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Dieci anni di "Voci di Cortina"

Marina Menardi

01/05/2014
Voci di Cortina compie 10 anni. Dieci anni sono ormai trascorsi dal lontano mese di aprile del 2004, quando distribuimmo in edicola mille copie del numero "Zero", che destò immediatamente la curiosità dei nostri concittadini, esaurendosi nel giro di una giornata. Otto pagine per presentare come sarebbe stato il giornale, che diventarono dieci nel numero 1 di maggio, poi dodici, sedici, venti, ventiquattro, il numero su cui Voci si è oggi assestato, ma che ha visto uscite anche da 28 pagine.

A riguardarli ora, a distanza di dieci anni, i primi numeri di Voci sembrano appartenere ad un'altra epoca: erano diversi gli interlocutori, la struttura amministrativa. Non avevamo ancora molta esperienza, ma gli argomenti erano fin dall'inizio trattati con serietà e rigore. Da allora, sono cambiate anche l'impaginazione e la grafica: i segni di un lungo cammino compiuto di mese in mese da parte dei numerosi collaboratori di questo periodico, nato allo scopo di dare un'informazione libera al servizio del cittadino.

Nel 2004 l'associazione Comitato Civico Cortina, costituita da circa due anni, colse l'occasione di fondare un proprio organo di stampa in seguito alla chiusura di "Cortina Oggi", il mensile con cui il Comitato collaborava già con una propria rubrica dal titolo "L'incontro". La chiusura di "Cortina Oggi", che informava sulle questioni locali da 27 anni, aveva lasciato un vuoto tra i cittadini di Cortina.

Dopo lunghe riflessioni, il Comitato Civico Cortina si fece carico della proprietà di Voci, mentre alla direzione del periodico venne chiesta la disponibilità di Gianni Milani, già direttore di Radio Cortina.
Gianni ci disse subito di sì, dando fiducia al nostro progetto e alla nostra buona volontà nel tentativo di avvicinare i cittadini di Cortina all'interesse per la gestione della "cosa pubblica"; una propria pubblicazione autonoma avrebbe dato la possibilità di trasmettere le notizie e le proprie ricerche direttamente ai lettori, rinunciando alla mediazione di altri mezzi di comunicazione.

Senza il prezioso contributo di Gianni Milani, che ringraziamo, non sarebbe stato possibile per noi fare esperienza.

Dal 2004 ad oggi abbiamo visto avvicendarsi in Comune tre amministrazioni, e il metodo da noi usato per informare sull'attività amministrativa è sempre lo stesso: il rigore, la documentazione accurata, il rispetto assoluto del lettore, le esigenze del cittadino prima di tutto. Abbiamo voluto mettere il lettore in grado di giudicare da sé su dati di fatto, cercando di dare uno spazio a tutti gli argomenti.

Dopo dieci anni di lavoro basato sulle collaborazioni volontarie, Voci è ancora qui, e continua a lavorare per superare la mancanza di trasparenza che continua ad essere un ostacolo per coloro che vorrebbero essere informati sui temi di gestione del nostro paese. Con l'ambizione di contribuire a migliorare le condizioni di vita della nostra piccola cittadina.

La voglia e lo sprono ad andare avanti lo dobbiamo a voi lettori che continuate a seguirci, a darci fiducia, a riconoscere la nostra buona fede. I risultati, in questo senso, sono superiori alle aspettative: sappiamo che aprire un giornale è un'operazione tutto sommato semplice: il difficile è riuscire a dare continuità alla pubblicazione, riuscire tutti i mesi ad uscire con il numero, renderlo interessante, gestire i collaboratori, le idee, le proposte, gli spazi a disposizione.

Un obiettivo che non è scontato, comunque faticoso; a volte possono venire meno motivazione o risorse. Per queste ragioni cerchiamo di migliorare ancora la qualità dell'informazione, gratificati e ripagati dalla consapevolezza che voi lettori apprezzate il nostro sforzo.

Un ringraziamento va anche agli inserzionisti che sostengono la pubblicazione e le attività del Comitato Civico Cortina, e a tutti coloro che ci sostengono e ci hanno sostenuto con i loro contributi: Voci di Cortina non ha mai avuto alcun finanziamento pubblico.


Qualche parola tra di noi...


"Un buon giornale è un paese che parla a se stesso": lo ha detto molto tempo fa William Hearst, grande editore e dunque uno che se ne intendeva. Ebbene, sono dieci anni che noi qui diamo senso a quelle parole: un decennio vociferante con il cipiglio della serietà, sui toni e sui temi della vita di casa.
Una scadenza importante - perfino Machiavelli ne fece la misura di certe sue cronache - perciò ci è parso necessario rivolgere qualche pensiero alla sua storia.

Cosa sono state le "Voci" in tutto questo tempo? È presto detto, un osservatorio particolarmente attento sui fatti e sui comportamenti di una comunità e soprattutto dei suoi amministratori, le effemeridi di un paese insolito per la sua natura e l'umanità che vi partecipa. Ma qualcosa di più, forse, oltre l'informazione, un invito a pensare, lo stimolo a fare dell'opinione un contributo personale alla crescita di una coscienza civica e civile.

Tutto è cominciato quando - era il 2002 - un piccolo gruppo di giovani di Cortina decise di costituirsi in una associazione naturalmente votata a raccogliere e dare visibilità agli umori e ai bisogni di una generazione decisa a subentrare e innovare: nacque un comitato, si aggregò qualcuno degli altri e ne uscì il giornale.

Altri lo avevano preceduto, ma ora, in quel maggio di due anni dopo, fu il mensile: subito un foglio laico, nel senso più proprio e democratico dell'indipendenza dai dogmatismi di qualsiasi provenienza, perciò destinato ad accompagnare e interpretare i casi pubblici senza concessioni a postulati che non fossero quello del rispetto della verità. Compito particolarmente arduo, oggi più di sempre, per la difficoltà (impossibilità?) di individuarla e farla diventare un paradigma sicuro di conoscenza. In ogni caso un obiettivo di onestà. Così le "Voci" hanno potuto e possono presentarsi come lo specimen riconosciuto di un lavoro impegnativo come quello giornalistico, oggi molto spesso aggredito a colpi di pregiudizio.
Un discorso un po' troppo autoreferenziale? Magari lo è, ma va perdonato perché l'occasione è di quelle in cui si festeggia e si ipoteca un futuro di conferme felici.
Che poi è un altro modo di farsi gli auguri.

Ennio Rossignoli