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Cortina ha bisogno di più decoro

Associazione Comitato Civico Cortina

01/05/2014
Alberghi a pezzi in pieno centro e altri che aspettano la grazia, capannoni pubblici in disarmo, scale e passaggi pedonali rabberciati, vetrine e facciate di edifici indecorosi, sporcizia, scheletri di transenne, pali per cartelloni come forche, manifesti scollati dalle lamiere arrugginite che si lasciano morire sui marciapiedi, erbe infestanti nelle pieghe di cementi e di asfalti, casotto in pieno centro che "niente è più definitivo del provvisorio", cartellonistica stradale inquietante, tabelle di "proprietà privata" ovunque.

Lindore e pulizia, decoro e cura rappresentano un valore civile di per sé. Per un paese turistico, risultano oltretutto essenziali.

La frustrazione e il senso di impotenza dei cittadini nei confronti del degrado e della trascuratezza è ormai insostenibile. Non bastano gli Oiuto mare!, le lettere ai giornali, i post di facebook o semplicemente le chiacchiere disperate; monta una irritazione per la mancanza di rispetto, prima di tutto.

Poi per il menefreghismo. E non stiamo parlando, in questo caso, dei danni della neve, che rappresentano un capitolo a parte.

Impietoso il confronto con l'Alto Adige.

Non è una questione di fondi pubblici: è il senso del decoro e del rispetto reciproco che incentiva il pubblico e il privato a mantenere con cura i beni che gli sono affidati; sono il buon gusto e la dignità civica che, nei nostri vicini altoatesini, rendono inaccettabile l'incuria.

Forse conviene lasciare crollare le costruzioni e vedere gli sviluppi? Forse si pagano meno Imu e meno tasse con l'inagibilità? Forse la "necessità e urgenza" diventano un vantaggio? Forse che il degrado è un'arma di pressione? Di sicuro il problema non esiste solo a Cortina, anche se noi viviamo di bellezza. E accettando questo stato di fatto è come farsi la pipì nella vasca da bagno.

Sperare nel senso della cosa pubblica o nella coscienza civica è giusto e doveroso. Stimolare queste corde può essere anche un ottimo esercizio letterario: ma non basta più.

Esistono delle normative che censurano tutti i comportamenti che abbiamo descritto.
Vi sono norme che andrebbero fatte rispettare.

Su questo bisogna lavorare, con buon senso e misura, ma con determinazione.
In primo luogo il Regolamento Edilizio del comune di Cortina d'Ampezzo prevede tutte le casistiche e considera anche come accomodare le situazioni più gravi.

Niente di eclatante, gli articoli del regolamento sono un copia-incolla standard presi da moltissimi regolamenti di altri Comuni.

Ma pensare che sono comunque legge da rispettare, fa un certo effetto.
Nel decennale di Voci di Cortina, promuoviamo - a grande richiesta - un'azione di sensibilizzazione, indicando almeno una strada per cercare di migliorare le cose.

Un impegno di civiltà, prima che civico.



Emissione di ordinanze, a carico di privati o Enti, in qualità di proprietari, per la sistemazione di quanto possa costituire notevole impatto per il decoro urbano

ITER

1 - Ricevimento di segnalazione della situazione di degrado urbano da parte dei cittadini, dei Vigili Urbani, altri, o per iniziativa d'ufficio.
2 - Sopralluogo da parte del personale dell'Ufficio Edilizia privata.
3 - Valutazione del tipo di intervento necessario per l'eliminazione della situazione di degrado ed emissione di ordinanza a firma del dirigente, con assegnazione di termini per l'effettuazione delle opere di ripristino.
4 - Inoltro dell'ordinanza agli interessati a mezzo raccomandata A.R.
5 - Trasmissione di copia dell'ordinanza al Comando Vigili Urbani per la verifica.
normativa - Regolamento Edilizio Comune di Cortina d'Ampezzo
art. 36 - Funzioni di viGilanza
1 - Il Dirigente preposto esercita la vigilanza sulle costruzioni che si realizzano nel territorio comunale, per assicurare il rispetto delle norme di legge e del presente Regolamento e delle modalità esecutive fissate nel provvedimento edilizio.
2 - Per l'azione di vigilanza il Dirigente preposto si avvale dell'opera dei funzionari e degli agenti comunali; essi denunciano eventuali trasgressori nei modi e nei termini previsti dalle leggi vigenti.
3 - I poteri sanzionatori sono esercitati dal Dirigente in conformità alle disposizioni della Legge Regionale di settore e del D.P.R. 380/2001.
D.Lgs. 267 del 18.08.2000

art. 48 - DECORO DEGLI EDIFICI
1. Le costruzioni devono soddisfare, nel loro aspetto esterno, alle esigenze del decoro e dell'estetica ambientali.
2. A tale riguardo il Dirigente preposto, previo conforme parere della Commissione Edilizia, ha la facoltà di imporre ai proprietari il ripristino o l'esecuzione di opere di finitura e di manutenzione (intonacature, tinteggiature, verniciature, affreschi ecc.)
3. Qualora, a seguito di demolizioni o interruzioni di lavori, parti di edificio, visibili da luoghi aperti al pubblico, vengano a costituire deturpamento dell'ambiente, è facoltà del Dirigente preposto, previo conforme parere della Commissione Edilizia, di imporre ai proprietari la loro sistemazione, o, se del caso, anche la loro completa demolizione e il conseguente ripristino del suolo.

