dunque, con scarsa partecipazione.

E l'autostrada il cui costo supera all'incirca il doppio delle risorse per realizzare le varianti stradali? La riteniamo un'opera tanto costosa quanto inutile e che, di conseguenza, visti pure i tempi delle vacche magre, non si farà mai. Abbiamo più volte letto fra i fautori dell'autostrada verso il nulla (Tolmezzo) i nomi di taluni qualificati amministratori di paesi che abbisognerebbero invece delle varianti. Non é che vogliono tenersi il traffico, ancorché caotico, come indice di (malintesa) vitalità nei loro paeselli, e dunque optano per l'autostrada che non si farà mai, anziché battersi con le varianti che fluidificano il traffico e potrebbero essere già operative da anni?

Ci sia consentito di pensare male, all'italiana come si usa dire, ma questo è uno dei motivi per cui diciamo no all'autostrada.

E per Cortina avanti con i parcheggi, la sola vera e incombente esigenza. Naturalmente col massimo rispetto per chi la pensa diversamente.