Palestra di roccia: salta il contratto con la ditta appaltatrice e si fermano i lavori
    

Ricerca avanzata

Tutte queste parole:
Frase esatta:
    
logo

Ricerca sul sito

Ricerca normale (una di queste parole):
Tutte queste parole:
Frase esatta:

Palestra di roccia: salta il contratto con la ditta appaltatrice e si fermano i lavori

Marina Menardi

01/12/2013
Sono scaduti il 6 ottobre i termini per la consegna della palestra di roccia a Sopiazes, ma i lavori non sono conclusi: lo scheletro della struttura in legno interno su cui dovrebbero appoggiare le pareti esterne e i pannelli con le prese per l'arrampicata, è stato per oltre un mese a cielo aperto sotto gli occhi di tutti. Al momento sono stati messi dei pannelli a protezione delle parti interne, in vista dell'inverno, come richiesto nella delibera di Giunta n. 169 del 29.10.2013, pubblicata il 13.11.2013, dove si delibera la "risoluzione del contratto di appalto, stipulato in data 05.10.2011 rep.

N. 6436 e dell'atto di transazione stipulato in data 15.03.2013, rep. N. 6510, in danno all'appaltatore".
Nella suddetta Delibera si riassumono la cronistoria della controversa opera pubblica, e le motivazioni che hanno portato alla risoluzione del contratto con la ditta appaltatrice.

L'impresa sarda F.M. Fabbricazioni Metalliche srl si era aggiudicata l'appalto in seguito al ribasso d'asta del 19,22% e pertanto per l'importo contrattuale di 2 milioni 825 mila euro, salvo chiedere, lo scorso gennaio, 900 mila euro in più rispetto a quanto offerto. Allo scopo di salvare i lavori in corso ed evitare un contenzioso, che avrebbe ritardato notevolmente la consegna dell'opera, l'assessore ai Lavori Pubblici Adriano Verocai aveva formulato un accordo con la ditta, secondo il quale il Comune pagava un sovrapprezzo di euro 273.460,00 con le seguenti modalità: 50% entro il 31 marzo 2013 e il restante 50% entro il 15 maggio 2013, e la ditta si sarebbe impegnata a consegnare la struttura in data 6 ottobre 2013. Cosa che, però, non è avvenuta.

Una relazione particolareggiata della Direzione dei Lavori era stata eseguita il 26.09.2013, e protocollata il giorno successivo, nella quale, come riportato dalla Delibera di Giunta n. 169, "risulta evidente che le capacità operative dell'Impresa non sono cambiate e risultano inadeguate a realizzare l'opera nei tempi da loro stessi indicati nel crono programma allegato all'Atto Transattivo del 15/03/2013. Il RUP consideri quindi che l'Impresa, mantenendo il proprio "standard" produttivo pari a 1.524,94 euro al giorno, porterebbe a termine l'opera in 1340 giorni, cioè in circa 3 anni e mezzo.

Tutto ciò premesso la Direzione Lavori non può che confermare le conclusioni della Relazione Particolareggiata al RUP del 19/12/2013 e della Relazione Particolareggiata al RUP del 23/07/2013. Pertanto la Direzione Lavori ritiene del tutto improbabile (visto che mancano 10 giorni alla data di fine lavori del 06/10/2013) che le previsioni contenute nel crono programma allegato all'atto transattivo del 15/03/2013 non possano in nessun caso essere rispettate».

Si è giunti pertanto alla risoluzione del contratto, con la clausola di mettere al riparo i materiali interni affinché non si rovinino.
L'assessore Verocai ha relazionato sulla palestra durante il Consiglio comunale del 29 novembre. «A questo punto -ha spiegato Verocai al Consiglio - si aprono due strade: dare l'incarico di terminare l'opera al secondo classificato nella gara di appalto, oppure dividere in due stralci e fare un'altra assegnazione. In ogni caso- ha assicurato l'Assessore - i lavori riprenderanno a maggio». Per quanto riguarda la somma aggiuntiva di circa 250 mila euro versata alla ditta in seguito all'atto di transazione del 15/03/2013, Verocai ha spiegato che sono stati sospesi gli ultimi pagamenti per tentare di recuperare la somma già versata in anticipo.

Critiche sull'argomento le opposizioni.
Rocco Dal Pont è intervenuto ricordando che «quello che si era previsto 7 mesi fa, ora si è verificato» e ha chiesto quali sono in proposito le considerazioni dell'Assessore e i tempi previsti. Verocai ha risposto che ora il contratto è saltato, e l'impresa sarda è fuori, e probabilmente questa si rivarrà sul Comune. «Si poteva fare già a febbraio, ma abbiamo fatto un tentativo, che non è andato in porto» si è giustificato.

Ottimisticamente si riprendono i lavori a maggio; ci vorrà poi tutta l'estate prossima
». Dal Pont ha chiesto se c'è il rischio di andare a giudizio, con un prolungamento dei tempi, e qual è il costo presunto sulle casse del Comune. «Nessun costo aggiuntivo
- ha assicurato l'Assessore - si utilizza lo stesso bando. I soldi della transazione li recuperiamo fino all'ultimo centesimo».

Molto critico anche Gianpietro Ghedina:«A febbraio Lei ci aveva dipinto la Transazione come l'unica strada per evitare due anni di ritardo. Ora si è verificato il contenzioso, e Lei ci dice che per la prossima estate la palestra sarà pronta. Come può succedere? Cos'è cambiato? La somma di 250 mila euro è già stata versata in due tranche: una subito, a marzo, e il saldo a maggio, ancora prima che la ditta riprendesse i lavori. Come si fa ora a riaverli indietro?»

«Io avevo detto che c'era il pericolo di fermo del cantiere di due anni perché c'era l'esempio dello stadio - si è difeso Verocai - ma potrebbe anche non avvenire e andare avanti tutto regolarmente. Per quanto riguarda la somma della transazione, la cifra richiesta copriva lavori già fatti ed è stata versata subito. Per il recupero, ci si rivarrà sull'ultima tranche dei lavori che il Comune non ha pagato». «Non vedo come la ditta possa accettare il recupero dei 250 mila euro non pagando lavori già fatti - è stato il commento di Stefano Ghezze - Sicuramente non accetterà e aprirà un contenzioso.

Le segnalazioni le avevamo già fatte. La nostra preoccupazione al momento è comunque proteggere la parte lignea già montata». La discussione è terminata con l'intervento di Enrico Pompanin: «Le vostre preoccupazioni sono le nostre: mettere al riparo la struttura e in sicurezza il cantiere. Noi cercheremo di recuperare dei soldi e di lasciare il cantiere fermo il meno possibile».