art. 51 - MANUTENZIONE E REVISIONE PERIODICA DEGLI EDIFICI
1. I proprietari hanno l'obbligo di mantenere le costruzioni e il suolo in condizioni di abitabilità e di decoro oltre che di idoneità igienica, assicurando tutti i necessari interventi di manutenzione.
3. Il Dirigente preposto può far eseguire in ogni momento, previo congruo preavviso, ispezioni dal personale tecnico e sanitario del Comune o dall'A.S.L., ovvero da altro personale qualificato, per accertare le condizioni delle costruzioni.

art. 52 - SISTEMAZIONE DEGLI SPAZI PRIVATI

1. Gli spazi devono soddisfare, nel loro aspetto, alle esigenze del decoro urbano; essi pertanto devono avere una loro specifica destinazione ed essere convenientemente sistemati.
2. A tale riguardo il Dirigente preposto, previo conforme parere della Commissione Edilizia ha la facoltà di imporre la manutenzione e la conservazione del verde, delle siepi e recinzioni, dei fossati ecc., lo sfalcio dei prati e la rimozione di oggetti, depositi, materiali, insegne, recinzioni cadenti, e quanto altro possa deturpare l'ambiente o costituire pregiudizio per la pubblica incolumità.
3. L'installazione di manifesti e di cartelli pubblicitari è consentita solo negli appositi spazi destinati dal Comune alle affissioni

art. 54 -DISCIPLINA DEL VERDE URBANO

3 - Va favorito il taglio alla base delle conifere sempreverdi (ad esclusione del larice), particolarmente nei casi in cui la posizione delle piante esistenti sia tale da favorire la permanenza della neve, la formazione di ghiaccio, l'ombreggiamento eccessivo e l'aumento dell'umidità dell'aria nei pressi degli edifici.
6. Le fasce di protezione dei nastri stradali devono essere mantenute sgombere da alberature che ne limitino la visuale e possano costituire comunque pericolo.
Le piantagioni continue specie lungo la direzione est-ovest e lungo le strade e, in genere, gli spazi pubblici o aperti al pubblico, devono essere del tipo a foglia caduca e non devono superare l'altezza massima di ml 8,00; in conseguenza di ciò è fatto obbligo a chi spetta di mantenere tali piantagioni in maniera che, mediante tagli periodici, detta altezza non venga mai superata.
8. La piantagione di alberatura non deve interferire con la libera visuale da punti di vista panoramici. È in facoltà del Dirigente preposto, sentito il parere della Commissione Edilizia, imporre il taglio di alberature che limitino la visuale dei punti di vista di particolare interesse o imporre la piantagione di alberature ad alto fusto in funzione di schermature di costruzioni, di strutture e di elementi in genere che possono arrecare turbamento al paesaggio.

uN TEMPO ESISTEVA LA SOCIETà DI ABBELLIMENTO: E OGGI?

La "Guida della valle di Ampezzo e de' suoi dintorni", che gli ampezzani Bruno Apollonio, Giuseppe Lacedelli e Angelo Majoni pubblicarono in italiano e in tedesco nel 1905, al capitolo "Società" contiene queste parole: "Quantunque il paese non sia granché popolato, tuttavia vi esistono parecchie società".
Una di esse era la cosiddetta "Società di abbellimento", che "ha già fatto molto e continuamente si adopera pel mantenimento di un parco, per la collocazione di panche, per l' impianto di alberi frondosi lungo le vie, per l'annaffiamento delle piazze e delle strade ecc.

L'attuale numero dei soci è di 68." In un paesino di 400 case con 3221 anime, ancora vocato all'agricoltura anche se ormai il turismo vi aveva fatto capolino da un pezzo, sessantotto cittadini si erano uniti per mantenere la bellezza di Cortina; se non quella ambientale, donata dal Signore e indiscutibile, almeno quella edilizia, il decoro urbano. Cento e più anni dopo, anche se di recente il Comune ha istituito una consulta per le migliorie urbane, come va? Lasciamo da parte l'inverno eccezionale appena terminato, con giardini, piazze, tetti sommersi per mesi da neve e ghiaccio e strade piene di buchi che mettono a dura prova i pedoni e le automobili, il concetto di "bellezza", o almeno la "piacevolezza" del centro urbano sono diventati un optional.

Hotel chiusi e fatiscenti con piazzali invasi da erbacce; cantieri aperti da anni, dei quali la conclusione pare lontana; case storiche decorate sulle quali le pitture stanno pian piano svanendo; gallerie urbane che odorano più di urina che di aria pulita; discariche di materiali ferrosi proprio in faccia al Municipio; per non dire poi di marciapiedi zoppicanti, del Giardino dedicato al Generale Cantore divenuto un luogo squallido, del Parco - vanto della Società di Abbellimento - dove si respira più odore di fogna che di natura; di una stazione e fabbricati annessi che non sono certamente un bel biglietto di visita per i turisti. Ed ancora, per esempio, le numerose baracche di legno, provvisorie ma definitive, che albergano fra l'altro gli utenti infreddoliti degli autobus urbani e nelle quali si vende vino in piazza;
il torrente Bigontina, che attraversa il centro e in certi momenti dell'anno puzza come una cloaca dell'antica Roma, e molto altro, per tutti i gusti.

Si potranno certamente invocare mille, giustificate, attenuanti alla situazione: dalla crisi che attanaglia e impoverisce le tasche, obbligando a destinare risorse a bisogni più urgenti, al fatto che l'Ente Pubblico fa con impegno quello che riesce; dal principio che sulla sua proprietà il privato si comporta come gli pare, all'accumulo del tutto italico di leggi varate, ma inapplicate. Resta però la constatazione che nel 1905, in un paese che odorava dovunque di letame (a proposito, in Pusteria i paesi odorano ancora di letame, e nessuno protesta!) e dove c'era ancor meno denaro di oggi, ma certe spese venivano gestite con più lungimiranza, ci si dava da fare (pubblico e privato in sintonia) per abbellire case, piazze e strade, mentre oggi questo pare non abbia più grande importanza, nemmeno quando arrivano i "sciore".

Nell'Italia di oggi, che nella Grande Bellezza (ambientale, archeologica, architettonica) ha uno dei suoi fiori all'occhiello - appassito, in alcuni luoghi, ma sempre e comunque apprezzato in tutto il mondo - Cortina centro, dal punto di vista della bellezza, non pare brilli molto nell'offerta.

E, nonostante questo, si rincorrono con la massima determinazione i Mondiali di Sci, che - se assegnati - porteranno ospiti, e giudizi, da tutto il mondo! Anche se Cortina non è Pompei, sarebbe gradita una visita del Ministro dei Beni Culturali, per confrontare il nostro centro urbano, ad esempio, con centri vicini ben conservati e colorati: Kitzbühel, Matrei am Brenner, Obertilliach...
Ernesto Majoni

SOCIETà DI ABBELLIMENTO
Lo statuto che ho visionato venne approvato a Innsbruck il 14 giugno 1894.
È quantomeno singolare scoprire che più di un secolo fa era stata creata dagli ampezzani una società a tutela del turismo, a quei tempi in formidabile ascesa; infatti l'articolo 2 cita come scopo "di promuovere l'abbellimento del paese per procurare ai forestieri un soggiorno comodo e ameno" e per raggiungere questo scopo l'articolo 3 spiega "… quali mezzi più adatti e più efficaci servano, sempre nell'osservanza delle rispettive leggi, le facilitazioni nelle comunicazioni, il miglioramento dei rapporti sugli alloggi, la pulizia interna del paese, la costruzione di nuove strade, il regolare mantenimento delle stesse, il rendere comodamente accessibili le sorgenti di buone acque in luoghi ombreggiati ed ameni, l'erezione di nuovi parchi, passeggi con panche, ed infine il dare informazioni per tutto quello che riguardano il soggiorno in Ampezzo con analoghe e corrispondenti pubblicazioni".… La Società di Abbellimento operò in paese dal 1894 al 1914.

(estratto da: Cronaca dalla Valle d'Ampezzo, di Luciano Cancider, edizione Regole d'Ampezzo)


art. 58 - AREE INEDIFICATE ED EDIFICI IN DISUSO
1. Le aree inedificate, gli edifici o parti di essi, i manufatti o strutture analoghe in disuso, che determinano o che possano determinare grave situazione igienicosanitaria, devono essere adeguatamente recintate e sottoposte ad interventi di pulizia, cura del verde, e se necessario, di disinfestazione o di derattizzazione, sia nel caso di una loro sistemazione sia in caso di demolizione.
2. Il Dirigente preposto può per ragioni di sicurezza, di tutela ambientale, di igiene e di decoro prescrivere che le aree inedificate in fregio a spazi pubblici siano chiuse da recinzioni, che diano garanzie di stabilità e durata, che abbiano altezza non inferiore a m 2,50 e non superiore a m 3,00 ed aspetto decoroso.